SAFFO e ALCEO

 

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SAFFO e ALCEO

 

di

 

DARIO IOSIMI

 

 

 

 

Romanzo Storico (+18)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kalathos attico a figure rosse raffigurante Alceo e Saffo

ca. 470 a.C., Museo archeologico di Atene.

 

 

 

 

In copertina:

 

“Saffo e Alceo”

Sir Lawrence Alma-Tadema, cm. 122 x 66, anno 1881, collezione privata.

Personaggi:

 

SAFFO  SAPPHÒ  (ca. 628 a.C. – ca. 580 a.C.)  Poetessa ed educatrice nata a Eressos (Erèsos), nell’isola di Lesbo (Lesvos). Direttrice di un famoso ginnasio femminile, situato a Mitilene, sempre a Lesbo.

CLEIDE  Madre di Saffo.

(SCAMANDRÒNIMO)  Defunto padre di Saffo.

CARASSO (ca. 631 a.C. - ?) Fratello maggiore di Saffo, mercante e viaggiatore. In Egitto ebbe un tracollo finanziario per via di un’etera di nome Rodòpi.

LARICO  Fratello minore di Saffo, coppiere nel Pritaneo di Mitilene.

ERIGUIO  Altro fratello minore di Saffo.

ARIONE DI METIMNA  (ca. 632 a.C. - ?)  Poeta e maestro di Saffo.

GELLONE Amica di Saffo, morta vergine giovanissima.

ALCEO (ca. 626 a.C.  – ca. 565 a.C.) Poeta e uomo d’armi nato a Mitilene (Mytilini), nell’isola di Lesbo, amico e presunto amante di Saffo.

MELANIPPO Artista e amante prediletto di Alceo.

ANTIMENIDE (ca. 635 a.C.  - ?) Fratello maggiore di Alceo, soldato di ventura.

CICI (ca. 633 a.C.  - ?) Altro fratello maggiore di Alceo.

PITTACO (nato a Mitilene, ca. 650 a.C. – ca. 570 a.C.) Comandante dell’esercito di Lesbo e, in seguito alla morte di Mirsilo, suo predecessore e alleato politico, proclamato reggente (per circa 10 anni, sino alla morte).

BRAURI Moglie aristocratica di Pittaco, sorella di Dracone, arconte di Atene.

(MELANCRO) Dittatore di Lesbo sconfitto da Pittaco assieme ai fratelli di Alceo.

TRINONE (ca. 638 a.C.  -  ca. 601 a.C.) Generale ateniese ucciso da Pittaco in duello durante la guerra per il Sigeo.

MIRSILO  ( ?  - 590 a.C.) Regnante di Lesbo ed alleato di Pittaco.

ANDROMEDA Rivale di Saffo e direttrice di un ginnasio concorrente.

ELENA  Assistente di Andromeda ed amante di Cici, fratello di Alceo.

EFESTIONE Comandante delle truppe degli Alceidi.

 

Allieve del ginnasio di Saffo (tiaso):

 

ATTHIS (assistente di Saffo).

ERINNA (da Rodi, anch’ella grande poetessa morta a soli diciannove anni).

DAMOFILIA (l’allieva più giovane, da Pamfilia).

ANAGORA (da Mileto, talentuosa citareda detta Erato).

DRUSILLA (detta la selvaggia, straordinaria percussionista).

EIRENE (detta la novellina).

NERISSA (da Salamina, l'allieva più corteggiata).

GONGILA (da Colofone, eccellente danzatrice, detta perciò Tersicore).

DIKE (la più mistica, detta la sacerdotessa).

 

Schiavi del ginnasio di Saffo:

 

TELESIO, EUFRINO, MNAIDE, DORICA, CIDNO, ARIGNOTA.

 

Schiavi di Alceo:

 

EGISTO, ACRISIO, ARGO, DEMIURGO, TESEO.

 

Luoghi:

 

1)   MITILENE, CAPITALE DELL'ISOLA DI LESBO.

2)   ERÈSSOS, ISOLA DI LESBO, SPIAGGIA E CASA DI FAMIGLIA DI SAFFO.

3)   GINNASIO DI SAFFO, SUL PROMONTORIO DI MITILENE.

4)   GINNASIO DI ANDROMEDA, MITILENE.

5) CAMPO DI MARTE, STRUTTURA PER L’ADDESTRAMENTO MILITARE E BASE LOGISTICA, DIETRO AL PROMONTORIO DI MITILENE.

6)   PRITANEO DI MITILENE, STRUTTURA ARCHITETTONICA PER LE ASSEMBLEE E GLI EVENTI POPOLARI, VICINO AL PORTO.

7)   SIGEO E DINTORNI, LUOGHI DELLA GUERRA CON GLI ATENIESI NELLA TROADE, ATTUALE TURCHIA, VICINO ALLO STRETTO DEI DARDANELLI.

8)   CASA DEGLI ALCEIDI A PIRRA, SULL’ISOLA DI LESBO, CITTÀ DEL PRIMO ESILIO DI ALCEO.

9)   FORESTA PIETRIFICATA, ISOLA DI LESBO.

10)   CASE DI MIRSILO E DI PITTACO, MITILENE.

 

Cronologia (presunta)

 

628 a.C.      Saffo nasce ad Eressos, sull’isola di Lesbo.

626 a.C.      Alceo nasce a Mitilene, sull’isola di Lesbo.

612 a.C.      Lotte civili per il controllo del governo di Mitilene. Pittaco vi partecipa con i fratelli del poeta Alceo, Antimenide e Cici, guidando la congiura che infine rovesciò la tirannia di Melancro.

Ca. 601 a.C.      Guerre contro gli ateniesi, cui partecipa anche Alceo coi fratelli. Episodio della singolar tenzone tra Pittaco ed il generale ateniese Trinone. Successivamente  Mirsilo viene nominato reggente di Mitilene, con il sostegno di Pittaco (capo dell'esercito).

Congiura della famiglia di Alceo ai danni di  Mirsilo, fallita per il tradimento di Pittaco. Conseguente esilio degli Alceidi a Pirra.

Anche Saffo viene esiliata da Mitilene (is. di Lesbo), secondo quanto riportato dai marmi di Oxford. 

590 a.C.      Morte di Mirsilo. Gli subentra Pittaco per circa dieci anni.

Ca. 580 a.C.      Morte di Saffo (suicidio?) a Lefcada, sul Mare Adriatico.

Ca. 565 a.C.      Morte di Alceo a Lesbo.

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1.

 

613 a.C.   Spiaggia di Eressos, isola di Lesbo.

 

È un tardo pomeriggio di aprile sull’isola di Lesbo, Saffo, seduta su una stuoia di canapa, suona la sua preziosa cetra, mentre la sua amica Gellone danza a piedi nudi sulla sabbia.

Le due adolescenti si conoscono e frequentano assiduamente da quando erano bambine, sebbene Gellone non sia di famiglia aristocratica come Saffo. Entrambe sanno di avere affinità che vanno ben oltre l’appartenenza al medesimo ceto sociale, sanno di amare la bellezza e l’arte sopra ogni cosa.

Al tramonto i colori del paesaggio, per effetto della luce solare calda e radente, raggiungono il grado più intenso, e loro ne approfittano spesso per cercare la massima ispirazione. L’aria è fresca e inebriante e non si ode alcun rumore; il mare infatti si placa completamente a quell’ora, in cui pare che si fermi anche il tempo. Il luogo è pervaso da un’atmosfera sublime e le due fanciulle appaiono come dèe creatrici che si trovano in perfetta armonia con lo spazio magico.

Ad un tratto Saffo interrompe il suo canto e dice a Gellone:

 

saffo:                         Sei bellissima, sembri più leggera di una farfalla.

 

gellone:            Ma io sono una farfalla, non lo hai capito ancora? Guarda, guarda come volo!

 

E ridendo agita le braccia come fossero ali.

Anche Saffo sorride e ammira incantata la soave grazia della sua compagna.

 

saffo:                         Non mi meraviglierei se ti sollevassi in aria veramente.

 

gellone:            Chissà, forse un giorno ci riuscirò.

 

saffo:                         Allora spero che mi porterai con te.

 

gellone:            Puoi giurarci, non potrei mai lasciarti a terra!

 

Saffo guarda ancora Gellone per un attimo, poi si gira di scatto, ha udito la voce di sua madre Cleide che le chiama da lontano:

 

cleide:                        Venite, è pronta la cena!

 

saffo:                Sì, sì, arriviamo!

 

La casa di famiglia di Saffo è grande e confortevole, costruita con pietre e legni pregiati; situata poco distante dalla spiaggia essa fa parte di una vasta proprietà per metà collinare, adibita perlopiù ad allevamenti di bestiame e produzione agricola. Come da tradizione greca molte delle stanze sono decorate con pitture murali dai colori accesi, raffiguranti varie cerimonie rituali e momenti significativi della vita sociale, oppure scene con personaggi mitici dai tratti delicati, o ancora celebrazioni di storie familiari. Ognuno degli ambienti si affaccia sull’ampia corte interna a cielo aperto, dotata di fontana centrale e piante ornamentali, che funge da luogo di comunicazione e spazio ottimale per consumare i pasti durante la bella stagione.

Da circa un mese è ospite in casa di Saffo il poeta Arione, nato anch’egli a Lesbo, ma nella città di Metimna. Arione, benché solo diciannovenne, possiede già una discreta popolarità per la sua maestria musicale e per alcune composizioni di successo. Ogni giorno impartisce lezioni di metrica e musica a Saffo, ricambiando così l’ospitalità che riceve.

Saffo ha tre fratelli: due più piccoli, Eriguio di nove e Larico di undici anni, ed uno maggiore, Carasso, di anni diciotto. Il padre è morto ormai da sette anni ed ora Carasso, essendo il primogenito maschio, si sente investito del ruolo di capofamiglia.

Cleide ha dovuto crescere i figli da sola, aiutata anche dalla cospicua rendita ereditata dall’anziano marito defunto, che le ha consentito di avere sempre a disposizione una servitù qualificata e numerosa. Ad ogni modo non si è mai risposata, a quarantacinque anni probabilmente ha raggiunto una tranquillità ed un equilibrio che non vuole rischiare di guastare con un altro matrimonio. Inoltre Eressos è un piccolo centro e non offre molte occasioni d’incontrare uomini del suo rango come avviene a Mitilene, capitale dell’isola.

Sono state accese le lucerne e Cleide fa un’offerta presso il piccolo tabernacolo delle divinità domestiche, nel frattempo i due ospiti e i suoi figli hanno preso posto sui triclini disposti a semicerchio nel cortile.

Eriguio e Larico discutono a voce alta per il possesso di un cuscino e Cleide li rimprovera pacatamente.

 

cleide:                        Volete smetterla con questo chiasso?

 

eriguio:              È lui che ha cominciato, si vuole prendere il mio cuscino!

 

cleide:                        Non vi accorgete che state annoiando i nostri ospiti con le vostre urla? Larico, lascia che Eriguio si tenga il cuscino, tu puoi usare quell’altro…

 

larico:               Va bene!

 

E si accomoda sconsolato sul suo triclinio.

 

cleide:                        Avete rivolto una preghiera al vostro defunto padre Scamandrònimo? Proprio in questo giorno, sette anni fa, ci ha lasciato…

 

larico:               Sì madre, lo sappiamo.

 

Anche Saffo e Carasso annuiscono.

 

cleide:                        (dopo aver bevuto un sorso di vino) Allora Arione, raccontaci un po’, che programmi hai per il futuro?

 

arione:               Al momento ho un grande desiderio di viaggiare, vorrei conoscere meglio il mondo e credo che mi dedicherò a questo nei prossimi mesi estivi.

 

carasso            Anch’io voglio viaggiare, per commercio però. Presto allestirò navi cariche di merci e diventerò ricco e rispettato.

 

saffo:                         Carasso ha il pallino del mercante e l’arte non lo interessa proprio.

 

arione:                       Ognuno deve seguire la sua indole…

 

cleide:                        Hai assaggiato il nostro vino?

 

arione:               Sì, è formidabile.

 

cleide:                        Lo scorso anno Carasso è stato molto bravo, ha seguito personalmente i nostri coltivatori nella vendemmia e in ogni fase della lavorazione.

 

carasso:           (rivolto alla madre) Devi ammettere che è venuto migliore dell’anno precedente.

 

cleide:                        È vero, te lo concedo.

 

carasso:           Voglio sapere bene come vengono prodotte le merci che dovrò vendere e quando è possibile cerco di migliorarne la qualità.

 

saffo:                Attento Arione, Carasso è così presuntuoso che pensa di poter dare lezioni di saggezza a chiunque abbia la pazienza di ascoltarlo.

 

carasso:           Non sarà che quella tua testolina fra le nuvole non riesce a comprendere le cose che dico?

 

saffo:                         Capisco perfettamente ciò che dici, questo è il problema, e credo che non dovresti avventurarti in discorsi da uomo adulto alla tua tenera età.

 

carasso:           A te non devo dimostrare nulla, sorellina, è in mezzo agli uomini che conquisterò la posizione che mi spetta.

 

saffo:                         (con tono sarcastico) Buon per te se ci riesci…

 

cleide:                        Vedi Arione come sono i miei figli? Stanno tutto il tempo a beccarsi come galletti.

 

arione:               Per quanto ne so è normale la competizione tra fratelli.

 

cleide:                        Tu però sei figlio unico, vero?

 

arione:               Sì, purtroppo…

 

cleide:                        Ad ogni modo madre natura ti ha compensato regalandoti un grande talento!

 

arione:               Grazie, sei gentile a dirmi questo, spero che non sia solo per lusingarmi.

 

cleide:                        Non fare il modesto, sai bene di avere una carriera spianata dinanzi a te… A proposito, perché non ci canti qualcosa? Ti prego, deliziaci!

 

arione:               Se me lo chiedi così non posso rifiutare. Vado a prendere la cetra. (si allontana)

 

cleide:                        Ascoltalo con attenzione Saffo, questo ragazzo è sicuramente uno dei più grandi artisti dell’Ellade.

 

saffo:                         Non ne dubito, ma possiede uno stile troppo diverso dal mio perché io ne possa trarre qualche beneficio.

 

cleide:                        Anche in questo caso giova comunque conoscere un’altra forma espressiva così straordinaria.

 

Saffo annuisce, intanto Arione è tornato con la cetra e si appresta ad esibirsi.

 

arione:               Ho terminato questa composizione giusto ieri mattina, a stimolarmi è stata la pace di questi luoghi incantevoli.

 

 

“Arione sul delfino”

Dario Iosimi, acquaforte-acquatinta cm. 30 x 20, 1994, collezione privata Roma.

 

Incoraggiato da un garbato applauso Arione comincia a suonare e dopo una parte strumentale interviene con un canto melodioso e malinconico. La sua voce è acuta e bellissima, dal timbro cristallino e penetrante. Ad un certo punto ai toni canori si aggiungono le parole in versi:

 

arione:               (cantando) La luna mi è amica – ed i miei sensi ballano come alghe coloratissime – vado alla nicchia del tempo – ove non v’è timor né stento.

 

Mentre Arione continua ad intrattenere i presenti, Gellone, rimasta sino ad allora in disparte, si alza improvvisamente e si mette a danzare. Ha bevuto molte coppe di vino durante la cena e adesso i suoi movimenti risultano decisamente inappropriati ed eccessivi rispetto alla musica. La sua danza, così provocante e sensuale, di gusto orientale, lascia tutti stupefatti. Ma il bello deve ancora venire: Gellone si avvicina con passo felino a Carasso e gli fa ballare i seni ad un palmo dal naso; Arione, da assorto che era, si è quasi raggelato e prende una stonatura dopo l’altra, intanto Saffo scoppia in una gran risata. Carasso è rimasto inebetito ed è talmente attratto dalla bellezza della fanciulla che le sta per affondare il viso sul petto, ma Cleide interrompe l’incantesimo con voce stentorea:

 

cleide:                        Basta così! Gellone, hai bevuto troppo questa sera. È meglio se ti ritiri.

 

gellone:            (ironicamente) Non ti è piaciuta la mia danza?

 

cleide:                        Non era brutta, ma totalmente fuori luogo.

 

gellone:            Bene, farò come dici.

 

Il mattino seguente Saffo si sveglia di buon ora ed esce ancora sonnecchiante nel giardino dinanzi alla casa. Lì incontra Arione intento ad accordare la cetra.

 

saffo:                         Buongiorno!

 

arione:               Buongiorno Saffo, dormito bene?

 

saffo:                         Splendidamente, grazie. E tu? Sei ancora turbato per ieri sera?

 

arione:               Un po’ sì, ad esser sincero. Il comportamento della tua amica è stato piuttosto sconvolgente.

 

saffo:                         Sì lo so, lei è fatta così…

 

arione:               Mi ha proprio spiazzato, capisci? Con la massima naturalezza ha dimostrato quanto la forza della seduzione possa spazzar via ogni altra cosa.

 

saffo:                         E questo ti meraviglia?

 

arione:               No, certo, ma è la prima volta che lo vedo in modo così evidente.

 

saffo:                         C’è sempre una prima volta! Dai, non te la prendere, in fondo è stato un gioco.

 

arione:               Hai ragione.

 

In quel momento esce Gellone, indossa una veste leggera dai colori chiari e delicati.

 

gellone:            Salve poeti!

 

saffo:                         (sorridendo) Buongiorno a te nostra musa!

 

arione:               (con tono sommesso) Ciao.

 

gellone:            Oggi è una giornata stupenda! Saffo, ti va di fare una passeggiata con me?

 

saffo:                         Sì, volentieri, ma dovrò rimandare al pomeriggio la lezione con Arione. Per te va bene? (rivolta ad Arione)

 

arione:               Sì, sì, non c’è problema.

 

gellone:            Grazie maestro… e scusa se mi porto via la tua allieva.

 

arione:               La lezione può attendere.

 

gellone:            È vero… Arione, posso farti una domanda? È una semplice curiosità.

 

arione:               Dimmi.

 

gellone:            Non ti viene mai qualche dubbio su quel che puoi realmente insegnare a Saffo?

 

arione:               (perplesso, ci pensa un istante) No, io… seguo il consueto metodo per l’apprendimento delle fondamentali regole poetiche e musicali…

 

gellone:            (mal celando un sorrisetto sarcastico) Lo immaginavo…

 

saffo:                         Allora andiamo? Ciao Arione, ci vediamo più tardi.

 

arione:               (con aria spaesata) Sì, a dopo.

 

Le due compagne, tenendosi a braccetto, s’incamminano trotterellando sul sentiero che conduce al promontorio di Eressos.

 

saffo:                         Ieri sei stata grande, non mi sono mai divertita così.

 

gellone:            Non è stato difficile, ho fatto solo quello che mi passava per la testa.

 

saffo:                         Dev’esserci un seme di follia in quella tua graziosa testolina.

 

gellone:            Forse sì…

 

saffo:                         Scommetto che Carasso non ha chiuso occhio questa notte pensando a te.

 

gellone:                     Peggio per lui. Se crede di potermi interessare si sbaglia di grosso.

 

saffo:                         A no? E perché avresti fatto tutta quella scena allora?

 

gellone:            Potrei averlo fatto per provocare qualcun altro. (fermandosi)

 

saffo:                         Qualcun altro?

 

gellone:            Magari volevo fare ingelosire te…

 

saffo:                         Gellone… ma, dici sul serio o vuoi prenderti gioco anche di me?

 

Gellone non risponde con le parole, senza alcuna esitazione abbraccia Saffo e le dà un lungo bacio pieno di passione. Saffo è in preda ad un turbinio di emozioni, dopo alcuni istanti però si abbandona anche lei al meraviglioso piacere di quel momento.

 

gellone:            Vieni, andiamo sul promontorio di Afrodite a fare l’amore.

 

E si avvia danzando per una stradina in salita, seguita da Saffo ansimante.

Gellone arriva in un baleno in cima al promontorio e chiama Saffo, rimasta un po’ indietro:

 

gellone:            Vieni, è bellissimo!

 

saffo:                         Aspettami, non sono veloce come te.

 

gellone:            Se vuoi scoprire i misteri di Afrodite devi prima riuscire a prendermi! (facendo una serie di piroette)

 

saffo:                         (urlando) Gellone, attenta!

 

Ma è troppo tardi: Gellone inciampa sulla radice di una pianta e cade nel precipizio sottostante sparendo in un attimo dalla vista di Saffo. Il grido di terrore delle due ragazze lacera l’aria come il fendente di una spada, tracciando ferocemente il confine tra la vita e la morte. Quando Saffo arriva in lacrime sul bordo della scogliera e trova disperatamente il coraggio di affacciarsi, ciò che vede le toglie il respiro e le pare quasi irreale. Gellone giace priva di vita su un masso ad una ventina di metri più in basso. La sua posizione è assolutamente composta, non si scorge neppure una goccia di sangue e pare che stia dormendo: persino nello strazio della morte l’incantevole Gellone non ha perso un granello della sua bellezza.

 

 

 

 

 

“Mischief and Repose”

John William Godward, olio su tela, cm. 60,6 x 133, anno 1895, Getty Center Los Angeles.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2.

 

601 a.C. Mitilene, capitale dell’isola di Lesbo.

 

 

 

 

Sono trascorsi dodici anni da quel tragico incidente e non v’è giorno in cui Saffo non pensi a Gellone, specie nelle sere di plenilunio e nei sogni notturni. Quel suo disperato primo amore le ha lasciato un segno indelebile con cui dovrà convivere per tutta la vita. Al contrario di molte sue coetanee Saffo non è ancora maritata, sebbene la sua avvenenza di nobile dama attiri una folta schiera di pretendenti.  Già da alcuni anni si è trasferita nella capitale Mitilene, dove ha aperto un ginnasio femminile in cui educa le fanciulle alle arti e ad altre discipline utili alla loro futura vita matrimoniale.

Quando le condizioni climatiche lo permettono Saffo preferisce tenere le sue lezioni presso la piccola agorà all’aperto, una sorta di terrazza sul mare adiacente alle costruzioni del complesso ginnasiale, con sedili in marmo posti a semicerchio.

In questa mattina di marzo il tempo è particolarmente piacevole, dunque tutte le ragazze sono riunite nell’agorà dove si sta svolgendo una lezione di metrica poetica e musicale, come al solito regna un umore allegro e spensierato.

 

saffo:                         (rivolta ad Eirene) Non così, con più grazia: l’idea principale che va espressa negli epitalami è la gioia del matrimonio e la soavità femminile. Se canti così rischi di rimanere zitella!

 

Mentre le allieve sorridono per la battuta scherzosa arrivano tre persone chiedendo di Saffo. Dal loro portamento dignitoso e la ricca foggia delle vesti si capisce chiaramente che si tratta di una famiglia nobile in visita, composta dai due genitori con la giovane figlia.

 

padre di erinnaSalve! Scusate il disturbo, stiamo cercando la maestra Saffo.

 

saffo:                         Salute a voi! Sono io Saffo, ditemi.

 

padre di erinnaAbbiamo sentito parlare molto bene del suo ginnasio e vorremmo iscrivere nostra figlia Erinna. (posando una mano sulla spalla della figlia)

 

saffo:                         Arrivo subito… Atthis, (rivolta alla sua migliore allieva) continua tu la lezione mentre io parlo con questi signori.

 

atthis:                Devo essere severa o indulgente?

 

saffo:                         Severissima, è ovvio! (sorridendo)

 

Saffo si unisce ai suoi ospiti e li accompagna a visitare i locali della scuola.

 

saffo:                         (entrando in una grande stanza) Ecco, qui è dove svolgiamo gran parte delle nostre attività, specialmente durante i mesi invernali. Nondimeno usiamo questa sala come refettorio e punto di riunione.

 

madre di erinna: Vedo che avete una bella statua di Afrodite.

 

saffo:                         Sì, è un’opera di grande pregio in marmo di Thassos, appartiene alla mia famiglia da oltre un secolo. Noi ci teniamo particolarmente anche perché Afrodite è la dea protettrice del ginnasio. (uscendo nel cortile interno) Questi sono gli alloggi delle allieve, due per ogni stanza. Attualmente sono presenti otto ragazze, per cui abbiamo due posti disponibili. Da quella parte stanno i miei appartamenti e un alloggio per gli ospiti. Lì in fondo si trovano i bagni. Al nostro servizio ci sono sei schiavi, due donne e quattro uomini, tra i migliori che si possono trovare, dunque il vitto è sempre ottimo e l’ambiente pulitissimo. (raggiungendo la parte in fondo al cortile) Inoltre disponiamo di una gran quantità d’acqua proveniente da una fonte purissima che abbiamo incanalato. Questo ci permette di alimentare questa vasca termale privata le cui acque vengono riscaldate nella zona delle cucine. Naturalmente la cura del corpo è una disciplina fondamentale nella nostra educazione.

 

madre di erinna: Mi pare tutto eccellente!

 

padre di erinna:          Devo dire Saffo che lei non smentisce in alcun modo la sua buona reputazione.

 

saffo:                         Grazie, sono onorata della vostra considerazione… credo però che l’ultima parola spetti a te Erinna, non hai detto ancora nulla. Ti piacerebbe stare un po’ qui?

 

erinna:                        Sì… è bello…

 

saffo:                         Capisco, ti dispiace staccarti dalla famiglia… ma vedrai che sarà facile fare amicizia con le altre compagne e in breve tempo ti sentirai come a casa, te lo prometto. (sorridendole amichevolmente)

 

erinna:                        Va bene… accetto.

 

saffo:                         Brava! Questo è lo spirito giusto.

 

padre di erinnaAllora è cosa fatta! Da oggi Erinna fa parte della scuola di Saffo.

 

madre di erinna: Siamo proprio contenti. Desideriamo che Erinna si sposi nel giro di un anno ed è ora che cominci a prepararsi.

 

saffo:                         (rivolta ad Erinna) Quanti anni hai?

 

erinna:                        Diciotto.

 

saffo:                         Hai già un promesso sposo?

 

erinna:               No.

 

padre di erinnaCi sarebbero un paio di pretendenti, ma lei non vuole saperne, dice che sono troppo vecchi. Dovremmo forse forzarla in questa scelta?

 

saffo:                         No di certo. Purché l’indecisione non si protragga troppo a lungo. Ad ogni modo vi sono buone probabilità che si possa trovare un buon partito qui a Mitilene. Come scuola d’arte partecipiamo a tutti gli eventi importanti e le ragazze hanno tante occasioni di esibirsi e farsi notare dagli uomini più in vista della città.

 

madre di erinna: Mi sembra un’ottima prospettiva.

 

saffo:                         Non preoccupatevi, sono certa che Erinna avrà una lunga fila di pretendenti ed io saprò ben consigliarla.

 

padre di erinna:  (prendendo Saffo da una parte) Non ci resta che discutere l’aspetto economico…

 

saffo:                         La retta mensile, uguale per tutte le allieve, è di centoventi dracme, un tetradramma (quattro dracme) al giorno.

 

padre di erinnaAccidenti, è un bel po’ di denaro!

 

saffo:                         Diciamo che è il giusto compenso per il servizio che offro, considerando che tutte le spese sono incluse. Comunque non posso fare sconti a nessuno, creerebbe squilibrio.

 

padre di erinnaMa sì, ha ragione lei. D’altronde ce lo possiamo permettere ed è per il bene di nostra figlia. (tornando sui suoi passi) Siamo d’accordo, domani prima di partire manderemo qui Erinna con il suo bagaglio e l’ammontare di quattro mensilità anticipate.

 

saffo:                         Siete già di partenza?

 

padre di erinnaSì, purtroppo. Devo rientrare a Rodi per seguire gli affari, ma resteremo assiduamente in contatto, ho diversi emissari che girano per le isole.

 

saffo:                         Molto bene, allora vi auguro buon viaggio.

 

madre di erinna: Grazie, arrivederci!

 

padre di erinnaMi raccomando, ce la tratti bene!

 

saffo:                         Meglio di una principessa.

 

padre di erinnaArrivederci!

 

saffo:                         (rivolta ad Erinna) Noi ci vediamo domani!

 

Erinna fa un cenno di saluto col capo e si allontana.

Saffo torna quindi dalle sue allieve dove l’attende una gradita sorpresa.

 

atthis:                Saffo, guarda chi è venuto a trovarci!

 

saffo:                         Alceo!

 

alceo:                        Oh, divina poetessa! Oh, soave, che fai ingelosire col tuo canto l’usignolo… Che fai sembrare rozzo il passo del cerbiatto col tuo lieve incedere… Sei troppo splendente per me, umile mortale pieno di vizi, e allora, quasi quasi, svengo, sì, svengo. (girandosi verso le ragazze che gli stanno vicino) Reggetemi, prego. Ah!   (e fa finta di perdere i sensi)

 

saffo:                         Stai attento che l’abbraccio delle mie ragazze potrebbe farti schizzar fuori qualche istinto nascosto!

 

(tutti ridono)

 

alceo:                        È un rischio troppo grande, meglio rinvenire.

 

atthis:                Credevamo che fossi abituato ai grossi rischi.

 

alceo:                        È vero (rialzandosi), amo i grossi rischi, ma altrettanto le piccole incognite! (con sguardo ammiccante)

 

saffo:                         A cosa dobbiamo l’onore della tua visita?

 

alceo:                        Niente… devo incontrare i miei fratelli giù al porto e ho pensato di venire un po’ a inebriarmi nel vostro favoloso mondo femminile, e vedere se magari c’è qualche nuovo acquisto.

 

atthis:                Da quando in qua sei interessato alle fanciulle?

 

alceo:                        Mia cara, malgrado le apparenze non sono mai stato indifferente al fascino delle belle donne.

 

saffo:                         Ebbene, proprio oggi c’è stato un nuovo arrivo.

 

alceo:                        Davvero, e dimmi, com’è?

 

saffo:                         Giovane, bellissima, fresca come una rosa. Si chiama Erinna. È andata via proprio mentre arrivavi tu, ma da domani farà parte del nostro tiaso.

 

alceo:                        Bene, allora sarà un pretesto per venirvi a trovare nei prossimi giorni, se vi fa piacere.

 

saffo:                         Sai che tra noi sei sempre il benvenuto.

 

alceo:                        Grazie, questo mi riempie di gioia e m’incoraggia a frequentarvi più spesso. Ora però devo proprio andare, come vi ho detto ho un impegno.

 

saffo:                         Aspetta, io e Atthis dobbiamo fare delle compere in città… ti accompagneremo per un tratto.

 

alceo:                        Che onore! Scortato da due damigelle, moriranno tutti d’invidia! (e dopo aver salutato le altre ragazze, si allontana con passo baldanzoso insieme a Saffo e Atthis)

 

I tre proseguono la conversazione mentre percorrono la strada in discesa che porta al centro di Mitilene. Mano a mano che si avvicinano al porto Alceo diventa serio e taciturno, Saffo lo nota e gli chiede:

 

saffo:                         Cos’hai, mi sembri preoccupato, c’è qualche problema in famiglia?

 

alceo:                        No, no, in famiglia tutto bene, però è vero che sono preoccupato, a quanto pare ci sarà guerra con Atene. Vado appunto con i miei fratelli ad incontrare Pittaco, che sta radunando le forze disponibili per organizzare l’esercito.

 

saffo:                         Non capisco come mai c’è stato questo improvviso inasprimento dei rapporti…

 

alceo:                        In realtà continuiamo ad avere buone relazioni con gran parte degli ateniesi, ma alcune famiglie potenti si sono consorziate ed hanno assoldato delle truppe al comando del generale Trinone per conquistare il nostro importante porto del Sigeo, nella Troade, e chissà, forse rischiamo addirittura un'invasione.

 

saffo:                         Insomma è una faccenda seria.

 

alceo:                        Penso di sì, ed anche imminente, questione di pochi giorni.

 

saffo:                         Credi che un uomo come Pittaco sia in grado di fronteggiare la crisi?

 

alceo:                        Capisco cosa pensi… è un tipo rozzo e di origini popolari, però dal punto di vista militare è il migliore che abbiamo. Inoltre sai bene che fa parte dell’eteria della mia famiglia.

 

Saffo fa una smorfia di perplessità.

 

saffo:                         Sì lo so, speriamo che basti a renderlo fidato…

 

alceo:                        I miei fratelli ne sono convinti, dunque non temere, (con tono enfatico e teatrale) combatteremo per la patria fino all’ultimo uomo, ma soprattutto combatteremo per il tuo ginnasio! Ah, ecco laggiù Antimenide e Cici… non volete venire a salutarli?

 

saffo:                         No, sarà meglio un’altra volta. Vai ora, su!

 

alceo:                        Ciao, a presto!

 

Nel grande piazzale del porto Alceo trova i fratelli nel bel mezzo di una serrata discussione.

 

cici:                            Ti dico che dovremmo organizzarci per combattere i nostri nemici anche in mare aperto.

 

antimenide:         Scherzi? Faremmo il loro gioco, possiamo vincere più facilmente combattendo a terra e protetti dalle fortificazioni.

 

alceo:                        Salve fratelloni, come state? Tutto bene?

 

cici:                            Ciao Alceo, neppure una guerra incombente riesce a toglierti il buon umore, eh?

 

alceo:                        Perché prendersela, finché siamo vivi dobbiamo godercela, non vi pare?

 

antimenide:         Mah, forse hai ragione, tutto sommato. Dai, sbrighiamoci, Pittaco ci sta aspettando.

 

Nel mentre Saffo e Atthis si sono fermate nella bottega di un mastro vasaio. Saffo osserva alcuni oggetti di ceramica.

 

mastro vasaioQuelle lampade vengono da Corinto, sono assai pregiate.

 

saffo:                         È vero, non ne avevo mai viste così, hanno una foggia particolare.

 

mastro vasaioSono anche molto efficienti, vede quell’anello sulla sommità? Serve ad irrobustire l’ampolla e ad assorbire il calore, lo stoppino passa a misura in quel piccolo foro, impedendo all’olio di fuoriuscire accidentalmente.

 

saffo:                         Mi piacciono, me ne faccia portare una trentina su al ginnasio.

 

mastro vasaioSarà fatto signora, desidera qualcos’altro?

 

saffo:                         Per il momento va bene così. Proseguiamo il nostro giro.

 

mastro vasaioAllora vi auguro buona passeggiata e vi ringrazio per la visita.

 

saffo:                         Grazie a lei, arrivederci!

 

Uscite dal negozio le due dame si fermano dopo pochi passi, appena varcato l’ingresso della piazza. Atthis ha notato qualcuno a una ventina di metri da loro.

 

atthis:                        Non è Andromeda quella lì? (indicando una donna con un cenno del capo)

 

saffo:                         Sì, è proprio lei.

 

atthis:                Con chi sta parlando?

 

saffo:                         È un uomo di potere, forse il più influente in questo momento, si chiama Mirsilo, ed è tra i candidati più probabili a diventare il nuovo reggente di Lesbo.

 

atthis:                In che rapporti credi che sia con lui?

 

saffo:                         Da come si muove e gli parla intuisco che se lo sta ancora lavorando, ma vedrai che ben presto diventerà un suo cliente; devo ammettere che nel suo campo è molto brava…

 

atthis:                        Che intendi dire con questo, io so che Andromeda è un’educatrice come te.

 

saffo:                         Come me non direi proprio, in realtà col pretesto del ginnasio ha messo su una specie di postribolo per uomini facoltosi.

 

atthis:                Davvero? Andiamo a salutarla, dài, così le guastiamo un po’ la giornata.

 

saffo:                         Mhmm, perché no (sorridendo maliziosamente).

 

Le due amiche si avvicinano ad Andromeda e Mirsilo facendo finta di passare casualmente.

 

saffo:                         Salute Andromeda, come stai?

 

andromeda:        Salve Saffo, che sorpresa, non ti si vede spesso in giro.

 

saffo:                         Già, passo quasi tutto il tempo nel mio ginnasio…

 

andromeda:        Conosci il mio amico Mirsilo?

 

saffo:                         Certo, ci siamo conosciuti durante la festa delle Dionisie la scorsa estate, ricorda?

 

mirsilo:              Come potrei dimenticare una donna incantevole come lei? Felice di rivederla (accennando un inchino).

 

saffo:                         Lei è molto gentile e sono sicura che la sua cortesia ha un grande effetto sulle donne…

 

mirsilo:              Se lo dice lei non posso che essere d’accordo.

 

saffo:                         … Vi presento la mia allieva Atthis, è arrivata da Atene un paio di mesi fa.

 

mirsilo:              Onorato.

 

andromeda:        Piacere.

 

atthis:                Buongiorno a voi! Anche se Mitilene non è grandissima mi ci vorrà un po’ di tempo per conoscere tutti... comunque ho sentito molto parlare di lei, Andromeda, il suo ginnasio è rinomato almeno quanto quello di Saffo.

 

andromeda:        Grazie Atthis, in effetti devo dire che per merito delle nostre scuole Lesbo si sta affermando come uno dei migliori centri per l’educazione.

 

saffo:                         Cosa mi dice Mirsilo, ho saputo che c’è tensione con Atene e che si teme uno scontro armato.

 

mirsilo:              La nostra diplomazia ci sta lavorando, si tratta comunque di una minoranza degli ateniesi, in effetti però è possibile che dovremo entrare in guerra.

 

saffo:                         Credono forse che ci siamo rammolliti dopo la destituzione di Melancro?

 

mirsilo:              Può essere che il nostro governo provvisorio sia interpretato erroneamente come un punto debole, sì.

 

saffo:                         Ma cosa accadrebbe se dovessimo perdere?

 

mirsilo:              Al momento non ci preoccupiamo eccessivamente di questa eventualità, Lesbo è facilmente difendibile e non è tra le loro mire, a quanto pare.

 

andromeda:        E tu Saffo, cosa ci dici di te? Sei sempre così misteriosa...

 

saffo:                         In verità la mia vita è piuttosto semplice, dedico tutto il tempo alle composizioni poetiche e alla cura delle mie allieve.

 

andromeda:        È forse Atthis un’allieva che ha bisogno di cure particolari?

 

saffo:                         Non più delle altre direi.

 

atthis:                Posso confermare che Saffo ha sempre una grande attenzione per ognuna di noi.

 

andromeda:        Immagino però che se passeggia con te ti ritiene la sua prediletta…

 

saffo:                         Può darsi; perché, non hai anche tu qualche allieva che tieni in maggiore considerazione?

 

andromeda:        Credo di sì, anche a me piace scoprire nuovi talenti…

 

mirsilo:              A proposito di talento, nobile Saffo, siamo tutti ansiosi di udire altri dei suoi meravigliosi versi.

 

saffo:                         (compiaciuta) Sto preparando nuove liriche da recitare in occasione delle feste nuziali, spero che le piaceranno.

 

mirsilo:              Ne sono certo.

 

Nel frattempo i tre fratelli Alceo, Antimenide e Cici sono arrivati a casa di Pittaco, che li riceve nel cortile interno.

Pittaco è un uomo piuttosto rozzo, corpulento, giunto alla soglia dei cinquant'anni è al culmine della carriera militare ed ora comanda l'esercito di Lesbo. Gran parte della sua buona reputazione la deve al colpo di stato messo a segno qualche anno prima ai danni del dittatore Melancro, con l'aiuto di Antimenide, fratello maggiore di Alceo. Il popolo evidentemente non amava Melancro e l'azione violenta di Pittaco venne molto apprezzata.

Ad accrescere la rilevante posizione di Pittaco era stato anche il matrimonio con Brauri, aristocratica di alto lignaggio sorella del legislatore Dracone, che gli valse un'accoglienza con tutti gli onori nella buona società di Mitilene, quella cui appartiene Mirsilo, per intenderci.

Ciò nonostante i tre fratelli, della nobile stirpe degli Alceidi, continuano a considerare Pittaco un seguace della loro eteria; lui per convenienza glielo lascia credere, fingendo di rispettare l'antica etica dei consorzi nobiliari.

 

pittaco:             Salve amici! È bello ricevervi tutti insieme, e per giunta così vigorosi e pronti alla pugna!

 

antimenide:         Salute a te Pittaco! Siamo lieti di vederti.

 

pittaco:             Noto con piacere che c’è anche Alceo.

 

alceo:                        Già, questa volta non sono troppo giovane per combattere.

 

antiimenide:        Devi sapere che nella guerra contro Melancro io e Cici avemmo un bel da fare per convincere Alceo a restarsene in disparte, voleva partecipare a tutti i costi, benché fosse solo un ragazzino piccolo così! (indicando con la mano l’altezza della cintola)

 

pittaco:                      (ridendo) Hahaha! Sei un bel tipetto, eh? Bene, pare proprio che stavolta avrai l’occasione di mostrare il tuo valore.

 

cici:                            Dunque lo scontro è inevitabile.

 

pittaco:             Temo di sì, non possiamo certo tollerare un’aggressione come questa, se non difendessimo il porto del Sigeo qualunque banda di pirati proverebbe ad attaccarci. Comunque non si tratta di un contingente molto forte, secondo i miei informatori abbiamo a che fare con circa trenta navi, per un totale di tremila uomini.

 

cici:                            Tuttavia non è un esercito da sottovalutare...

 

pittaco:             Non ho detto questo, però possiamo affrontarli con buone possibilità di successo, seguendo una strategia intelligente ed efficace.

 

antimenide:         Ci stavamo appunto interrogando su quale sia la tattica migliore per volgere la guerra a nostro favore.

 

pittaco:             In linea di massima noi pensiamo che il generale Trinone, comandante degli ateniesi, abbia l’incarico di costituire nei pressi del Sigeo una testa di ponte. Una volta consolidata questa posizione strategica sul continente i suoi mandatari contano di farsi altri alleati ed inviare un secondo contingente in grado di conquistare tutta l'area.

 

antimenide:         Quando dici “noi pensiamo” a chi ti riferisci oltre a te?

 

pittaco:             A Mirsilo naturalmente. Sapete bene che senza le sue influenze e il suo denaro sarebbe impossibile fronteggiare la situazione.

 

cici:                            E tu sai bene che è un nostro avversario politico...

 

pittaco:             In questo momento dobbiamo superare ogni rivalità in virtù dell’unità nazionale. Lui non mi ha posto alcuna obiezione nei vostri riguardi, quando abbiamo discusso l’argomento.

 

alceo:                        Sfido io! Ha il coltello dalla parte del manico. Sa bene che vincendo questa guerra avrà la strada spianata per diventare reggente a vita!

 

cici:                            Già, una volta preso il potere sarà impossibile levarglielo, altro che Melancro!

 

pittaco:             Calmatevi, affronteremo il problema a suo tempo, ora l’importante è salvaguardare gli interessi della patria.

 

antimenide:         Ricordati bene Pittaco, se permetteremo a Mirsilo di prendere il potere ci troveremo alle dipendenze di un dittatore senza scrupoli.

 

pittaco:             Vi ripeto che ora non possiamo permetterci di agire diversamente, l’aiuto di Mirsilo è fondamentale. Poi valuteremo le opportune contromisure in base all’evolversi degli eventi.

 

antimenide:                 Va bene, malgrado le perplessità ti autorizziamo a comunicare a Mirsilo che stiamo con lui in questa guerra. Tutto sommato siamo compatrioti, no?

 

pittaco:             Bravo, questo è parlare! Ora beviamoci una coppa di vino per suggellare l’evento. Dopodomani all'alba c'imbarchiamo tutti al porto militare di Mitilene, giungeremo a destinazione in giornata, spero che nessuno di voi soffra di mal di mare! Hahaha!

 

I quattro brindano al buon esito della campagna militare che li attende.

 

Il giorno seguente di buon ora Erinna si presenta al ginnasio di Saffo scortata da due schiavi con il bagaglio. Le allieve e Saffo sono sedute ad un tavolo in mezzo al cortile per fare colazione. Saffo va incontro ad Erinna per farle gli onori di casa.

 

saffo:                         Erinna! Che piacere vederti, prego, vieni che ti presento le ragazze, muoiono tutte dalla curiosità di conoscerti.

 

erinna:               Sono forse arrivata troppo presto?

 

saffo:                         Nient'affatto mia cara, se non ti scandalizzi che siamo ancora mezze nude... fai pure sistemare il tuo bagaglio in quella stanza laggiù, per il momento alloggerai da sola, finché non arriverà un'altra allieva.

 

Erinna impartisce le opportune disposizioni ai suoi schiavi, poi li congeda e si mette a sedere accanto a Saffo.

 

saffo:                         Allora Erinna, è giunto il momento delle presentazioni, alla tua sinistra Damofilia, la più giovane tra noi, con i suoi sedici anni.

 

damofilia:           Molto lieta, benvenuta nel tiaso.

 

erinna:               tiaso?!

 

saffo:                         È solo uno dei vari appellativi che ci piace dare al nostro piccolo circolo femminile...ma continuiamo il giro, (indicando la ragazza dai capelli castano chiaro vicino a Damofilia) lei è Anagora, da Mileto, noi però la chiamiamo “Erato”, come la musa, per la sua abilità nel suonare la cetra ed improvvisare sensuali melodie; accanto a lei la selvaggia Drusilla, impareggiabile percussionista. Poi c'è la pudica Eirene, anche lei giunta qui solo pochi giorni fa, dunque soprannominata "la novellina".

 

eirene:                Ciao Erinna! Quantomeno adesso non sarò più l'unica appena arrivata...

 

saffo:                         Sì, ma credo che le tue amiche continueranno a chiamarti così per un bel pezzo! (si odono risatine soffocate) Quella che vedi con l'aria distratta e annoiata dinanzi ad Eirene è Nerissa, quando la conoscerai meglio capirai che sa essere anche simpatica e alla mano, però fa bene a mantenere questo atteggiamento un po' altezzoso, non per niente è la ragazza più corteggiata del ginnasio, ogni giorno devo letteralmente tenere a bada la schiera sempre crescente dei suoi spasimanti.

 

Nerissa fa un garbato cenno di saluto con la testa.

 

saffo:                         (continuando) Abbiamo quindi la nostra leggiadra danzatrice Gongila, da Colofone, così brava da guadagnarsi il soprannome di “Tersicore”, la fantastica musa della danza. Accanto a lei la nostra elegantissima Dike, la più mistica tra noi, non si separa mai dal suo tirso, non per niente tutti la chiamano "sacerdotessa". Ed infine la mia assistente Atthis, di Atene, rossa e ardente come il fuoco.

 

atthis:                Benvenuta Erinna, sei davvero incantevole come diceva Saffo, ti assicuro che ora sei nel posto giusto ed è un onore averti qui.

 

erinna:               Ti ringrazio Atthis, sei molto gentile, ma con tutti questi complimenti m'imbarazzi!

 

saffo:                         Nessun imbarazzo fra di noi, vero ragazze? Presto su, finiamo di prepararci e incontriamoci tutte fra mezz'ora alla terrazza, è una giornata ideale per fare lezione all'aperto. (alzandosi)

 

Dopo alcuni minuti è Alceo a bussare alla porta del ginnasio, reca sottobraccio un dipinto tondo avvolto da un leggero tessuto ed è visibilmente di buon umore. Saffo si trova vicino all'ingresso e gli va subito ad aprire.

 

saffo:                         Alceo, che gioia averti qui anche quest'oggi!

 

 

 

alceo:                        Salute a te dolcissima Saffo. Sarei comunque passato a trovare te e le tue graziose allieve al più presto, come ti ho detto ieri, domani però parto per la guerra e non avrei potevo attendere un altro giorno.

 

saffo:                Per tutti i numi, come mai così presto?

 

alceo:                        Pare che Trinone e i suoi siano già sbarcati nel continente, dalle parti dell'antica Troia, dobbiamo intervenire tempestivamente.

 

saffo:                         Sì, capisco, ma forse servirebbe un po' di tempo in più per preparare una missione così delicata...

 

alceo:                        Mah, credo che siamo abbastanza pronti, dopo tutto, comunque del piano d'azione se ne occupa Pittaco. Adesso però non pensiamoci, non sei curiosa di vedere il regalo che ti ho portato?

 

saffo:                Certo che sono curiosa, cosa nascondi?

 

alceo:                        Aha, non così presto, sai quanto mi piace vederti bramare qualcosa.

 

saffo:                         Allora incamminiamoci verso l'esedra, le ragazze ci raggiungeranno tra poco.

 

alceo:                A proposito di ragazze, è arrivata quella nuova?

 

saffo:                         Sì, giusto qualche minuto prima di te, e non si chiama "quella nuova" ma Erinna.

 

alceo:                        Insomma le hai già messo gli occhi addosso?

 

saffo:                         Ma no, che cosa vai a pensare, sei sempre il solito malizioso, la conosco appena.

 

alceo:                        Sarà, però io conosco te, e so che basta un attimo per accendere la tua passione.

 

saffo:                         Se anche fosse, diciamo che questa volta non è successo.

 

alceo:                        Se anche fosse, non lo daresti a vedere. (ridendo)

 

saffo:                         Dimentichi caro Alceo che anch'io ti conosco, e so che questa è una tua manovra per farmi fare rivelazioni piccanti.

 

alceo:                        Saffo, mia adorata, chi altri pensi che potrebbe farmi rivelazioni piccanti se non tu?

 

saffo:                         Magari qualcuno dei tuoi amanti...

 

alceo:                        Non è la stessa cosa, ma sbaglio o c'è una nota di gelosia nelle tue parole.

 

saffo:                         Alceo, non dirmi che ripensi ancora a quella volta che ci siamo, per così dire, "amalgamati"?

 

alceo:                        E perché no? In fondo siamo una bella coppia.

 

saffo:                         C'è bisogno che te lo spieghi? Non potrebbe mai funzionare tra noi, siamo troppo simili.

 

alceo:                        Ma sì, forse è così, questo però non c'impedisce di "amalgamarci" di quando in quando. Ti confesso che quella volta mi hai fatto scoprire degli istinti che non credevo di possedere.

 

saffo:                         Questa in effetti mi pare una visione più realistica.

 

alceo:                        Allora d'accordo?

 

saffo:                         O vinci o pareggi, eh?

 

alceo:                        Che vuoi, son fatto così...

 

saffo:                         Se ti fa stare meglio, ebbene d'accordo, potremo "amalgamarci" di quando in quando, va bene così?

 

alceo:                        Certo tesoro mio. (abbracciandola teneramente)

 

saffo:                         Insomma, vuoi mostrarmi il regalo adesso?

 

alceo:                        Va bene, ancora un attimo, ecco che arriva Atthis.

 

atthis:                Ciao Alceo, che bello rivederti!

 

alceo:                        Domani vado in guerra, questa potrebbe essere l'ultima occasione che ho di venirvi a trovare...

 

atthis:                Che mi dici, è orribile!

 

alceo:                        Non crucciarti piccola Atthis, purtroppo la guerra è una cosa normale nel nostro mondo, abbracciami piuttosto, così scacciamo questi brutti pensieri.

 

saffo:                         E stai pur tranquilla che Alceo troverà il modo di cavarsela.

 

alceo:                        Di questo potete starne certe, amo troppo la vita per decidere di morire da eroe, tuttavia farò il possibile per dare il mio contributo alla causa. Ora però sono anch'io impaziente di mostrarvi il regalo che ho portato per Saffo.

 

Nel frattempo anche le altre allieve raggiungono i tre presso la terrazza panoramica.

 

alceo:                        Adesso che siete tutte qui finalmente vado a svelare il dono, tempo fa ho chiesto al mio caro amico artista Melanippo di fare un ritratto di Saffo, e grazie alla sua maestria sono oggi orgoglioso di sottoporlo alla vostra graziosa ammirazione.

 

 

“Contemplation”

John William Godward, olio su tela, cm. 53,3 x 53,3, anno 1903.

 

Alceo apre l'involto e ne trae un dipinto tondo su tavola che posa su un sedile di pietra. È uno splendido ritratto di Saffo a mezzo busto, molto realistico e pervaso di una delicata atmosfera di languidezza e malinconia.

 

alceo:                        Allora, vi è caduta la lingua? Dite pure liberamente ciò che pensate, anche se dovessero esserci pareri negativi non ci saranno ritorsioni, vero Saffo?

 

atthis:                Questo dipinto è semplicemente meraviglioso, mi pare impossibile che qualcuno sano di mente e con gli occhi per vedere possa disprezzarlo.

 

damofilia:           Il merito va anche alla modella!

 

alceo:                        Esattamente quel che mi ha detto iersera Melanippo quando me l'ha consegnato. Ma tu, Erinna, che sei or ora entrata in questo magnifico stuolo, non hai nulla da dirci?

 

erinna:               Veramente parlare non è il mio forte, preferisco scrivere.

 

alceo:                        In questo caso vi propongo un gioco, Erinna scriverà dei versi per quest'occasione mentre io e Saffo declameremo un nostro componimento, ci state?

 

saffo:                         Per me ci sto, però lascerò che sia Damofilia a sostituirmi nella recitazione, io sono negata.

 

erinna:               Non sembra cosi difficile.

 

alceo:                        Perfetto, allora cominciamo, Damofilia sei pronta?

 

damofilia:                   Prontissima, ho giusto un papiro di Saffo qui nella mia sacca. (srotola con cura il papiro ed inizia la lettura)

Eros ha scosso la mia mente
come il vento che giù dal monte
batte sulle querce.

Dolce madre, non posso più tessere la tela
domata nel cuore dall’amore di una giovane:

colpa della soave Afrodite.

                          Sei giunta, ti bramavo,

                          hai dato ristoro alla mia anima

                          bruciante di desiderio.

 

All'esplosione di giubilo che segue la suggestiva interpretazione di Damofilia, Saffo, con le gote un po' arrossate, risponde con voce commossa.

 

saffo:                         Non riesco davvero ad immaginare un pubblico migliore di voi, grazie, grazie di cuore. Alceo, forza, tocca a te.

 

alceo:                Al contrario di Saffo io declamerò da solo i miei versi, infatti è opinione di molti che sia dotato di ottime capacità recitative, grazie a Dioniso naturalmente, nostro magnanimo dio dell'ebbrezza e patrono del teatro. Composi questa lirica amorosa durante uno dei miei leggendari simposi, ma vi confesso di non averne buona memoria, sapete... quel buon vino di Chios... (tra le risate delle ragazze comincia la sua ode) Dedico questo canto a te...

dolce sorriso, chioma

di viola, bellissima Saffo...

O conchiglia del mare,
figlia di spiaggia e di schiumante onda,
come intenti ti guardano i fanciulli!

(applausi)

Bevi e inebriati con me, Melanippo. Che pensi?...

Una volta varcato l'Acheronte vorticoso

non tornerai più a vedere la luce pura

del sole. Suvvia, non nutrire speranze grandi.

Anche Sisifo, il re figlio di Eolo,

di tutti il più scaltro, pensava di vincere la morte.

Pur molto accorto, ma soggetto al destino,

due volte varcò il vorticoso Acheronte

e una pena grande diede a lui da soffrire sotto la terra nera

il re Cronide. Ma a queste cose non pensare.

Finché siamo giovani, ora più che mai dobbiamo

sopportare le pene che il dio ci dà.

 

Applausi scroscianti accolgono i versi di Alceo che ringrazia con un plateale inchino.

 

alceo:         Grazie, troppo buone, ma è giunto il momento di Erinna e non sto più nella pelle dalla curiosità. Dunque cosa hai scritto di bello?

 

erinna:        Solo poche parole in vero, ispirate dal quadro.

                    Questo ritratto è opera di giovani mani; mio caro Prometeo,

                    ci sono anche uomini pari a te in abilità.

Sicuro, poiché chi ha dipinto, così simile al vero, questa ragazza,

doveva aggiungerle solo la voce, ed avremmo Agatarchide intera.

 

 

“Lettura da Omero”

Sir Lawrence Alma-Tadema, olio su tela, cm. 91,8 x 183,5, anno 1885, Philadelphia Museum of Art.

 

Anche la lirica di Erinna viene accolta con grande entusiasmo e lei ne resta piacevolmente stupita.

 

alceo:                Perbacco quanto sei brava! Hai sentito Saffo?

 

saffo:                Altroché se l'ho sentita, complimenti Erinna, possiedi un talento assai raro, anzi, unico direi, considerando la tua giovane età.

 

erinna:               Grazie Saffo, detto da te è un grande onore.

saffo:                Bene, è arrivata l'ora degli esercizi fisici e la corsa. Che fai, Alceo, resti con noi?

alceo:                No, avrò certamente l'occasione di allenarmi nei prossimi giorni, ora devo andare al campo di Marte dai miei fratelli per organizzare le truppe, ma vi raggiungerò più tardi, promesso.

 

Congedatosi da Saffo e le sue allieve Alceo in pochi minuti raggiunge il campo di Marte dove l'aspetta una spiacevole sorpresa, infatti è presente anche Mirsilo, che sembra già essersi impossessato del comando delle operazioni, fiancheggiato dal suo capo dell'esercito Pittaco.

 

antimenide:         Alceo, alla buon ora, vieni che abbiamo un sacco di cose da fare.

 

alceo:                        Salute Antimenide, ciao Cici, allora, com'è la situazione?

 

cici:                            Ciao Alceo, come puoi vedere tu stesso, il vero capo della missione è Mirsilo, proprio quel che temevamo, da quando è arrivato stamattina non ha mai smesso di dare ordini.

 

alceo:                        Lo vedo, laggiù, insieme a Pittaco, ma noi cosa possiamo farci?

 

antimenide:         Nulla per ora, dobbiamo far buon viso a cattivo gioco, purtroppo. Venite, su, ci hanno visto e se non ci presentassimo subito desteremmo dei sospetti. Mi raccomando comportatevi normalmente, evitate ogni atteggiamento che possa far trasparire i nostri malumori, soprattutto te, Alceo, intesi? (si avvicinano a Pittaco e Mirsilo)

 

pittaco:             Eccoli qui i tre fratelloni, belli e fieri come Ares in persona! Mirsilo, hai ancora dubbi sulla nostra vittoria?

 

antimenide:                 Pittaco, Mirsilo, salute a voi! Che bello vedervi assieme e così pronti alla pugna!

 

mirsilo:              Ed è anche bello vedere che l'amor di patria riesce a farci riunire, buongiorno! Oh, pure tu Alceo, finalmente tra noi!

 

alceo:                        Salute! Mi chiedo proprio come avete fatto sino ad ora senza di me.

 

pittaco:             Questi sì che sono i veri misteri dell'esistenza. Comunque, benvenuti al campo di Marte, siete pronti per andare alla guerra?

 

antimenide:                 Noi e i nostri soldati siamo pronti e ansiosi di mettere a disposizione le nostre forze.

 

cici:                    Siamo qui appunto per conoscere le vostre strategie ed organizzare le truppe.

 

pittaco:             Strategie dici? Semplice, fate quel che vi dico e andrà tutto per il meglio.

 

mirsilo:                      Dice bene Pittaco, abbiamo già stabilito una testa di ponte sulla costa, vicino l'antica Troia. Dei messaggeri ci hanno informato che il contingente che ci ha preceduto non ha incontrato resistenza e ci attende. Potete partire tranquilli, è stato tutto organizzato a regola d'arte.

 

cici:                    Cosa intendi per "potete partire", tu non verrai con noi?

 

mirsilo:                      No, la mia presenza è molto più utile qui in patria, per garantire i rifornimenti, ma sarò comunque presente nei panni di Pittaco, che è come il mio braccio destro.

 

antimenide:                 Tutto chiaro, ma che ci guadagneremo noi Alceidi a guerra finita? In fin dei conti ci mettiamo quasi mille uomini, senza contare le armi e i cavalli.

 

mirsilo:                      Sapevo che l'avresti chiesto, non preoccuparti, avrete dei vantaggi commerciali e una quota dei proventi dell'attività del Sigeo, che come sapete non è un porto qualunque.

 

cici:                    Caro Mirsilo, non ci fraintendere, abbiamo piena fiducia di te, e naturalmente anche di Pittaco, che fa parte da anni della nostra etèria, ma è sempre buona regola definire tutto sin dall'inizio.

 

pittaco:             Infatti stiamo qui a parlarne, niente inganni tra noi, giusto? Venite ora, non restiamo sotto al sole, andiamo nella mia tenda a rinfrescarci, dobbiamo anche brindare alla vittoria, altrimenti gli dèi si offendono e ci negano la buona sorte!

 

alceo:                        Ottima idea, una buona coppa di vino è quel che ci vuole!

 

 

"Strigili e spugne" (Strigils and sponges)

Sir Lawrence Alma-Tadema, tempera, anno 1879, cm. 31,8 x 14, British Museum, Londra.

 

Frattanto le allieve di Saffo hanno terminato l'ora di corsa per i sentieri del promontorio che sovrasta Mitilene, il panorama è splendido in questa giornata primaverile, l'aria fresca e limpida esalta i colori dei fiori ed il profondo blu del mar Egeo, che si estende sotto di loro a perdita d'occhio. Dopo l'esercizio fisico si sono tutte riunite nei bagni, i cui grandi locali occupano un'intera ala del ginnasio. Saffo, che non ha partecipato alla corsa, già da mezz'ora si è accomodata dentro una delle vasche, il fragore dell'arrivo delle ragazze la desta dal torpore cui si era abbandonata.

È questo uno dei suoi momenti preferiti, le allieve si denudano per lavarsi e rivelano le proprie grazie senza eccessivo pudore. Inoltre durante il bagno l'atmosfera è sempre gioiosa e spesso le ragazze si fanno piccoli scherzi giocando spensieratamente tra loro e aiutandosi a vicenda nelle cure corporali. Tutto questo per la gioia di Saffo, che non si stanca mai di ammirarle estasiata.

Con un pizzico di malizia ognuna esibisce le proprie forme più sinuose esaltandole con movenze sensuali, apparentemente senza particolari intenzioni, ma il vero scopo è raggiungere l'intimo compiacimento procurato dalla sicurezza di poter suscitare passioni e desideri inconfessabili.

Spesso Saffo afferma che l'amore tra donne è il miglior viatico per una buona vita coniugale. Questo concetto non è del tutto privo di fondamento in effetti, l'esperienza di pedagoga in un ginnasio le dice che la pudicizia alla lunga è la peggior nemica dell'alcova. Le pratiche sessuali femminili sono generalmente meno traumatiche di quelle tra duomo e donna, poiché non vi è penetrazione con perdita della verginità. Alcune ragazze hanno grandi difficoltà a superare la fase del primo accoppiamento con l'altro sesso, ciò varia in base al carattere individuale; il nucleo del mestiere di Saffo è appunto quello di capire le sue allieve soggettivamente, valutando con la sua proverbiale serietà se e quanto ognuna di loro sia pronta per un matrimonio, possibilmente felice. Saffo stessa però, sebbene abbia già da qualche mese compiuto ventisette anni, non si è ancora sposata, questa è la contraddizione più evidente nella sua vita, talvolta le sembra quasi di emulare la vedovanza di sua madre, solo che lei un marito non ce l'ha mai avuto. In passato a dire il vero c'è stato qualche uomo di cui aveva persino pensato di essersi innamorata, ma si trattava di passioni passeggere, avventure sessuali sporadiche che sortirono solo l'effetto di consolidare in lei la convinzione di non poter condividere la sua esistenza con un maschio, gli uomini sono sempre troppo ossessivi e di una brutalità ambigua e intollerabile. Certo Alceo è diverso, ma non lo ama, sebbene sia la persona con cui prova l'intesa più forte.

 

gongila (“tersicore”):                 Drusilla mi aiuti a lavarmi la schiena? Non ci arrivo.

 

nerissa:             Qualcuno ha visto i frigili che stavano qui sopra?

 

eirene:                        Vuoi smetterla di schizzarmi, Damofilia, dài, ti prego, non mi voglio bagnare i capelli.

 

damofilia:           Tanto resti sempre la novellina e la mia servetta personale.

 

Erinna pure si è spogliata e si appresta a entrare in acqua.

 

saffo:                Vieni Erinna, siediti accanto a me, Drusilla, vuoi raggiungerci per favore? Porta con te la sacerdotessa, che voglio far capire meglio a Erinna dov'è capitata. Erato, ti andrebbe di suonarci qualcosa?

 

anagora (erato):Volentieri, vi suonerò un brano adatto a questo momento magico.

 

saffo:                Ebbene dicci Erinna, quali sono le tue impressioni di questa prima giornata alla scuola di Saffo? Chissà quante voci strane avrai sentito sul nostro conto...

 

erinna:               A dire il vero mi pare un po' presto per dire le mie impressioni, aspetterei almeno di aver trascorso qui la prima notte!

 

drusilla:            Però, sveglia la ragazzina...

 

erinna:               Comunque si può facilmente capire che siete un gruppo straordinario e sono contenta di esservi accolta, non ti nascondo che girano molte voci riguardo ai tuoi particolari gusti sessuali, che sarebbero specialmente rivolti al mondo femminile.

 

saffo:                Non starò qui a cercare di smentire queste voci, del resto è risaputo che c'è sempre un fondo di verità nelle dicerie popolari. Ci tengo però a precisare che il mio orientamento sessuale non è rivolto esclusivamente alle donne, e anche le altre ragazze ti potranno confermare che questo elemento non influisce in alcun modo all'attività del ginnasio. Il mio scopo principale è di prepararvi al matrimonio, tutto il resto è di secondaria importanza.

 

la sacerdotessa (dike):      Saffo però non dice tutto, avrai già sentito pronunciare la parola tiaso, comunemente si definisce così un gruppo di donne dionisiache, di baccanti insomma. Noi invece siamo devote di Afrodite, la grande madre che ci protegge e ispira ogni nostra azione. Per comprendere il nostro tiaso devi immaginarti la fusione di varie parti in un corpo unico, una singola selvaggia fiera dove ognuna di noi è intimamente legata alle altre come le dita di una mano, ed è un legame così forte da sfidare le regole del tempo e dello spazio.

 

Erato ha iniziato la sua dolce melodia amplificata dal riverbero della grande sala da bagno, mentre Tersicore (Gongila), stimolata dalla buona musica, la segue con la sua tipica danza ricca d'intensa gestualità, dapprima timidamente con movimenti ampi e lenti, poi in modo sempre più cadenzato e veloce.

 

drusilla:            Saffo, vuoi recitare per noi la tua ode ad Afrodite? Quale occasione migliore di questa, così potrà conoscerla anche Erinna...

 

saffo:                Va bene, ma non so se la ricordo tutta a memoria, vogliate quindi perdonarmi se dimentico o invento qualche parola.

 

O Venere dal soglio
 variopinto, eterno germoglio di Giove;

a te d'amorosi furti
artefice io supplico:

l'animo non gravarmi, o Dea, di tormento e affanni.



Vieni, se al lamento d'amor ch'io spesso ti mandavo

l'orecchio attento
 porgesti.


E uditolo lasciavi la paterna casa d'oro e a me traevi;

aggiogato il cocchio aureo

quaggiù sulla bruna terra menato dall'agili ali di passeri leggiadri,

dal cielo per l'aere lesta giungevi.

Tu, beata, sorridendo nel tuo volto
 immortale

mi chiedevi qual fosse la mia nuova angoscia

e la cagion ch'io t'invocavo.

Come quietar volessi il mio desio furioso

e di quale altro amore il laccio ti chiedessi:

< Chi, Saffo mia, chi ti martella il core?



Or fugge da te costei? 
Tra breve i passi tuoi
 seguiterà;

se non accetta doni, te ne offrirà;

Ella non t'ama ancora?
 Subito t'amerà, pur se non vuol >.

Torna pure a me adesso: sana la sanguinante
ferita mia:

Ciò che il desir pregno domanda, fai tu che avvenga.

E sii tu stessa al mio fianco nella pugna.

 

Le ultime parole Saffo le pronuncia con voce mozzata e i suoi occhi sono colmi di pianto, un'emozione inarrestabile la travolge quando rivede nella danza di Tersicore gli stessi movimenti di Gellone, quando ballava con quei medesimi versi sulla spiaggia di Eressos, dodici anni prima. Alle ragazze che le chiedono il motivo di tanta commozione, Saffo dice che non è niente, ma quando alza la testa e incrocia lo sguardo acuto di Erinna, comprende in un attimo che è lei l'unica persona che potrà mai arrivare a capirla davvero.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Saffo e Afrodite”

Dario Iosimi, collage e acrilico su tavola cm. 125 x 61,5, 1998, collezione privata, Roma.

 

Capitolo 3.

 

Mitilene, scuola di Saffo, tardo pomeriggio di quello stesso giorno.

 

 

 

Il “Simposio” – coppa (kylix) del V sec. a.C., Corpus Christi College, Cambridge, U.K.

 

alceo:                        (dopo aver bussato, va ad aprirgli Atthis) Son tornato, come vi avevo promesso. Con me c'è Melanippo, sai, domani partirò per la guerra e desideriamo stare un po' insieme. (scostandosi un poco dall'uscio per consentire a Melanippo di affacciarsi)

 

melanippo:                  Ciao! Abbiamo anche portato del buon vino.

 

atthis:                Ciao meravigliosi birbanti! Avete fatto proprio bene a venire, prego, entrate, accomodatevi!

 

alceo:                        Grazie cara. Ma dov'è Saffo?

 

atthis:                Di solito a quest'ora sta in bagno a prepararsi per la sera, come gran parte del tiaso, così al tramonto siamo tutte pronte e ci ritroviamo per la cena. Comunque manderò subito qualcuno ad avvisarla che siete qui.

 

alceo:                        Non voglio che le metti fretta, io e Melanippo staremo benissimo su questi triclini, e per ingannare l'attesa cominceremo ad inebriarci un po', dicci solo dove possiamo trovare un paio di coppe e dell'acqua fresca. Tu piuttosto, non vai a farti bella? Non perder tempo con noi!

 

atthis:                Mi avete convinto, andrò anch'io a farmi bella, qui c'è una forte concorrenza, sapete? Nessuna può permettersi di trascurarsi, neppure un giorno.

 

alceo:                        Sfido io, siete una più fica dell'altra!

 

atthis:                Allora ci vediamo dopo, adesso vi faccio portare le coppe e l'acqua. Voi fate i bravi, mi raccomando...

 

alceo:                        Grazie Atthis, non temere, puoi lasciarci soli, promettiamo di comportarci bene.

 

melanippo:                  Ci manterremo casti... (sghignazzando tra i denti)

 

In effetti cosa può esserci di meglio di una moderata ebbrezza per addolcire i cuori e restituire allo spirito un po' di sano oblio? Tant'è che Alceo e Melanippo non si accorgono proprio dell'ora abbondante che devono attendere prima che Saffo o qualcuna delle ragazze si faccia vedere dalle loro parti. La prima a raggiungerli è Saffo appunto, elegantissima come sempre, indossa una leggera veste di lino color giallo oro, tenuta sul seno e in vita da sottili collane di corallo. È una tipica serata primaverile come solo Lesbo sa offrire, la calda brezza dell'Egeo porta il profumo del mare ed il concerto del corteggiamento dei gabbiani.

 

 

“Girl in Yellow Drapery”, John William Godward (Wimbledon 1861 – London 1922)

1901, olio su tela, cm. 30.5 x 61, collezione privata.

 

saffo:                         Alceo, Melanippo, che gioia vedervi!

 

alceo:                        Splendida Saffo, salute a te! Hai visto chi ti ho portato?

 

melanippo:         Saffo, sei più bella che mai... (abbracciandola)

 

saffo:                         Ma è proprio quello autentico, il maestro in carne ed ossa! Dammi un bacio, prima che mi svegli da questo sogno. Ti ha detto Alceo l'adorazione che ha suscitato il tuo dipinto? Presso il tiaso è già diventato un oggetto di culto.

 

melanippo:                  Se quel che dici è vero non posso che esserne lusingato e felice, ma gran parte del merito è tuo, le ragazze adorano te, non certo la mia arte.

 

saffo:                         Sei troppo modesto, sono pochi gli artisti in grado di dipingere un quadro così, personalmente non ne conosco.

 

melanippo:                  E tu sei troppo buona, grazie.

 

saffo:                         A proposito, ho anch'io un regalino per voi, vado a prenderlo, aspettatemi un minuto.

 

Intanto sono sopraggiunte alcune allieve.

 

dike (la sacerdotessa):      Ciao Alceo, ti ricordi di me? Sono Dike, quella che chiamano la ”sacerdotessa”.

 

alceo:                        La stessa che gira sempre portandosi appresso un tirso, giusto?

 

dike (la sacerdotessa):               Proprio lei, ho saputo che sei un devoto di Dioniso, è vero?

 

alceo:                Sì, diciamo che non mi reputo un fanatico, però è sicuramente il mio nume di riferimento. Di quando in quando vado al tempio a portare delle offerte, purtroppo non molto spesso, perché come sai si trova fuori città. Comunque ti posso assicurare, e il qui presente Melanippo lo può testimoniare, che dedico a Dioniso tutte le mie libagioni migliori, dunque quasi ogni giorno. Ma tu conosci Melanippo solo attraverso il suo ritratto di Saffo, allora, visto che sta qui, approfitto per presentartelo. Vieni Melanippo, che ti faccio conoscere questa favolosa ragazza; lei è Dike, la Sacerdotessa!

 

dike (la sacerdotessa):               Salve, sono onorata!

 

melanippo:                  (baciandole la mano) L'onore è mio...

 

alceo:                        Ecco Saffo, chissà che bel regalo ha in serbo per noi.

 

melanippo:         Un oggetto misterioso, che emozione!

 

saffo:                         Eccoci... Vi confesso che ho comprato questo regalo già da una settimana, però stavo riflettendo se darvelo o no. Ma quando prima vi ho visto insieme non ho avuto più dubbi.

 

alceo:                        Sono davvero all'apice della curiosità.

 

Alceo riceve il regalo da Saffo, rimosso il panno che l'avvolge non riesce a trattenere un verso di stupore e una fragorosa risata. Poi lo passa a Melanippo che lo mostra a tutti i presenti. Si tratta di un fallo di legno chiaro finemente lavorato.

 

alceo:                        Saffo, solo tu potevi fare un regalo così!

 

melanippo:                  È bellissimo, l'hai visto bene? Così realistico e levigato... Lo scultore che l'ha fatto è veramente un maestro.

 

saffo:                         Puoi dirlo forte, dopo di te è l'artista più bravo che conosco.

 

alceo:                        (riprendendo in mano il fallo ed avvicinandoselo agli occhi per osservarlo meglio) Hai proprio avuto un pensiero affettuoso... Sei sicura di volertene privare? È un oggetto di grande pregio...

 

saffo:                         Non temere, ne possiedo altri due. Ovviamente non sono tutti uguali, si somigliano, ma a ben vedere li si può facilmente distinguere, come in natura.

 

alceo:                        E tu, questo qui in particolare, l'hai provato? Puoi garantirci che funziona bene?

 

saffo:                         Io francamente non l'ho provato, uso sempre i miei, l'altra sera però, se non erro, Atthis se lo è portato a letto, poi l'ha dato a te, Dike, ricordi?

 

 

dike (la sacerdotessa):               Beh, sì. Però me l'ha messo nel sedere, io sono vergine e quindi posso solo dare un giudizio... per così dire... anale.

 

alceo:                        Va bene lo stesso, no? Dunque che dici? Ci possiamo fidare?

 

dike:                            Certamente si tratta di un fallo di ottima fattura, non solo per la sua bellezza, ma direi anche per la sua efficacia, viste le dimensioni, indubbiamente più grandi del normale...

 

melanippo:                  Continuo a sostenere che lo scultore che ha costruito questo fallo è un grande maestro. Hei! Guardate qui, c'è uno scomparto segreto!

 

saffo:                         In effetti la parte centrale del fallo è cava, l'artista mi ha detto che quello spazio segreto serve a metterci oli lubrificanti e detergenti profumati, ma potete anche nasconderci piccoli papiri con poesie o messaggi d'amore.

 

alceo:                        Ottima idea, ma è pur vero che il legno, per quanto lisciato, genera attrito, quindi per un buon funzionamento del fallo bisogna cospargerlo con lubrificante, vero Dike?

 

dike (la sacerdotessa):               Esatto, ma di questo si è occupata Atthis...

 

atthis:                Se è per questo mi sono occupata anche di pulirlo e profumarlo.

 

alceo:                        Veramente premurosa...

 

saffo:                         In definitiva l'abbiamo utilizzato solo una volta, è come nuovo, se non ve lo avessimo detto non l'avreste scoperto mai.

 

melanippo:                  Non credo che né io né Alceo siamo scandalizzati perché il tuo regalo ha incontrato il fondo schiena della Sacerdotessa, anzi, per quanto mi riguarda avrei preferito che Atthis non l'avesse ripulito...

 

saffo:                         Cos'era, una specie di complimento?

 

dike (la sacerdotessa):               Sono commossa...

 

alceo:                        Sapete cosa mi è balenato proprio adesso nella testa? Potremmo fare un altro gioco divertente servendoci del grazioso regalo di Saffo.

 

atthis:                Sì, dài, divertiamoci un po'!

 

alceo:                        Allora vi spiego come funziona: io e Saffo cominceremo scrivendo su un pezzetto di papiro una penitenza in versi senza sapere a chi è destinata. Poi metteremo il papiro dentro al fallo, ci disporremo tutti in cerchio e lo faremo girare nel centro. Quando si fermerà, chi verrà indicato dovrà compiere l'azione descritta nella poesia-penitenza. Quindi a sua volta ne scriverà un'altra e farà girare il fallo di nuovo, e così via.

 

 

John William Godward, A Priestess (Dike?), cm. 159,4 x 71,4, 1893, collezione privata.

 

Mentre gli schiavi dispongono i triclini in circolo e mettono in ordine il resto delle cose sparse nella corte, Saffo e Alceo sembrano impegnatissimi in un serio contenzioso per comporre la poesia-penitenza, dopo un po' trovano un accordo e vanno a ultimare i preparativi per il primo giro del gioco.

 

saffo:                         Eufrino, hai distribuito a ciascuno una coppa per il vino?

 

eufrino:                      Certo signora. Mnaide e Arignota stanno portando da mangiare, faccio posare tutto su questo tavolino?

 

saffo:                         No, per il cibo porta un altro tavolo, fammi la cortesia, questo basso mi occorre per il nostro gioco.

 

eufrino:                      Va bene, serve altro?

 

saffo:                         Sì, ovviamente altra acqua e altro vino, quello che hanno portato Alceo e Melanippo credo che finirà presto...

 

alceo:                        Sedetevi, prego, che cominciamo! Atthis, potresti prestarmi un po' del tuo olietto? Così girerà meglio.

 

atthis:                Sì, ce l'ho sempre con me, per ogni evenienza. (gli porge un'ampolla con l'olio)

 

alceo:                        Grazie, ora siamo pronti, Saffo, vuoi essere tu la prima a far girare il fallo?

 

saffo:                         Volentieri, l'hai oliato per bene? Allora... via! (e lo fa girare sul tavolino con una spinta vigorosa)

 

Grazie alla lubrificazione accurata il moto circolare di quella curiosa replica lignea del membro maschile sembra non doversi più fermare, quindi, mano a mano che rallenta, sale l'urlo degli astanti. Tutti vogliono incitarlo come fosse animato, tutti tranne Nerissa, poiché si ferma proprio indicando lei. Come da regolamento Nerissa, superato il primo momento d'imbarazzo, va decisamente ad aprire il tappo di sughero sotto ai legnosi testicoli del fallo, per estrarre il messaggio contenuto al suo interno. Non lo legge subito a tutti, vuole prima capire di cosa si tratta, ma poi, a seguito di pressioni incalzanti, rivela finalmente i fatidici versi.

 

nerissa:                      (mal celando un fugace sorrisetto ironico) Ecco cosa dice il papiro:

Qual pantera alla sera, del pube il pelo mostrerai, poi lo stesso farai con chi puntato sarà, quando girato ancor, tal rigido nervo avrà. Un velo intorno cercherai per ricoprire il pelo tuo ed il suo, quando la chimera si vedrà , pure la prova finirà.

 

 

 

John William Godward, Nerissa, anno 1906, cm. 152,4 x 82,6, olio su tela, collezione privata.

 

saffo:                         Capito cosa devi fare? Per lo spogliarello possiamo fornirti un po' di sottofondo musicale. Drusilla, Erato, ci fate voi della musica appropriata? Ve ne saremo grati.

 

nerissa:                      Penso di aver capito tutto, a parte il paragone con la pantera...

 

alceo:                        Semplice, devi imitare il comportamento della pantera, camminare a quattro zampe come lei, fare le fusa, eccetera. A quanto pare le pantere di sera si mettono col culo all'aria, almeno così dice Saffo, io però non le ho mai viste.

 

Tornate Erato e Drusilla con i rispettivi strumenti musicali, dopo lunghe insistenze Alceo convince Melanippo ad unirsi a loro per improvvisare un concerto a tre. Melanippo è un eccellente flautista ma è anche troppo timido per proporsi da sé, quindi Alceo gli dà una mano a superare questo limite di carattere quando serve, sapendo che gli fa un gran piacere suonare quando ne ha l'occasione, specie con altri musicisti, tant'è che si porta sempre addosso il suo flauto. Inizia la musica con il lento e cadenzato ritmo di Drusilla, seguita da Erato e Melanippo con le loro sensuali melodie intrecciate. Anche Nerissa comincia a spogliarsi, come suggerito da Alceo prova ad abbozzare una sorta di danza che dovrebbe ricordare le movenze della pantera; Nerissa certo non eccelle come danzatrice, ma sulla sua straordinaria bellezza non si discute, quando lascia cadere l'ultimo indumento e si fa ammirare in tutta la sua splendida nudità, si scatena immediatamente un tripudio di applausi e complimenti. Lei, stando simpaticamente al gioco, si mette a “quattro zampe” e fa un giro fra i triclini sculettando e facendo le fusa; per terminare questo grazioso spettacolo prende il pene finto con la bocca e lo mostra a tutti tenendolo tra i denti, quindi, in un frenetico crescendo di musica e grida lo fa roteare nuovamente sul tavolino. Questa volta a restare ammutolita è Dike, la ”sacerdotessa”, perché il glande di legno si è fermato proprio indicando lei. Allora Nerissa, completamente immedesimata nel ruolo della fiera selvaggia, le si scaglia addosso strappandole via le vesti a suon di feline "zampate", ed avendola totalmente denudata, non contenta, la “possiede” mimando un altrettanto selvaggio atto sessuale. Ad interrompere questo coito che, seppur simulato, sta diventando un po' troppo realistico, è la ieratica Saffo, che porge a Nerissa due brani di tessuto finissimo, con cui lei finalmente può costruire un abito succinto per se stessa e per Dike, seguendo fino in fondo le istruzioni della poesia-penitenza. La ”sacerdotessa” è ancora incredula di quanto le è capitato negli ultimi cinque minuti, ed è rimasta lì incantata con un'espressione esterrefatta sul viso. Vedendola Saffo scoppia in una gran risata, poi le chiede:

 

saffo:                         Ti ha dato una bella ripassata, eh?

 

dike (la sacerdotessa):               Accidenti che foga! C'ho la fica zuppa!

 

saffo:                         Adesso vai da lei, dovete scrivere insieme un'altra poesia-penitenza per il prossimo giro.

 

Dopo aver confabulato qualche attimo le prime due protagoniste del nuovo gioco hanno già riempito il pene di legno col piccolo papiro arrotolato su cui hanno scritto la loro penitenza in rima. È tutto pronto, quindi basta solo una spinta e si può dar vita ad una nuova emozionante tornata. Anche stavolta un chiassoso incitamento accompagna l'evoluzione del cazzo, che si ferma imprevedibilmente su Melanippo, suscitando grande vociferazione. Lui è come paralizzato dallo stupore, da cui si ridesta solo in seguito all'assordante coro <Melanippo! Melanippo!>, che tutti gli rivolgono per spronarlo. Tirato fuori il papiro, lo srotola e si accinge a leggerlo nel ritrovato silenzio.

 

melanippo:                  Dunque, il messaggio è breve, ma assai esplicito, dice così:

Senza tema di sberleffo, bacerai la fica a Saffo.

 

alceo:                        Ma non vale, che razza di penitenza è?

 

saffo:                Che ne sai tu? Magari per lui è realmente una penitenza...

 

Melanippo a questo punto è diventato rosso come un peperone dall'imbarazzo, vista la situazione Alceo accorre in suo soccorso e lo conduce da Saffo tenendolo sottobraccio. Lei attende seduta compostamente su un triclinio. Quando i due amici le si presentano dinanzi prende un cuscino e lo posa a terra ai suoi piedi. Sempre coadiuvato da Alceo, Melanippo s'inginocchia ed alza alfine lo sguardo su Saffo, che gli si rivolge direttamente con la voce più dolce e rassicurante che conosce.

 

saffo:                Non è così grave, basterà un bacio breve. (aprendo le gambe e scoprendosi la fica)

 

alceo:                        Breve ma intenso, mi raccomando...

 

Senza indugiare oltre Melanippo tuffa la faccia tra le cosce di Saffo, affondandole tutta la lingua nella vulva già fradicia. Lei gli passa una mano tra i capelli mentre le sfugge un gridolino di piacere.

 

alceo:                        Va bene, può bastare, vero Saffo?

 

saffo:                Non vorrei farlo smettere, però devo dire che il bacio me l'ha dato, un bacio vero.

 

alceo:                        Gli facciamo un grande applauso? (alzando il braccio destro di Melanippo in segno di vittoria, e l'invito viene subito accolto con entusiasmo)

 

melanippo:                  Però!... Meglio degli atleti di Olimpia...

 

alceo:                        È giusto, vai celebrato come un campione.

 

saffo:                Ben detto, un campione dell'arte!

 

alceo:                        ... E pure del sesso...

 

melanippo:                  Grazie, troppo buoni.

 

saffo:                Questo gioco è veramente carino, però s'è fatto un po' tardi e vedo che una buona parte del tiaso sta facendo uno sbadiglio appresso all'altro. Lo rifaremo la prossima volta, naturalmente continuando da Melanippo. Voi dormite qui, giusto Alceo? Non vorrete mica rientrare a casa tua a quest'ora di notte?

 

alceo:                        Va bene, se proprio insisti... ti ringrazio.

 

saffo:                Adesso vi faccio preparare la stanza di Atthis, tanto lei dorme con me.

 

Le ragazze cominciano a ritirarsi nelle loro stanze e passano da Saffo per i saluti della buonanotte.

 

saffo:                Erinna, già stanca? Stasera te ne sei stata sempre in disparte, la nostra compagnia è così noiosa?

 

erinna:               No, figurati, dipende da me, è un periodo in cui mi sento un po' stranita, ecco tutto.

 

saffo:                Stranita, che significa? Sei sicura di stare bene?

 

erinna:               Poco fa ho incontrato casualmente alcuni uomini che lavorano con mio padre e mi hanno dato una terribile notizia. Bauci, la ma mia migliore amica, è morta la scorsa settimana in seguito a una rara malattia fulminante. È accaduto il giorno stesso delle sue nozze, noi, siamo cresciute insieme, eravamo come sorelle. (con le lacrime agli occhi)

 

saffo:                Che mi dici, è veramente orribile! Povera cara, c'è qualcosa che posso fare per te? Come posso aiutarti? (abbracciandola)

 

erinna:               Temo che non esista rimedio al mio dolore, ma provo sollievo a stare qui con voi, mi distrae da brutti pensieri.

 

saffo:                Vuoi che dormiamo insieme stanotte? Forse oggi non dovresti stare da sola...

 

erinna:               (scostandosi) E tu non dovresti provare tutto il tempo a portarmi a letto. No, grazie, credo sia meglio che io vada a coricarmi nel mio giaciglio, da sola. Certamente la compagnia non ti mancherà, c'è Atthis, Dike... e chissà chi altro. Salute a te, nobile Saffo, buonanotte! Buonanotte Alceo! Buonanotte Melanippo! (alzando un po' la voce, poiché si trovano a qualche metro di distanza)

 

alceo e melanippo:              Buonanotte Erinna!

 

saffo:                Se preferisci così... allora... buonanotte!

 

damofilia:           (avvicinandosi e barcollando un po') Saffo, sto proprio cadendo dal sonno, altrimenti continuerei volentieri la serata...

 

saffo:                Bimba mia, vai pure a riposare, non preoccuparti di noi, buonanotte!

 

melanippo:                  Non dimentichiamoci il regalo di Saffo!

 

atthis:                        Volete che gli dia una ripulita?

 

alceo:                        Sarebbe veramente un gesto gentile, grazie.

 

atthis:                        Allora vado, lo faccio e torno subito.

 

dike (la sacerdotessa):               Alceo, ma è proprio vero che domani vai in guerra? Scusa l'impertinenza, ma non ti ci vedo nei panni del prode guerriero!

 

alceo:                        Hai ragione, certo non posso incarnare il soldato esemplare, anzi, sono profondamente convinto che la guerra sia il mezzo peggiore per risolvere le controversie fra gli uomini. Questo però non significa che io sia incapace di affrontare il combattimento. Gran parte della mia educazione è stata improntata all'uso delle armi e la lotta.

 

dike (la sacerdotessa):               E tu Melanippo, andrai a combattere?

 

melanippo:                  Per fortuna questa guerra me la posso risparmiare, io infatti sono nato a Pella, in Macedonia. Ma sono anch'io in partenza domani, vado nell'Eubea e poi a Delfi, per un viaggio di studio personale.

 

dike (la sacerdotessa):               Dunque ci rivedremo chissà quando...

 

melanippo:                  Beh, speriamo presto!

 

alceo:                        Ecco Atthis, scommetto che ha pulito e profumato perfettamente il nostro prezioso cazzone.

 

atthis:                        Eccolo qua, lindo e pronto all'uso!

 

alceo:                        Se vuoi possiamo prestartelo per stanotte...

 

atthis:                        Non è una cattiva idea, tu che dici sacerdotessa?

 

dike (la sacerdotessa):               Dico che mi piacerebbe molto di più provarne uno autentico, quello sarà anche ben fatto, però è finto.

 

alceo:                        Le tue parole sono rare perle di saggezza, però, a pensarci bene, stasera il tuo desiderio sarebbe realizzabile, ci siamo noi!

 

dike (la sacerdotessa):               Sicuramente vorrete starvene un po' per conto vostro, domani dovrete separarvi per chissà quanto tempo...

 

alceo:                        È vero, però non dobbiamo stare con voi tutta la notte, Saffo ci ha messo a disposizione una camera, dunque ad un certo punto possiamo andare lì e starcene da soli, che ne pensi Melanippo?

 

dike (la sacerdotessa):               Non sono mai stata a letto con un uomo e intendo restare vergine, come si confà ad una buona sacerdotessa, però se tu volessi io ti darei volentieri il mio sedere...

 

atthis:                        Perbacco che sfacciata!

 

alceo:                        Fa benissimo, invece, questa è una rara occasione.

 

melanippo:                  Pare che siate tutti d'accordo, allora non posso far altro che accettare l'offerta, sono lusingato ed eccitato all'inverosimile, è veramente una serata pazzesca e meravigliosa!

 

alceo:                        Un momento, non abbiamo sentito il parere di Saffo!

 

atthis:                        Sarà sicuramente favorevole, però lasciate che le parli io.

 

saffo:                (dopo aver parlato con Atthis) Dunque non posso distrarmi un attimo che voi complottate alle mie spalle...

 

alceo:                        Perché guardi me? Io non c'entro niente!

 

dike (la sacerdotessa):               Stavolta è vero...

 

saffo:                (interrompendola) Zitta tu! Atthis mi ha raccontato tutto...

 

alceo:                        Insomma ti piace la nostra idea?

 

saffo:                Allora, mi dici cosa dovremmo fare noi mentre Melanippo s'incula la sacerdotessa?

 

atthis:                        (anticipando la risposta di Alceo) Qualcosa c'inventeremo, vedrai...

 

È una di quelle volte in cui Saffo, con un'occhiata, dice più di mille parole, e in un attimo s'intende con Atthis, mentre ad Alceo fa solo un cenno con la testa ad indicare la sua camera da letto.

Senza perdere tempo Alceo si toglie tutti gli indumenti mentre cammina verso il letto di Saffo, vi giunge già completamente nudo ed eccitatissimo. Saffo arriva subito dopo e con una mossa acrobatica lo costringe a sdraiarsi mettendosi a cavalcioni sulle sue spalle e strofinandogli vigorosamente la fica sulla faccia. Atthis, vedendo il pene di Alceo così gonfio e lasciato, per così dire, “incustodito”, non riesce a resistere alla tentazione di leccarglielo tutto. Stessa cosa ha pensato di fare la sacerdotessa con Melanippo, che però la deve subito fermare per evitare di sborrarle in bocca dopo pochi secondi.

C'è un segreto per cui Saffo riscuote un notevole successo presso le sue amanti, il sapore della sua fica è talmente intenso e inebriante da generare stordimento, proprio come una droga, ed inoltre lei quando gode emette degli adorabili gemiti con una voce da bambina che non si sa da dove le esce, ma è bellissima. Alceo sta rivivendo questa esperienza, aveva già fatto l'amore con Saffo, ma era successo solo una volta alcuni anni prima, troppo poco per lasciare un segno significativo fra i tanti ricordi di gioventù. Ora quindi, sebbene stia quasi perdendo i sensi soffocato da questo furore dei sensi, si è completamente abbandonato al suo volere stravagante. Ma poco prima che Alceo soccomba, la lunatica Saffo ha deciso di cambiare posizione, restandogli sempre sopra, si è spostata più in basso, e con un gesto fulmineo, si è infilata il suo cazzo dentro la fica, ovviamente assistita dalla zelante Atthis, la quale non fa neppure in tempo a dare una mano da una parte, che deve subito correre in aiuto di Dike che si è messa in posizione “pecorina” e le chiede di lubrificare l'enorme pene di Melanippo che è in procinto di ficcarglielo nel culo.

 

atthis:                        (cospargendo d'olio il membro di Melanippo) Sapevo che mi sarebbe servito prima o poi...

 

melanippo:                  Ti prego fai presto, mi sta scoppiando.

 

dike (la sacerdotessa):               Melanippo, sfondami il sedere!

 

melanippo:                  Ti accontento subito! (e la penetra piano piano, ma inesorabilmente, dilatando a dismisura il buchino tra quelle chiappette rosate)

 

Alla sacerdotessa adesso tocca un doppio lavoro che fatica non poco a svolgere, Atthis infatti, terminato il suo contributo sul retro, si è messa davanti a lei a gambe larghe, costringendola a succhiarle la vulva bagnatissima, tirandole nel contempo la testa verso di sé. Dike però è senza fiato, perché Melanippo, che all'inizio la inculava delicatamente, preso dall'eccitazione, le sta dando delle potenti bordate, ficcandole dentro tutto il suo cazzone fino ai coglioni e tirandolo fuori ad un ritmo impressionante. Sentendo le strilla della sacerdotessa, Saffo chiede a Melanippo se gentilmente voglia inculare anche lei. Per Dike è una vera fortuna, è sfinita oramai, e quella tregua rappresenta la salvezza. Frattanto Saffo, da quando Melanippo gliel'ha messo nel culo, è in preda a un autentico delirio.

 

saffo:                (muovendo freneticamente il bacino) Due cazzi, sii! Godo!

 

melanippo:                  Non resisto più, sborrooo! (e innaffia di seme l'orifizio anale di Saffo)

 

Attis e la sacerdotessa si alternano leccando un po' lo sperma sparso sul corpo di Saffo e un po' quello che resta sul pene di Melanippo, dividendoselo equamente da brave amiche. Poi Atthis passa il cazzo di Alceo dalla fica al dilatato buco del culo di Saffo.

 

atthis:                        (massaggiandogli le palle) Adesso puoi sborrare tranquillamente senza rischiare di fare un piccolo Alceo...

 

saffo:                (cavalcandolo selvaggiamente) Riempimi di sborra!

 

Non fa neppure in tempo a finire la frase che dal pene di Alceo comincia a schizzare una gran quantità di bianco seme, cogliendo persino alla sprovvista Atthis e Dike che stavano ancora ciucciando il glande a Melanippo. Atthis, accortasi che Alceo stava eiaculando così copiosamente dice alla sacerdotessa:

 

atthis:                        (le porge il cazzo di alceo ricoperto di sperma) Prego, prima tu...

 

dike (la sacerdotessa):               Grazie, molto gentile... (dandogli una schioccante succhiata e bevendosi un sorsone di sborra)

 

alceo:                        (alzandosi) Stasera c'invidiano pure gli dèi!

 

saffo:                (mettendosi in piedi sul letto e con le braccia al cielo) Facciamo invidia agli dèi?

 

tutti insieme:              Sìì!! (abbracciandosi)

 

Alceo e Melanippo non potevano immaginare un'avventura più sorprendente, hanno scoperto entrambi di avere una grande attrazione per le femmine, o perlomeno per quel tipo di femmine così particolari, la cui intimità hanno conosciuto in circostanze veramente incredibili. Però è arrivato il momento di ringraziare le signore e ritirarsi, “per non guastare un quadro perfetto bisogna sapere quando fermarsi", come direbbe Melanippo. I due quindi, sebbene un po' a malincuore, salutano e si avviano nudi verso la loro stanza ed il loro mondo, la notte è ancora giovane...

 

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Particolare del famoso affresco rinvenuto a Paestum nella “Tomba del Tuffatore”, raffigurante una coppia di commensali.

 

Capitolo 4.

 

Regione della Troade, nei pressi dell'antica Troia e del porto del Sigeo.

Accampamento dei Lesbi sulla costa.

 

 

È il crepuscolo di una lunga giornata di navigazione per Alceo e i suoi fratelli, sono da poco approdati sulla costa del continente, in lontananza si possono vedere le rovine di Troia e lo spirito poetico di Alceo non può fare a meno d'immaginare gli eroi omerici le cui gesta sono incise per sempre nella storia e nelle pietre che adesso, a distanza di secoli, sono testimoni delle loro gesta: un altro conflitto, altri uomini. Così non può fare a meno di figurarsi Agamennone capeggiare schiere urlanti di achei alla carica, o i duelli feroci di Paride e Menelao, di Ettore e Achille, la struggente morte di Patroclo...

 

 

alceo:                Accidenti, questo viaggio mi ha distrutto, odio navigare, nessuno pare averne tenuto conto, perbacco! State bene voi? (rivolto ai fratelli) Hanno già montato le nostre tende? Non vedo l'ora di sdraiarmi sul mio triclinio, e magari organizzare un piccolo simposio da campo (sogghignando tra sé).

 

cici:                            Fossi in te penserei piuttosto a riposare, potrebbe esserci battaglia già domani. Ma tanto so che non lo farai, non dài retta a nessuno, tantomeno ai fratelli, giusto?

 

alceo:                Insomma, Cici, come sei pedante. Eppure sono convinto che non ti farebbe male partecipare a uno dei miei famigerati simposi.

 

antimenide:                 Quando smetterete di ciaccolare come due comari forse qualcuno andrà a cercare Efestione, trovatelo, abbiamo urgenza di parlargli.

 

alceo:                Agli ordini capo!

 

efestione:                  (sopraggiungendo in quel momento) Eccovi finalmente. Dove vi eravate cacciati?

 

antimenide:                 Efestione! Ti stavamo giusto nominando un attimo fa. In mezzo a questa confusione non ci avevi visto. Vieni, che ho cose importanti da dirti. Come sai il generale Pittaco comanda questa missione...

 

efestione:                  ...e dietro di lui c'è Mirsilo...

 

antimenide:                 Sì appunto, e ciò comporta una situazione molto delicata, che dev'essere gestita con la massima attenzione. Tu sei il comandante delle nostre truppe, che costituisce circa un quarto dell'intero contingente in questa guerra. Allora, diciamo che Mirsilo non ci è particolarmente simpatico, però dobbiamo accettare l'autorità sua e del suo cane da guardia Pittaco. Dunque ciò che ti chiedo è di riferire a noi ogni possibile ordine che ti darà Pittaco, ovviamente prima di eseguirlo. In pratica lui dovrà pensare di avere un potere diretto su di te, ma in realtà l'ultima parola sulle decisioni starà a noi, almeno per quel che riguarda i nostri uomini. È tutto chiaro?

 

efestione:                  Ho capito esattamente il problema. Spero solo che non mi chiederete di disobbedire agli ordini.

 

antimenide:                 Lo speriamo anche noi, ma probabilmente non sarà necessario.

 

Nei giorni successivi però non succede nulla, o quasi, Pittaco ha fatto potenziare le difese del Sigeo ordinando addirittura di utilizzare le pietre delle rovine di Troia per rafforzarne la cinta muraria. Frattanto Trinone e i suoi sembrano incuranti di ciò che accade, si sono accampati a nord di Troia e non si muovono, non si sa bene perché. Alceo è convinto che gli ateniesi in realtà non abbiano intenzione di attaccare direttamente il porto del Sigeo, almeno in questa prima fase, ma pensino invece di attirare i lesbi allo scoperto, compiendo sporadici atti di pirateria nei confronti delle navi che passano nello stretto braccio di mare che dà accesso al bacino orientale. Ha espresso queste sue opinioni sia a Pittaco che ai suoi fratelli, ma nessuno lo ascolta, d’altronde ha solo venticinque anni, cosa può saperne Alceo di strategia militare, è ciò che pensano tutti. Pittaco anzi gli ha detto che se è proprio convinto di questa sua tesi può andare a verificarla personalmente con una squadra di uomini in avanscoperta. Alceo decide così di avventurarsi in questa impresa più per orgoglio che per convinzione, seleziona una dozzina fra i suoi uomini e parte in direzione di Dardano intenzionato a raggiungere le alture che dominano lo stretto, da dove potrà spiare con più efficacia i movimenti nemici. In effetti Antimenide e Cici hanno cercato di dissuaderlo, ma poi l'hanno lasciato andare pensando che in fondo la sortita non poteva essere troppo rischiosa e dopotutto era una buona occasione per il giovane Alceo di farsi le ossa.

Tutto fila liscio e la sparuta avanguardia, seguendo percorsi interni, riesce, in un paio d'ore di cavallo, a raggiungere indisturbata un buon punto d'osservazione.

 

alceo:                        Molto bene, da qui si vede perfettamente il campo di Trinone e tutto lo stretto. Avevo ragione, guardate, stanno caricando alcune navi laggiù (indicando un punto agli altri), certamente non è per andarsene ad Atene!

 

1º soldato:                È vero, vedo anche che stanno montando molti soldati.

 

2º soldato:                .. E lì in lontananza, in mezzo al canale, c'è una barca da carico che viene da questa parte.

 

1º soldato:                Gli ateniesi stanno mollando gli ormeggi in tutta fretta, di sicuro vogliono attaccarla.

 

alceo:                        Vigliacchi! Se la prendono con le navi indifese.

 

1º soldato:                Noi che possiamo fare?

 

alceo:                        Ben poco temo. Però possiamo cercare di avvertire i nostri.

 

2º soldato:                Arriveremo tardi, il campo è a più di due ore da qui.

 

alceo:                        Però possiamo usare un modo più veloce, venite a darmi una mano, faremo un grosso fuoco, così all'accampamento vedranno il fumo e si metteranno in allarme.

 

1º soldato:                Buona idea, diamoci da fare, presto.

 

Nel giro di pochi minuti Alceo e i suoi soldati raccolgono molta legna con cui tirano su un'imponente pira, la accendono e ci pongono sopra un po' di fronde fresche. Poco dopo dal fuoco si sprigiona un'alta colonna di fumo nero, ben visibile a grande distanza. Infatti al campo dei lesbi il segnale viene avvistato. Pittaco comanda di radunare l'esercito e muovere immediatamente verso l'accampamento di Trinone, richiedendo pure l'intervento della flotta. Nel frattempo però anche gli ateniesi hanno notato il segnale ed hanno inviato una trentina di soldati ad intercettare le vedette nemiche. Per giunta la nave mercantile è stata assalita e, dopo una breve resistenza, gli occupanti si sono dovuti arrendere.

Alceo e i suoi sono già sulla via del ritorno, ma poco distante da loro vedono un gruppo di guerrieri che rapidamente risale il sentiero e gli sta tagliando la strada.

 

1º soldato:                Quelli cercano noi, vi dico.

 

alceo:                        Sono troppi per pensare di affrontarli, per di più si trovano tra noi e il campo, non riusciremo a passare.

 

2º soldato:                Ma perché i nostri non hanno mandato qualcuno ad aiutarci? Non vorranno mica farci morire qui come cani!

 

alceo:                        Non so, evidentemente ci hanno dimenticato. Quel che so è che è un cane a comandarli. Sapete che vi dico? Non vale la pena di lasciarci la pelle per Mirsilo e Pittaco, perciò faremo bene a darcela a gambe in fretta.

 

1º soldato:                Giusto Alceo, siamo con te.

 

alceo:                        Gettiamo gli scudi, ci rallentano!

 

2º soldato:                Via gli scudi, presto, da quella parte!

 

Così, mentre il drappello di Alceo si ritira di gran carriera verso Dardano, l'esercito di Lesbo ha raggiunto il tratto di costa occupato dagli ateniesi, e si è si è velocemente schierato in posizione d'attacco. Trinone è stato colto di sorpresa, perché non è pronto per una fuga via mare, le sue navi sono ferme all'ancora, ma quelle nemiche sono arrivate e in grado di colpire facilmente le sue.

Vista la posizione di vantaggio Pittaco tenta un'ultima mossa per evitare lo scontro, sebbene l'esito di un'eventuale battaglia sarebbe con ogni probabilità a suo favore, sa bene che questa soluzione comporterebbe un pesante costo di vite umane. Perciò decide di rivolgersi direttamente a Trinone per sfidarlo a singolar tenzone.

 

pittaco:                      Trinone! Vieni, non hai un minuto per parlare prima che ci massacriamo? Esci fuori dalle tue fila, coraggio, ascolta ciò che ho da dirti.

 

trinone:                     (facendo un passo avanti) Son qui, ti ascolto.

 

pittaco:                      Finalmente vedo la tua faccia, hai fama di essere un grande guerriero, l'eroe dei giochi di Olimpia, giusto? Pertanto ti propongo un duello tra noi due che determini il destino di questa guerra. Non avrai paura di me, ho quasi cinquant'anni e non sono certo rinomato per la mia destrezza in combattimento, con questa pancia! (accarezzandosi il grande stomaco e provocando la sonora risata di entrambi gli eserciti) Inoltre come vedi sei in una condizione di inferiorità, il tuo esercito è bloccato e siamo pure in sovrannumero. Risparmiamo dunque la vita a tanti bravi ragazzi, ti garantisco che il tuo esercito potrà uscire di qui indisturbato se io dovessi perdere, stessa cosa in caso di mia vittoria, naturalmente dovranno rinunciare alle assurde mire di conquista del Sigeo. Allora, cosa decidi? Noi due soli a confronto, non ti stuzzica l'idea?

 

trinone:                     Dici che se vinco potremo salire tutti sulle nostre navi e toglierci da questa trappola?

 

pittaco:                      Hai la mia parola, ho già lasciato le opportune disposizioni al mio comandante in seconda Efestione. Domani, se vorrai, potrai continuare questa stupida guerra, anche se personalmente non te lo consiglio.

 

trinone:                     (sguainando la spada) Sta bene, darò anch'io gli ordini del caso. Ci vediamo là in mezzo tra due minuti?

 

pittaco:                      Stai pur tranquillo che ci sarò!

 

Pittaco impartisce ordini ai suoi con occhi spiritati e non sembra volersi fermare, è completamente immerso nel pathos del momento. Antimenide e Cici, così come Efestione, provano a dargli qualche ultimo consiglio, ma lui non ascolta nessuno oramai.

Sono in pochi a pensare che Pittaco possa uscire vivo da questo duello, Trinone è assai più prestante fisicamente, oltre ad avere quasi quindici anni di meno. In effetti pare proprio un'autentica follia quella che si sta per compiere e sono tutti increduli.

I duellanti hanno già raggiunto il centro dello spazio di una ventina di metri lasciato vuoto tra gli schieramenti. Per un attimo cala sul campo un silenzio irreale, che viene rotto da Pittaco con un colpo di spada all'altezza del fianco abilmente parato da Trinone. A quel punto si scatena un chiasso bestiale, urla d'incitamento, insulti, rumore di scudi e calpestio.

Trinone si muove con agilità sferrando poderosi colpi che s'infrangono sullo scudo di Pittaco, ogni tanto s'incrociano anche le spade.

 

pittaco:                      Devi fare di meglio se vuoi battermi!

 

trinone:                     Non ti accorgi che sei cotto? Preparati alla fine!

 

Il duello va avanti da un po' e Pittaco comincia a sentire la stanchezza, ecco però l'occasione che stava aspettando per mettere a segno la sua mossa a sorpresa, sa di avere una sola possibilità. Trinone gli scaglia un fendente dall'alto che riesce ad evitare per un soffio; ma nello slancio si è sbilanciato in avanti, dando a Pittaco un istante di vantaggio di cui può approfittare. Senza farsi vedere il comandante dei lesbi aveva nascosto una rete sotto lo scudo ed ora la getta con un gesto fulmineo addosso a Trinone. Costui si trova improvvisamente disorientato e bloccato dalla rete e pure dal terrore. Pittaco allora gli mena un violento colpo sulla testa col rovescio dell'elsa della spada, facendolo cadere in ginocchio.

 

pittaco:                      Avete visto che bel pescione ho pescato?

 

Come in precedenza da qualche attimo le urla sono cessate, regna un silenzio assoluto e un senso di sbigottimento che è raro per degli uomini avvezzi ad ogni sorta di ventura. In fondo ognuno si chiede: cosa farà adesso Pittaco? Risparmierà la vita a Trinone? Ma lui, Pittaco, non ci pensa troppo e affonda la sua spada alla base del collo di un Trinone rintontito e quasi incosciente, passandolo da parte a parte. La morte è immediata e il generale ateniese si accascia al suolo come un sacco vuoto.

 

pittaco:                      (passando la sua spada grondante di sangue allo scudiere) Puliscimela, per favore. (alzando il tono della voce e rivolto agli ateniesi) Avete visto tutti cosa ha deciso il Fato. Come ho promesso questo sarà l'unico sangue che si verserà quest'oggi, perciò ve ne potete tornare buoni buoni in patria.

Non dimenticate però di consegnare metà delle vostre armi, questo spero che servirà a non farvi venire qualche strana idea sulla via del ritorno... e liberate immediatamente gli uomini della barca mercantile che avete vilmente aggredito, sappiate che non sono disposto a tollerare altri atti di pirateria.

 

Senza troppo discutere i soldati ateniesi fanno quello che Pittaco ha detto loro. Alcuni hanno anche preparato una pira, vi hanno posto sopra il cadavere di Trinone con una moneta in bocca e le hanno dato fuoco, alla maniera greca. In questo turbinio di eventi Antimenide e Cici non si sono certo scordati di Alceo. Dopo avere interrogato quelli che erano stati mandati ad intercettarli hanno scoperto che Alceo e i suoi sono riusciti a scappare a Dardano. Quindi i due fratelli decidono di raggiungerlo risalendo lo stretto con una nave, se si sbrigheranno potranno arrivare prima di sera. Le sorti della guerra sono decise, dunque la loro presenza al Sigeo è divenuta superflua, è tempo di rientrare, ma non senza il fratellino. Ed infatti prima del volgere di quell'intensa giornata la bireme di Antimenide e Cici entra nel porto di Dardano già illuminato dalle lucerne. L'arrivo di Alceo e altri dodici guerrieri non poteva passare inosservato e giungono a bordo sue notizie prima ancora che la nave tocchi terra. Sono tutti alloggiati alla locanda “Afrodite”, ed infatti è lì che Antimenide e Cici li trovano intenti a prosciugare un grosso cratere colmo di vino.

 

cici:                            (entrando nella locanda) Alceo! Che bello vederti sano e salvo!

 

alceo:                Cici, Antimenide! Anche per me è una grande gioia vedervi, sapevo che non ci avreste abbandonato.

 

antimenide:                 Salve Alceo, salute a voi ragazzi! Noto con piacere che siete ancora tutti d'un pezzo.

 

alceo:                Già... ce la siamo vista brutta questa volta, eh? (rivolto ai suoi)

 

1º soldato:                Certo, potevate mandare qualcuno a darci una mano...

 

antimenide:                 Scusateci, vi prego. Dopo che abbiamo avvistato il segnale di fumo c'è stata una gran confusione, Pittaco ha ordinato di radunare l'esercito per attaccare gli ateniesi, ma non ha pensato di mandare degli uomini in vostro aiuto. Noi eravamo molto impegnati ad organizzare la battaglia, inoltre nessuno poteva immaginare che Trinone avrebbe mandato tutti quei guerrieri a cercarvi, in fondo avevate già dato l'allarme.

 

alceo:                Anche noi non lo avevamo previsto, però se ci pensi è logico, tornati al campo avremmo potuto riferire ogni dettaglio riguardo alle loro malefatte e svelare l'ambigua strategia che intendevano condurre in questa guerra, precisamente come vi avevo detto giorni fa.

 

2º soldato:                A proposito, com'è andata a finire la battaglia?

 

antimenide:                 Se stiamo qui vuol dire che è andata bene, ma in verità non c'è stata battaglia: Pittaco ha sfidato Trinone a duello promettendogli che in ogni caso oggi non avremmo attaccato il suo esercito consentendogli di tirarsi fuori da una posizione di estremo svantaggio in cui si era fatto sorprendere. Efettivamente i nostri fanti li chiudevano sul fronte, perfettamente schierati e in superiorità numerica, mentre alle spalle, dalla parte del mare, c'era la nostra flotta pronta a combattere, ma la loro era ancora ferma all'ancora, sarebbe stato un massacro.

 

alceo:                Allora, cos'è successo dopo?

 

antimenide:                 Trinone ha accettato, ovviamente era convinto di essere il più forte.

 

1º soldato:                Beh, effettivamente...

 

antimenide:                 Il più forte forse, ma non il più furbo.

 

alceo:                        Insomma, non teneteci così sulle spine, raccontateci tutto, per Giove!

 

antimenide:                 Ebbene cominciarono il combattimento, ognuno armato di scudo e spada. Passati alcuni minuti Pittaco sembrava ormai incapace di contenere l'irruenza di Trinone e noi tutti ci aspettavamo di vederlo cedere da un momento all'altro. Senonché fece qualcosa che ci lasciò sbigottiti, una cosa talmente pazzesca che forse neanche lui ne era completamente persuaso. Da dietro lo scudo tirò fuori una rete, ce l'aveva nascosta prima del duello senza farsi accorgere da nessuno, con un gesto repentino gettò questa rete sopra a Trinone approfittando di un attimo in cui lui era sbilanciato, a quel punto gli mollò un gran malrovescio sulla testa col dorso della spada e i giochi erano fatti, un istante dopo lo infilzava come una lepre allo spiedo.

 

alceo:                        Quindi Trinone è morto!

 

antimenide:                 (ridendo) Dopo un simile trattamento direi che è abbastanza morto, sì. La guerra è finita e domani possiamo tornarcene a Lesbo.

 

alceo:                        Sentito amici? La guerra è finita, dobbiamo festeggiare!

 

cici:                            Evviva, domani sera saremo a casa!

 

Tutti brindano felici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 5.

 

Mitilene, scuola di Saffo, tardo pomeriggio del giorno seguente la fine della guerra.

 

 

Le nove Muse

 

drusilla:            (entrando nel ginnasio) Ragazze, venite, presto!

 

eirene:                        Drusilla, che succede?

 

drusilla:            Ho grandi notizie, venite tutte vi dico!

 

nerissa:             Cos'è questo trambusto, Drusilla, ci vuoi spiegare?

 

drusilla:            È finita la guerra! Abbiamo vinto!

 

saffo:                         (sopraggiungendo) Sei sicura? Chi te l'ha detto?

 

drusilla:            Vengo ora dal porto, ne parlano tutti, sono rientrate alcune navi coi nostri soldati che hanno portato direttamente la notizia, è vero, al pritaneo sono già cominciati i festeggiamenti. Saffo, ho visto tuo fratello Larico dirigersi lì, probabilmente l'hanno chiamato per fare il coppiere.

 

saffo:                         Allora dobbiamo andare anche noi, svelte preparatevi, andiamo a far festa!

 

Il pritaneo è l'edificio pubblico più antico e importante della città, vi si custodisce il fuoco perpetuo, sacro alla dea Hestia (Vesta). Al suo interno si svolgono le cerimonie solenni, le assemblee dei magistrati, si ricevono gli ambasciatori e in occasione di vittorie militari si celebra l'alto simposio, una mensa esclusiva cui sono invitate le maggiori personalità dell'isola. All'esterno, nella vasta piazza dell'agorà, anche il popolo partecipa ai festeggiamenti nelle grandi occasioni. Era dunque un motivo di vanto per Larico, uno dei due fratelli minori di Saffo, poter svolgere la mansione di coppiere, colui cioè che insieme ad altri giovani nobili di bell'aspetto mescola vino e acqua nei crateri. Bisogna considerare che a quel tempo il vino era troppo forte per essere consumato da solo, spesso era ancora in fermentazione; si doveva dunque “spegnerlo” con l'acqua, in proporzione di tre o quattro a uno, non farlo era considerata un'usanza barbara. Nei simposi privati chi assumeva il compito di stabilire le proporzioni tra vino e acqua, proporre i brindisi, dettare i tempi per le musiche, i giochi, le declamazioni, eccetera, veniva addirittura reputato il re della festa, ovvero il cosiddetto simposiarca. Ecco perché Alceo ci teneva sempre così tanto di essere incaricato a ricoprire tale ruolo, dato per acclamazione. Si sa che a questa serata di festa parteciperanno tutti i compatrioti più influenti, e ovviamente nessuno vuole arrivare tardi; le bireme cariche di soldati stanno rientrando alla spicciolata, fra di esse pure quella con Alceo, Antimenide e Cici è in vista del porto di Mitilene. Essendo tra i maggiori fautori della spedizione militare è chiaro che sono convitati al simposio principale, dove sicuramente ci staranno Mirsilo e Pittaco impegnati a gongolarsi e ad attribuirsi ogni merito, ma parteciperanno anche Saffo e Andromeda e con le ragazze dei rispettivi ginnasi. In genere a Lesbo le donne non sono ammesse ai simposi, ma oggi si tratta di un evento straordinario e ufficiale, è più un èranos che un vero e proprio simposio, cioè un banchetto improvvisato che si fa per festeggiare qualcosa. Questa dunque è un'occasione unica per le fanciulle di esibirsi e mettere in luce tutta la loro avvenenza.

La prima persona amica che Alceo vede appena messo piede a terra è proprio Saffo, malgrado l'oscurità l'ha riconosciuta subito perché indossa quel medesimo peplo viola del ritratto di Melanippo. È incantevole, col suo consueto atteggiamento altero, la lyra sotto al braccio e la testa fra le nuvole, almeno in apparenza.

 

alceo:                Saffo! Saffo!

 

saffo:                         Alceo! Sei proprio tu?

 

alceo:                Perbacco! Con chi altro potresti confondermi?

 

saffo:                         Hai ragione, sei davvero unico. Svelto, fatti abbracciare. (si abbracciano calorosamente) Lo sai che mi sei mancato? Ero anche preoccupata per la tua sorte.

 

alceo:                Tesoro mio, non ho pensato che a te, e a questo momento in cui ti avrei tenuta di  nuovo stretta a me.

 

saffo:                         Sei un pessimo bugiardo, ma sentirti dire queste cose mi riempie di gioia. Notizie di Melanippo?

 

alceo:                È ancora in viaggio, ma sta bene e mi manda messaggi ogni settimana, dice che tornerà presto. (poi, guardandosi intorno) Atthis, Damofilia, Nerissa... ma ci siete proprio tutte! Anche tu Erinna; bene, è ora che vi presenti Antimenide e Cici, i miei inseparabili fratelloni...

 

Li chiama, e loro notano con piacere che una volta tanto Alceo gli presenta delle belle ragazze, invece dei soliti giovinetti efebici. Sono quasi increduli, si può dire che tanta grazia tutta insieme non l'avevano mai vista.

Terminate le presentazioni l'allegra comitiva si va approssimando al pritaneo, il porto è pieno di gente ed è un’impresa passare.

Giunti finalmente ai propilei del palazzo che ospita il fuoco sacro, Saffo e Alceo, capitani di tale variegata compagnia, incontrano per prima Andromeda, che sopraggiunge giusto in quel momento accompagnata da due allieve.

 

andromeda:        Saffo, che sorpresa! Alceo, quanto tempo... state insieme?

 

saffo:                         Salve Andromeda, sì, effettivamente siamo un folto gruppo di artisti.

 

alceo:                Stasera contiamo di essere l'anima della festa...

 

andromeda:                Staremo a vedere, ma l'importante è divertirsi, no? Conoscete le due mie pupille? Per ora vi dico solo i loro nomi, poi avremo il tempo di conoscerci meglio. Lei è Elena, nostra compatriota, e qui al mio fianco Melissa, dalla Tracia.

 

Salutano tutti con garbo, Cici fa persino un baciamano ad Elena, già ammaliato dal suo fascino.

 

andromeda:       Vogliamo entrare? Molti ospiti sono già arrivati.

 

alceo:                Sì, prima che si bevano tutto il vino! Ahahaha!

 

L'enorme sala del simposio è già tutta inghirlandata, le suonatrici di auloi (doppi flauti) e tympanon (piccolo tamburo) hanno cominciato a diffondere la loro suggestiva musica, immancabile in eventi così straordinari. Un gran numero di triclini sono stati disposti in cerchio, ordinati da sinistra a destra, poiché tanti sono gli invitati, molti dei quali sono già assiepati intorno a Mirsilo e Pittaco, che ovviamente stanno narrando le vicende della guerra e godendosi il loro momento di gloria. Da quando è entrata Andromeda non fa che sbracciarsi a salutare i suoi conoscenti e in un batter d'occhi gli altri la perdono di vista, mentre Saffo, dopo alcuni mesi, incontra e rivede con piacere suo fratello Larico.

 

larico:               Saffo, era ora che ti facessi viva!

 

saffo:                Senti chi parla, il maestro delle sparizioni! Dammi un bacio invece di parlare, te ne approfitti perché sei così bello che ti si perdona tutto.

 

larico:               Alceo, Cici, Antimenide, che emozione! E hai portato anche tutte le ragazze della scuola, tanta bellezza inebrierà gli ospiti più del mio vino! A proposito, avete ricevuto tutti il rhyton per il primo brindisi? E la coroncina d'edera, a chi manca? Sapete che porta sfortuna stasera non indossarla.

 

alceo:                A me il rhyton l'hanno dato, però è vuoto!

 

larico:               Non preoccuparti, provvediamo subito.

 

saffo:                Guarda che questo qua (rivolgendosi al fratello e prendendo a braccetto Alceo) è come un pozzo senza fondo, non gli andare troppo appresso se hai un po' di sale nella zucca! Dimmi piuttosto, come sta mamma?

 

larico:               Mi chiede sempre di te, sai, soffre molto la tua lontananza, comunque sta bene, e poi c'è Eriguio con lei.

 

saffo:                         Hai ragione, devo riuscire a trovare il modo di passare più tempo in famiglia. Il problema è che Eressos è abbastanza lontana, in effetti, seppure si trovi qui sull'isola. Mille volte ho detto a Cleide di trasferirsi a Mitilene, ma lei, cocciuta com'è, non vuole saperne. Quest'estate però rimarrò a casa almeno un mese. Lo prometto sia a te che a lei. E di Carasso invece, ci sono notizie? Quella testa calda mi preoccupa.

 

larico:               Mah, le ultime risalgono a circa un mese fa, lo davano in Egitto, da qualche parte. Speriamo bene...

 

cici:                    Oh, ragazzi, ci conviene avvicinarci ai triclini di Mirsilo e Pittaco, prima che ci freghino tutti i posti.

 

antimenide:         Ci toccherà pure sorbire i loro tediosi discorsi...

 

drusilla:            Ma noi travolgeremo tutti col nostro ritmo.

 

anagora (erato):       Anche i nostri canti non sono indifferenti...

 

saffo:                Allora andiamo a combattere la nostra battaglia!

 

alceo:                Giusto, facciamogli assaggiare le armi dell'arte!

 

Il gruppo si sposta verso l'area dove si trovano la maggior parte degli altri ospiti.

 

pittaco:             Guardate un po' chi arriva, gli Alceidi al completo. Alceo, ad un certo punto non ti ho visto più! Cos'è, ti sei perso?

 

alceo:                Come dice il proverbio <chi non muore si rivede>, evidentemente non sono morto. Tant'è che sto qua!

 

mirsilo:              Basta parlare della guerra, non vedete chi c'è? Saffo, spero che ci farà l'onore della sua compagnia, naturalmente con tutte le sue splendide alunne!

 

saffo:                Con piacere, grazie.

 

I triclini greci, o klinai, sono molto ampi e possono ospitare comodamente due o tre simposiasti. In questo caso dunque, gli abbinamenti che si vengono a determinare assumono una significativa importanza.

Di solito le uniche donne ammesse ai simposi sono le etere o le artiste, le une per fornire prestazioni sessuali, le altre per intrattenere i convitati con musiche, danze, eccetera. In questa particolare circostanza però le donne sono tutte di alto rango, per esempio Pittaco si trova lì con la moglie Brauri, che in un certo modo è presente in veste ufficiale. Altri uomini invece, come Mirsilo, non sono sposati, o comunque non si sono portati appresso la consorte. Ciò determina una situazione ambigua in cui taluni si comportano come se fosse un normale simposio, generando una sottile tensione. In tale contesto la particolare disposizione dei posti sui vari triclini suggerisce interessanti indicazioni sugli attuali e futuri rapporti interpersonali. Nel triclinio principale, quello di Mirsilo, si sono già piazzate Andromeda con la sua allieva Melissa, la più giovane ed estroversa delle due al suo seguito. Al secondo posto in ordine d'importanza si trova Pittaco, com'è ovvio, accompagnato dalla moglie, mentre Antimenide ha dovuto lottare non poco per accaparrarsi il kline successivo, a discapito del magistrato Dracone, fratello di Brauri. Alla fine però ha prevalso la prelazione degli Alceidi in virtù del contributo apportato alla campagna militare. Quindi Dracone, sebbene recalcitrante, si è dovuto accontentare di qualche posizione più in là, tuttavia in dolce compagnia, poiché alla sua destra, adagiata compostamente su un fianco, c'è nientemeno che Dike, l'austera alunna di Saffo, chiamata affettuosamente la sacerdotessa dalle sue colleghe. Antimenide condivide il suo conteso triclinio col fratello Cici, che a sua volta ha invitato Elena, la fascinosa accompagnatrice di Andromeda. A seguire si è formato una sorta di piccolo quartiere degli artisti attorno a Saffo e Alceo; poi via via tutti gli altri, circa una settantina di persone. Si cominciano a servire le vivande, nel gran baccano generale. Ogni tanto emerge una fragorosa risata, sovente di Pittaco o di Alceo, che si distinguono per essere tra i più ebbri e rumorosi, mentre i musici si sforzano inutilmente di far udire le loro note, seppure acute ed incalzanti. Va avanti così per almeno un'ora, finché, a chiedere il silenzio al termine della cena è proprio Pittaco, lo fa da far suo, in modo brutale.

 

pittaco:           (ad alta voce) Insomma, volete chiudere quella bocca? (ed emette un forte fischio) Ho detto silenzio! Eriguio, hai riempito tutte le coppe? Bene, allora brindiamo al buon genio che ci ha fatto vincere: (alzando al cielo il suo rhyton) Agatoù Daìmonos!

 

tutti i simposiasti:      (alzando a loro volta rispondono con un boato) Agatoù Daìmonos!

 

Questo brindisi decreta ufficialmente il termine della cena ma non del simposio, ora infatti comincia la parte meno formale con le musiche, la declamazione poetica, l'esibizione artistica varia.

Lo spettacolo improvvisato prende il via col ritmo forsennato della tamburella di Drusilla, che lascia tutti attoniti. Ma quando la bella Elena a sorpresa tira fuori due crotali (piccole nacchere) e comincia a suonare e ballare insieme alla scatenata Drusilla, il coinvolgimento è completo, e sono in molti quelli che, rotto ogni indugio, si lanciano in una danza frenetica.

Esaurito questo slancio così veemente è la volta dei poeti, accompagnati da una musica più delicata. È dunque giunto il sospirato momento di Saffo, i simposiasti hanno teso le orecchie per comprendere ogni singola parola della più celebre poetessa dell'Ellade, pronti a cogliere quella rara occasione; persino Mirsilo ha smesso di palpeggiare Andromeda e la sua amica, chiedendo loro un po' di rispettoso silenzio. Dopo un breve preludio con la lyra Saffo comincia a cantare i suoi versi con voce acuta e soave.

 

saffo:                Alcuni dicono che la cosa più bella sulla nera terra sia
un esercito di cavalieri, altri di fanti
altri di navi, io
invece
quello di cui
uno è innamorato.

È semplicissimo rendere comprensibile
ciò a ognuno: infatti colei che superò di molto
gli uomini in bellezza, Elena, dopo aver abbandonato
il marito valoroso,
se ne andò a Troia per mare
e non si ricordò affatto della figlia, né dei cari genitori,
ma Cipride la travolse
innamorata.

 

Anche chi non capisce le mille sottigliezze e l'intima struggente bellezza della poesia di Saffo, avendo l'opportunità di assistere allo spettacolo eccezionale di una sua esibizione, intuisce di trovarsi semplicemente dinanzi alla più grande poetessa di tutti i tempi, ed ogni volta il risultato è lo stesso: un tripudio d'incredibile intensità, paragonabile solo a quello che le folle riservano agli atleti più popolari. Anche Alceo, dopo aver acclamato Saffo, si fa avanti per dare il suo contributo artistico a quella serata così speciale.

 

alceo:                Certo che seguire la sublime Saffo non è semplice, verrebbe da pensare che non sia possibile creare poesia dopo di lei, ma il mondo va avanti, ed anche a costo di guastare un poco ciò che mi ha preceduto, vi proporrò un mio carme dedicato ad Ares, bizzarro nume della guerra.

 

Barbaglia la grande stanza di bronzo,

tutto per Ares è adorno il soffitto

di splendenti elmi, giù dai quali, dall'alto,

candidi pennacchi equini ondeggiano,

a fronti di maschi ornamento;

nascondono i chiodi schinieri di bronzo

ricoprendoli tutt'intorno fiammanti,

difesa contro il dardo violento,

e corazze di lino nuovo e concavi scudi,

che già a terra sono stati deposti;

accanto, larghe lame calcidiche,

vicino, cinture in quantità e cipassidi.

Di tutto questo non è possibile scordarsi

dal momento che ormai siamo sotto a questa impresa.

 

pittaco:             (interrompendo il timido applauso che alcuni astanti stavano tributando ad Alceo) Alceo, perché non ci fai un carme in cui si celebra quella volta in cui hai gettato lo scudo sulla via di Dardano. (e scoppia in una gran risata)

 

 

 

È curioso notare come a volte le vicende umane precipitano per motivi apparentemente futili, chiaramente la battuta beffarda di Pittaco è talmente maligna da poter cambiare per sempre i rapporti tra lui e Alceo, e di conseguenza pure coi fratelli, ma a ben vedere la sua intenzione sembra piuttosto gratuita, quasi banale, quindi ci s'interroga sul perché di tale comportamento. Né d'altra parte si può pensare che egli non fosse in grado di capire le profonde conseguenze del suo gesto, inoltre la circostanza pubblica insieme al clima conviviale e rilassato sono elementi che indubbiamente aumentano la gravità della provocazione, che lui tenta persino di nascondere con l'alibi ambiguo dello stato d'ebbrezza.

Una possibile spiegazione può essere la somma di sentimenti negativi presenti nell'animo di Pittaco: invidia, grettezza, volontà di dominio, rivalità portata all'eccesso, livore represso per anni, vigliaccheria...

Sta di fatto che Alceo la prende malissimo, all'incredulità iniziale che lo lascia sgomento e senza parole, subentra il pensiero che il mancato aiuto nella Troade sia stato voluto e che quindi si sia trattato, come sostenuto da alcuni suoi compagni, di un vero e proprio attentato alle loro vite.

Proprio quando Alceo, ma anche Antimenide e Cici, stavano cominciando a pensare che forse una sorta di accordo con Pittaco e Mirsilo poteva essere possibile, ecco che arriva questo evento a cambiare tutte le carte in tavola.

La reazione di Alceo è ovvia e non si fa attendere, probabilmente se avesse avuto a portata di mano una spada si sarebbe scagliato su Pittaco per ucciderlo, in alternativa si limitò a lanciargli uno sguardo carico d'odio e ad abbandonare in fretta e furia la sala del simposio, seguito istantaneamente dai suoi due fratelli.

Il seme della discordia era maturato, e tutti ormai, con grande sconcerto, potevano vedere le cupe nubi della malasorte addensarsi sull'orizzonte futuro di Lesbo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 6.

 

Mitilene, ginnasio di Andromeda, la mattina successiva alla serata del simposio.

 

 

“Melissa”

John William Godward (Wimbledon 1861 – London 1922)

anno 1898, olio su tela, cm. 36 x 31, collezione privata.

 

andromeda:        (adagiata su un triclinio della corte interna) Melissa, Mirsilo, sveglia! Non vorrete mica restare a letto tutto il giorno?

 

mirsilo:              (uscendo da una stanza) Beh, non sarebbe una cattiva idea starsene a letto tutto il giorno, specie quando si è in così buona compagnia!

 

andromeda:        Ma io mi sono già alzata dal letto da un pezzo!

 

mirsilo:              (con un sorrisetto) Tu sì, lei però, la piccola Melissa, sta ancora lì e dorme come un ghiro.

 

andromeda:        Ah, che sfrontata! Forse questa sua indolenza meriterebbe una lezione, che ne dici?

 

mirsilo:              Lasciala riposare, poverina, ricorda che stanotte è stata tutt'altro che pigra...

 

andromeda:        Alla sua età di nottate cosí potevo farne tre di fila.

 

mirsilo:              Non ne dubito. Ma dimmi piuttosto, sbaglio o ieri sera ho visto Elena andar via con Cici e gli altri Alceidi?

 

andromeda:        Certo! Non li hai sentiti? Hanno lanciato guaiti tutta la notte...

 

mirsilo:              Veramente non ci ho fatto caso, ero piuttosto distratto, diciamo così... da dove provenivano... i rumori?

 

andromeda:        Da lì, è la stanza di Elena. Ora non si sente nulla, saranno stremati...

 

mirsilo:              Già, è probabile. Certo che Elena, lo ha conosciuto solo un paio d'ore prima...

 

andromeda:        Che vuoi che ti dica, lei è fatta così. Se le piace un uomo vuole subito andarci a letto, senza tanti preamboli. L'ho vista farlo in molto meno di due ore...

 

mirsilo:              Insomma una degna allieva della tua scuola...

 

andromeda:        La migliore, senza alcun dubbio!

 

mirsilo:              Chissà che un giorno questo suo talento non possa tornarci utile...

 

andromeda:        Che intendi dire?

 

mirsilo:              Sshhh! Abbassiamo la voce, che potrebbero sentirci. (avvicinandosi ad Andromeda) Non hai visto cosa è successo ieri? Dammi retta, mia cara, ci sono tutti i presupposti per una guerra civile. Gli Alceidi sono infuriati e dispongono di un esercito, certamente stanno complottando un colpo di stato. Senza dubbio la battuta di Pittaco ad Alceo è stata quantomeno inopportuna, ma la situazione sarebbe degenerata comunque, era solo questione di tempo. Loro mi odiano, lo so, io rappresento l'unico vero ostacolo al potere assoluto su Lesbo.

 

andromeda:        Aha, ho capito cos'hai in mente! Potremmo usare Elena per spiare le loro mosse attraverso quel tonto di Cici. Non preoccuparti, lei farà tutto ciò che le dirò, l'ho addestrata bene...

 

mirsilo:              Brava! (infilandole una mano tra le gambe) Noi ci capiamo in un batter d'occhi! Adesso ascoltami, anche se a malincuore ma devo andarmene. Cici potrebbe svegliarsi da un momento all'altro e non deve vedermi qui. Tu stai all'erta, mi raccomando, ci vediamo dopo. Ah, saluta Melissa da parte mia, ciao!

 

Con pie’ veloce e fare furtivo Mirsilo lascia il ginnasio di Andromeda e si dirige alla casa di Pittaco, ansioso di discutere con lui le contromisure da adottare nei confronti di Alceo e i suoi fratelli, poiché la sera precedente, per ovvi motivi, non c'è stato tempo e modo di farlo.

Intanto molte delle allieve di Andromeda si sono svegliate e l'hanno raggiunta al centro del cortile, dov'è imbastita una tavola con frutta fresca ed altre vivande per la prima colazione. Sono perlopiù ragazze di buona famiglia, ma non solo, ogni tanto Andromeda ne “adotta" qualcuna, comunque tutte loro devono provvedere a pagare la retta mensile, sebbene sia più modica di quella del ginnasio di Saffo. Questo naturalmente comporta un gran numero di presenze ed altre regole di permanenza, ad esempio alle ragazze è consentito, entro certi ragionevoli limiti, di ospitare uomini anche durante la notte, cosa non permessa alle discepole di Saffo.

Ed infatti tra le ventitré ragazze che animano la corte di Andromeda in quel periodo, di età compresa fra i sedici e i ventinove anni, troviamo pure quest'oggi qualche “maschietto", che ha trascorso le ultime ore buie in una calda alcova. Sono in maggioranza soldati della vicina scuola di guerra nel campo di Marte, ma possono essere anche uomini di altro ceto ed estrazione.

Talvolte può accadere che venga espletata l'essenziale funzione del ginnasio, cioè quella di trovare dei buoni mariti alle ragazze; quando ciò avviene, con grande soddisfazione di Andromeda, a Saffo girano per la testa mille dubbi sulla reale efficacia del suo metodo.

 

andromeda:        (rivolta a una delle schiave) Akylina, vieni qua, stai preparando il mio bagno caldo?

 

akylina:              Sì signora, sarà pronto in pochi minuti.

 

andromeda:        ...E fai portare altro cibo, che stamane siamo in tanti. (dopo essersi guardata un po' intorno ed aver scambiato qualche saluto) Uh, guarda chi c'è, Cici, che sorpresa! Elena, ci sei anche tu! Ad un certo punto ieri sera non vi ho visto più... e invece ecco dov'eravate finiti.

 

cici:                    Salve Andromeda! Sì, abbiamo lasciato il pitraneo dopo lo spiacevole episodio tra Pittaco e Alceo, e poi...

 

andromeda:       Siete stati travolti dalla passione!

 

cici:                   Già... proprio così.

 

 

andromeda:        Avete fatto bene, oltretutto la serata si era fatta così noiosa...

 

cici:                    È accaduto tutto così in fretta che non ho neppure capito bene cosa succedeva.

 

andromeda:        In fondo il fatto non è stato così grave, credo che Alceo sia un po' troppo permaloso: Pittaco era ubriaco, non si può prendere sul serio quello che dice in quei momenti.

 

cici:                    Forse hai ragione, Alceo si accende molto facilmente, lo sanno tutti!

 

andromeda:        Temperamento focoso, una caratteristica di famiglia, eh? Ora però devo chiederti di cedermi la tua dolce compagna, io ed Elena la mattina abbiamo l'abitudine di fare il bagno insieme.

 

cici:                    Certo, io comunque me ne stavo andando, voglio trovare Antimenide e Alceo per vedere se, come me, hanno recuperato il buon umore. Quindi ti ringrazio per l'ospitalità e spero di rivederti presto.

 

Mentre Cici va via e gli altri continuano la colazione, Andromeda prende a braccetto Elena e si avvia con lei alle sale da bagno.

 

andromeda:        (immersa con Elena nelle calde acque della vasca grande le pettina delicatamente i nerissimi capelli) Bravissima, mi sembra che sei riuscita a far colpo alla grande con Cici, era come un ragazzino che assaggia per la prima volta la marmellata.

 

elena:                 Beh sì, diciamo che è cominciata bene...

 

andromeda:       Altroché, vi ho sentito sai?

 

elena:                 Ho avuto il mio bel da fare per contenere la sua irruenza, mi pare che sia più giovane di me, quindi...

 

andromeda:       Ci credo, ti ha tenuta sotto tutta la notte!

 

elena:                 E tu invece, che mi dici? Ho visto che ti sei sistemata sul triclinio con Mirsilo, com'è andata a finire?

 

andromeda:       È finita a letto, naturalmente.

 

elena:                 Ci avrei scommesso.

 

andromeda:        Mi conosci, no? Figurati se mi sarei fatta sfuggire uno come Mirsilo, del resto lo avevo puntato già da tempo. Non è stato facile però, sai, lui non è giovane come il tuo Cici, capisci? Meno male che Melissa mi ha dato una mano, altrimenti non so se ce l'avrei fatta! (e scoppia in una gran risata, cui le fa subito eco la sua amica, scambiando occhiate ammiccanti).

 

elena:                 Sei veramente incorreggibile, l'hai messa subito al lavoro, quella povera creatura innocente...

 

andromeda:        Puoi dirlo forte, per il nerbo di Zeus! Gli affari innanzitutto. Ma parliamo un po' di noi, tesoro, che è assai più importante. Come sai Mirsilo è l'uomo più ricco di Lesbo, e il fatto di essere diventata una sua “cara amica" ci apre ottime prospettive per il futuro. Chiaramente dovremo essere molto abili e circospette, ma di questo non dubito.

 

elena:                 (scherzando e accarezzandosi il seno) Su questo “circospetto" non si discute.

 

andromeda:        Secondo Mirsilo gli Alceidi starebbero progettando un colpo di stato per la conquista del potere. Dice anche che sull'isola sta per scatenarsi la guerra civile. Capisci come sia decisivo per noi saper prendere posizione per tempo e salire al più presto sul carro del vincitore, ovvero quello di Mirsilo e del suo grande alleato Pittaco, che ora è al massimo della popolarità.

 

elena:                 Pensi che noi potremo trarre dei vantaggi da tutto questo?

 

andromeda:        Certo! Degli enormi vantaggi, non capisci? Ci si presenta un'occasione unica. La tua relazione con Cici ci permetterà di fornire a Mirsilo informazioni di prima mano su quello che combina la sua famiglia. Se saremo fortunate il nostro aiuto sarà determinante per le sorti di questo conflitto.

 

elena:                 In pratica dovrei spiare gli Alceidi.

 

andromeda:        Niente di particolare, devi solo comportarti normalmente e tenere le orecchie aperte, al resto penserò io.

 

elena:                 Messa così sembra facile...

 

andromeda:        Lo è, credimi. Certamente Mirsilo saprà essere molto generoso per qualche buona informazione.

 

elena:                 D'accordo, mi hai convinta, farò come vuoi, e speriamo bene.

 

andromeda:        Magnifico! Elena, vedrai che faremo grandi cose insieme, sapevo di poter contare su di te.

 

elena:                 Quindi da oggi la nostra attività fa parte di una missione segreta! (dice con una certa ironia).

 

andromeda:        Non è buffo? A quanto pare le nostre abilità dànno più risultati della poesia, la musica e la danza, per le quali è necessario allenarsi per anni.

 

elena:                 Se è per questo, anche noi ci siamo allenate per anni.

 

andromeda:        È vero! Ahahaha!

 

Le fragorose risate delle due commari risuonano in tutto il ginnasio e suggellano ancor più saldamente la loro intesa.

In quello stesso momento tra gli Alceidi è in atto una vivace discussione riguardo al da farsi nei prossimi giorni. A quanto pare Cici, che ha raggiunto Antimenide e Alceo nel loro quartiere alla periferia di Mitilene, non concorda sulla strategia dei suoi fratelli, e consiglia prudenza, senza comunque negare la necessità di una guerra.

 

alceo:                Quel porco di Pittaco la deve pagare! Vi rendete conto? Prima fa quasi ammazzare me e i miei soldati, poi ha addirittura la faccia tosta di accusarmi di vigliaccheria, assurdo!

 

cici:                    Alceo, calmati, conosciamo le tue ragioni e condividiamo il tuo risentimento, ma dobbiamo agire con cautela, in questo gioco ogni mossa sbagliata può essere fatale.

 

alceo:                Cos'è, ti sei rammollito tra le braccia di Elena?

 

cici:                    Sei profondamente ingiusto a dirmi questo. La mia relazione con Elena non ha nulla a che fare con tutto ciò.

 

alceo:                Ah no? Non hai visto con chi è arrivata al simposio?

 

cici:                    Con Andromeda, e allora?

 

alceo:                E allora a chi si strusciava ieri Andromeda come una gatta in calore? Te lo dico io, a Mirsilo, cioè al nostro peggior nemico, ti pare nulla questo?

 

cici:                    Ho passato la notte nel ginnasio di Andromeda, stamattina ho incontrato lei, mentre di Mirsilo non c'era traccia, quindi è probabile che abbia pernottato altrove.

 

alceo:                Certo, di colpo è diventata una verginella!

 

cici:                    Non ho detto questo.

 

antimenide:         Insomma basta! Non è tra noi che dobbiamo litigare. Pensiamo piuttosto a una buona strategia che possa darci soddisfazione e farci sconfiggere i nostri orrendi nemici. Sono d'accordo con Cici quando afferma che un passo falso sarebbe disastroso, ma è altrettanto vero che dobbiamo attaccare con tempestività e fermezza, senza concedere loro il tempo di organizzarsi.

 

In quell'istante giunge il comandante Efestione, trafelato per la gran corsa a cavallo. È venuto ad avvisare i tre fratelli che il popolo si è riunito nell'agorà per acclamare Pittaco come reggente. I quattro, dopo una folle galoppata, arrivano giusto in tempo per sentire il discorso alla folla appena iniziato da Pittaco. Antimenide, senza neppure aver compreso le prime parole, per via della gran confusione, ha già ordinato ad Efestione di radunare i dissidenti ed organizzare la contestazione.

 

pittaco:             Sono veramente onorato del vostro affetto che mi riempie di orgoglio e di gioia. Mi chiedete di assumere il governo di Lesbo, io però sono un uomo semplice, tuttalpiù mi fregio di essere un valente comandante militare, di leggi e buon governo francamente non capisco molto. Sono altresì lusingato e commosso dall'offerta che alcuni di voi illustri cittadini hanno voluto farmi di terreni e prestigiose proprietà qui sull'isola come compenso per i servigi che ho reso alla nostra amata patria. Grazie agli dèi vivo in una grande casa e possiedo già abbastanza terra di cui occuparmi. Pertanto anche se a malincuore sono costretto a rifiutare tale generosa offerta, rischierei di mandare in rovina quelle belle cose, o comunque complicherei troppo la mia vita. Tuttavia esistono altri uomini molto più adatti di me da porre alla guida del popolo, da parte mia vi posso garantire che lotterò con tutte le forze e sarò sempre fedele alle vostre decisioni.

 

una voce dalla folla: Pittaco vogliamo te!

 

pittaco:             Grazie, grazie ma davvero non posso accettare. Ciò che invece posso fare è consigliarvi l'uomo giusto per guidare con giudizio e grande passione questo popolo così florido e proiettato con fierezza verso un luminoso futuro. Quest'uomo lo conoscete tutti, infatti non c'è commercio, attività o negozio in cui lui non sia coinvolto, ha persino finanziato con una quota maggioritaria la campagna bellica contro gli ateniesi appena conclusasi vittoriosamente. Ecco l'uomo che fa per voi, è Mirsilo!

 

un'altra voce dalla follaNon vogliamo un altro dittatore come Melancro!

 

Mirsilo non fa neanche in tempo a prendere la parola che il clamore dei protestanti coordinati da Efestione e sparsi in varie parti dell'agorà cresce a tal punto da rendere impossibile il proseguimento dell'assemblea popolare.

Vista la delicata situazione Pittaco e Mirsilo si ritirano protetti dalle guardie, così come, dal lato opposto, fanno i fratelli Alceidi, che si erano tenuti in disparte fino a quel momento.

I successivi tafferugli fatalmente provocano alcuni morti e diversi feriti in entrambe le fazioni principali. In vero Pittaco ha ordinato alla sua milizia di non intervenire, almeno in quei primi scontri, Mirsilo però dispone di parecchi soldati alle sue dirette dipendenze, che non ha esitato a lanciare all'assalto.

Tutto ciò rappresenta un triste preludio ad un aspro conflitto civile assai cruento. Per l'ennesima volta il potere e l'interesse di pochi sconvolge la vita di tutti.

 

 

 

 

 

Capitolo 7.

 

Mitilene, ginnasio di Saffo, la sera dello stesso giorno degli scontri all'agorà.

 

 

 

Testa di Saffo in marmo, rinvenuta a Smyrna (attuale Izmir, Turchia)

Museo Archeologico di Istambul, copia romana da originale greco di età Ellenistica.

 

Nella chiassosa atmosfera che pervade come sempre l'ora del convivio alla scuola di Saffo, non si parla d'altro: la guerra civile, incombe e sembra inevitabile oramai.

 

saffo:                Possibile che non ci sia un modo di fermare questa guerra civile? Tu e i tuoi fratelli potreste recedere, no?

 

alceo:                (tamburellando nervosamente le dita sul tavolo) Temo proprio di no. Non dopo quello che è successo oggi. Abbiamo avuto un assaggio di ciò che potrebbe essere l'isola se governata da Mirsilo, ha scatenato i suoi fedelissimi che hanno attaccato i nostri con feroce violenza, mentre quel traditore di Pittaco si godeva lo spettacolo senza far nulla. Ci sono stati dei morti, in prevalenza tra le nostre fila, gli uomini sono stati colti di sorpresa. Credimi, non c'è modo di trovare una mediazione, a questo punto è praticamente impossibile.

 

saffo:                Allora, cosa dobbiamo aspettarci? Saremo presto allo sbando!

alceo:                Per prima cosa dobbiamo combattere e sperare di vincere questo confronto. Riguardo a voi il mio consiglio è di lasciare Mitilene prima possibile, purtroppo non è più sicuro qui, almeno finché non si calmeranno le acque. Se volete posso ospitarvi nella mia casa di famiglia a Pirra, non è molto distante ed è grande abbastanza. Inoltre lì potrei facilmente organizzare un corpo di guardia a vostra protezione.

 

saffo:                Hai ragione, concedici solo il tempo di consultarci e ti daremo una risposta. Ragazze, avete sentito tutte, no? Comunque dobbiamo lasciare questo ginnasio per il tempo che sarà necessario. Dunque possiamo approfittare della gentile offerta di Alceo e trasferirci nella poco distante Pirra. Oppure possiamo andarcene ad Eressos, presso la mia proprietà familiare. Il posto è bello, ma come sapete si trova lontano, dall'altra parte dell'isola. Queste sono le alternative, ognuna di voi scelga liberamente, chi vuole può anche rientrare in famiglia, sappiate che nessuna è obbligata a restare col nostro gruppo. A coloro che intendano lasciarci verranno rimborsate tutte le rette mensili già pagate e non ancora consumate. Allora, fin da adesso son pronta a raccogliere le vostre intenzioni, vi prego solo di decidere in fretta, entro stasera, così potremo comunicare le nostre risposte ad Alceo, qui presente. Va bene?

 

Una ad una le allieve vanno a colloquio da Saffo, che le accoglie in una stanzetta attigua ai suoi appartamenti per poterle incontrare senza la presenza di Alceo, solo ad Atthis è permesso di assisterla in questo delicato frangente.

Frattanto alla scuola di Andromeda si respira tutt'altro clima, sembra che nessuno badi un granché agli eventi di quelle ore, come fosse una serata qualunque. Cici è venuto a trovare Elena, ma non può trattenersi, è stato incaricato dal fratello maggiore Antimenide di rintracciare Alceo, poiché hanno urgenza di discutere l'attacco a Mirsilo, che si è stabilito dovrà essere sferrato l'indomani all'alba. Dietro consiglio di Andromeda, Elena si è offerta di accompagnare Cici, quindi eccoli entrambi bussare all'uscio del ginnasio di Saffo, raggiunto in pochi minuti di cammino, è il luogo più probabile dove può stare Alceo. Infatti lo trovano lì, e lui, dopo l'iniziale stupore per la visita inattesa, invita il fratello a seguirlo in un angolo appartato per conversare indisturbati.

 

alceo:                (abbassando il tono della voce e tenendo Cici per un braccio) Dev'essere una cosa veramente importante per venirmi a cercare sin qui...

 

cici:                    Altroché se lo è, a proposito, scusa l'intrusione, ma non c'era altro modo, la questione è della massima urgenza.

 

alceo:                Ebbene vuoi dirmi, o vuoi continuare a fare giri di parole?

 

cici:                    Sì, sì, subito, certo... dunque i fatti son questi: dopo che te ne sei andato, questo pomeriggio, Antimenide ha convocato un consiglio di guerra in cui ha riunito tutti i nobili dalla nostra parte ed i capi reparto del nostro esercito, primo fra tutti Efestione, naturalmente. La risoluzione che ne è uscita con voto quasi unanime è stata di colpire Mirsilo nei suoi quartieri in modo determinato e fulmineo, per non dargli il tempo di organizzarsi. Perciò son venuto qui in tutta fretta ad avvisarti, han deciso andare all’assalto domani stesso, all'alba, si stanno già preparando.

 

alceo:                Hai fatto benissimo a disturbarmi per un motivo così serio e te ne ringrazio. Andrò immediatamente da Antimenide per avere i ragguagli sulla situazione. Personalmente credo che sia tutto precipitato troppo in fretta, ma le cose della vita sono così, spesso vanno fuori controllo.

 

cici:                    Non pensarci ora, vedrai che andrà tutto bene...

 

alceo:                Mi raccomando Cici, adesso che torniamo da Saffo e le ragazze non diamo segni di turbamento, non devono assolutamente intuire cosa sta accadendo; il momento è grave, ma tutto sommato lo prendiamo pacatamente, come fosse una normale fase interlocutoria, hai capito?

 

cici:                    Ho capito, ho capito... tranquilli e sereni...

 

Dall'altra parte del ginnasio Saffo ha quasi finito le consultazioni, solo con Erinna e Nerissa non ha ancora parlato, forse hanno voluto prendersi più tempo per pensare e sono rimaste ultime. Erinna si è intrattenuta a lungo con Elena, facendole un sacco di domande sulla scuola di Andromeda. È bramosa di sapere come vanno le cose lì, quante ragazze ospita, se è permesso agli uomini di trattenersi la notte, e così via... Elena le risponde pazientemente evitando di sbilanciarsi troppo. Erinna è particolarmente interessata ai costi mensili di permanenza, su tale argomento Elena le può fornire ampie spiegazioni e si sofferma su alcuni dettagli per farle capire come in effetti ad ognuna di loro sia riservato un trattamento diverso. Alceo e Cici arrivano lì vicino giusto in tempo per vedere Erinna entrare nella stanza dove l'attende Saffo. È visibilmente inquieta, cammina nervosamente ed ogni suo gesto pare condizionato da una misteriosa rabbia repressa.

 

erinna:               Salve Saffo, ciao Atthis!

 

saffo:                Salute a te Erinna, come stai? Non vedendoti mi stavo cominciando a preoccupare. Ma sono contenta che tu abbia avuto più tempo per riflettere e spero che questo ti abbia anche dato l'opportunità di parlare con le altre tue compagne. Comunque posso già dirti, visto che abbiamo quasi finito il giro di consultazioni, che hanno tutte deciso di traslocare provvisoriamente a Pirra, solo Damofilia ha chiesto di raggiungere la sua famiglia a Pamfilia, quindi cercheremo di accontentarla nei prossimi giorni, per quanto sarà possibile. Tu invece, che mi dici? Ti renderai conto che nessuno poteva prevedere la problematica situazione odierna, possiamo solo provare a cavarcela nel modo migliore. Credimi, mi dispiace tantissimo dei disagi cui siamo costrette a sottoporci.

 

erinna:               Bene, sono qui per comunicarti la mia decisione, sappi che non ti piacerà, ma ci ho pensato bene, e sono giunta alla conclusione che non voglio né andar via da Mitilene, né tornare a Rodi dai miei genitori. Quindi quel che ti chiedo è di restituirmi il denaro che mio padre ti ha dato in anticipo, tolte le centoventi dracme di questo mese, s'intende...

 

saffo:                Erinna, sei proprio sicura di quello che fai? Non fraintendermi, però credo che le tue intenzioni siano del tutto irragionevoli. Sei qui a Lesbo da meno di un mese, a parte noi non hai altri amici sull'isola, mi spieghi dove credi di andare nel bel mezzo di una guerra civile? Mi pare un'autentica follia.

 

erinna:               Hai promesso che avresti ridato i soldi in disavanzo alle allieve che avessero deciso di lasciare la tua scuola.

 

saffo:                Non è questo il punto, se vuoi indietro i soldi, posso darteli anche subito, anzi, Atthis, per favore, vai a prendere trecentosessanta dracme dentro il bauletto nella mia stanza. Ma non capisci? Sono preoccupata per te, sei molto giovane, ed inoltre i tuoi genitori ti hanno affidata a me, così mi metti veramente in difficoltà, cosa gli risponderò quando mi chiederanno tue notizie? Ripensaci, ti prego, aspetta almeno qualche giorno, avremo modo di contattare la tua famiglia. Insomma, cos'è tutta questa fretta? Se lo desideri avrai ugualmente i tuoi soldi, così potrai disporne in qualunque momento.

 

erinna:               Non sono più una ragazzina, sbagli se mi consideri tale, ho il pieno diritto di decidere su ciò che voglio fare, senza imposizioni, né dei miei genitori, né tantomeno da parte tua. Forse non mi hai sentito bene quando ti ho detto che non voglio lasciare Mitilene, perciò per favore dammi il denaro e facciamola finita, vorrei andarmene stasera stessa.

 

Quando Atthis torna nella stanza per portare i soldi, Alceo, scostata la pesante tenda all'ingresso, chiede il permesso ed entra con lei, seguendo i suoi passi. È allarmato dalle sommarie notizie che è riuscito a reperire, ma soprattutto dal tono acceso che ha preso la conversazione tra Erinna e Saffo, udibile chiaramente sin dal cortile.

 

saffo:                Oh Alceo, meno male che sei venuto. Ti scongiuro di parlare con Erinna, vuole lasciarci e restare qui a Mitilene chissà dove.

 

alceo:                Salve care signore! Se ho ben capito sei decisa ad avventurarti da sola in questo intricato scenario, è proprio così?

 

erinna:               Esattamente.

 

alceo:                Già... sebbene io non sia il più fulgido esempio di sobrietà lascia che provi ad esporti lucidamente la mia opinione su questa faccenda. Talvolta dobbiamo diffidare di ciò che ci dice l'istinto, l'argomento è controverso, lo so, sono il primo ad ammetterlo, vi sono però delle circostanze in cui seguire la ragione non è così disonorevole. Bene o male noi ti stiamo proponendo una soluzione che ti garantisce una certa protezione e ti pone al riparo da possibili disavventure, rinunciarvi è come fare un grande salto nel buio, lo sai questo, vero? (Erinna annuisce) ...e dimmi, dove pensi di andare uscita di qui?

 

erinna:               Credo che andrò ad abitare nel ginnasio di Andromeda, ho già chiesto ad Elena e mi ha detto che per il momento resterà aperto, non dovrebbero avere difficoltà ad accogliermi.

 

alceo:                Sì, è chiaro che questa è la soluzione più alla tua portata, presumo pure che Andromeda ti accoglierà a braccia aperte, non so immaginare un motivo per cui dovrebbe rifiutarti, ma devi credermi, quello non è un ambiente per una ragazza di buona famiglia come te, voglio dire che qui da Saffo sei stata trattata con ogni riguardo; questo da Andromeda puoi scordartelo, non è proprio nel suo stile, tu sei pronta ad accettare le sue bizzarrie? Di certo so che tollera malvolentieri chi le si mette di traverso.

 

 

erinna:               Non starai un po' esagerando? Sembra che stai descrivendo una casa degli orrori, in fondo anche Elena vive lì, e tuo fratello Cici la frequenta abitualmente. Sono dei mostri anche loro?

 

alceo:                No, certo. Mi rendo conto che qualunque cosa io dica, non riuscirò a farti cambiare idea, posso solo cercare di darti una mano a fare questo passo, anche se lo considero un errore. Chiederò a Cici di accompagnarti da Andromeda, e magari di metterci una buona parola. Sappi comunque che se dovessi ripensarci la nostra porta per te è sempre aperta, vero Saffo?

 

saffo:                Su questo non c'è dubbio. Stai pur certa che potrai sempre contare su di noi. Ecco, questi sono i tuoi soldi e ti auguro con tutto il cuore buona fortuna. Dammi un abbraccio, almeno salutiamoci bene. (le due poetesse si abbracciano affettuosamente, e Saffo è sinceramente commossa) Addio tesoro.

 

erinna:               Grazie, grazie a entrambi, siete dei veri amici... mi dispiace, addio! (ed e esce)

 

alceo:                Cara Saffo, non ti avvilire, dài, vedrai che Erinna se la caverà bene. Dobbiamo rispettare la sua volontà, su questo ha ragione, non possiamo mica costringerla, oramai è una donna. Ma ora parliamo un po' di noi, che il tempo è poco e dobbiamo fare tantissime cose. Partiremo poco prima dell'alba, io adesso devo andare ma verrò a prendervi con una scorta di soldati ed un paio di carri per i bagagli e per chi non va a cavallo, tu dovrai assicurarti che per quell'ora sia tutto pronto, d'accordo?

 

saffo:                Non c'è problema, ma sarà bene avvisare subito le ragazze affinché possano prepararsi con calma.

 

Saffo e Alceo informano le allieve della loro imminente partenza, rispondono alle numerose domande ed apprendono che anche Nerissa è favorevole al trasferimento a Pirra; nella concitazione dell'ultima mezz'ora Saffo l'aveva completamente dimenticata, comunque almeno lei sembra non voler creare altri problemi.

Erinna va via con Elena e Cici, portandosi appresso anche lo schiavo Telesio, per aiutarla a portare i bagagli. Pure Alceo esce insieme a loro, però la sua destinazione è diversa, quindi, dopo alcuni frettolosi saluti di congedo, si dirige con passo deciso verso la parte opposta della città, avvolto dal suo purpureo mantello e dall'oscurità di quella notte senza luna.

Saffo continua freneticamente ad impartire disposizioni agli schiavi in modo che possano sistemare tutto per bene e mettere in salvo più cose possibili, probabilmente la casa verrà saccheggiata e bisogna decidere cosa si può portare e cosa si deve abbandonare. La poetessa pensa soprattutto alla statua di Afrodite, questa volta non potrà trasportarla, lo sa, è troppo pesante, ricorda bene che il viaggio per spostarla da Eressos è stata un'autentica impresa, e ci si è riusciti solo grazie alla forza di dodici schiavi. Ogni attimo di sosta è un'autentica tortura, poiché nella sua mente si affollano una moltitudine di pensieri deprimenti, per quanto lei si sforzi di controllarli, essi la travolgono come un fiume in piena. Tutto ciò che aveva costruito con grandi sacrifici in dodici anni di lavoro si stava dissolvendo in poche ore, come poteva non pensarci? Cosa sarebbe stato di lei senza il suo ginnasio? Queste atroci incognite le stavano procurando un'angoscia infinita, come non le era mai accaduto prima; sì, forse si era sentita così male anche il giorno in cui era morta Gellone, ma questa volta era diverso, era quasi come se il Fato stesso volesse annientarla completamente. Non fa che ripetere a se stessa che questo brutto momento passerà, ma non riesce proprio a convincersi, quindi ora l'unico rimedio è tenersi impegnata.

Giunti al ginnasio di Ardromeda, Elena, Cici ed Erinna sono stanchi e affamati, si siedono su alcuni triclini posti al centro della corte, ordinano qualcosa da mangiare e approfittano di quella breve sosta per concedersi un po' di riposo. Andromeda in giro non si vede, è già tarda sera ed in effetti sono quasi tutti andati a dormire. Elena chiede di lei a uno schiavo, che riferisce di averla vista poco prima ritirarsi nelle sue stanze. Dopo essersi velocemente rifocillata Elena invita Cici a seguirla in camera sua ed attenderla qualche minuto affinché lei possa trovare una sistemazione ad Erinna. Quindi, senza troppi indugi, prende Erinna e va a bussare alla porta della camera da letto di Andromeda.

 

andromeda:        Chi è? (dall'interno)

 

elena:                 Elena! Sono con Erinna e vorrei parlarti, se possibile.

 

andromeda:        Va bene, avanti!

 

elena:                 (Elena apre la porta e fa un passo dentro la stanza, seguita da Erinna, ma poi si ferma perché vede che sul letto c'è anche Mirsilo, Andromeda fino a un momento prima era intenta a succhiare il suo pene, ora, mentre glielo massaggia lentamente, le fissa entrambe con espressione incuriosita) Se vuoi possiamo passare più tardi...

 

andromeda:        Vi ho detto di venire avanti, no? Allora non statevene lì impalate, entrate e chiudete la porta. Ciao Erinna, che bella sorpresa!

 

erinna:               Ciao Andromeda, scusate il disturbo... (intanto Mirsilo alza la testa e le lancia intensi sguardi lascivi)

 

andromeda:        Non ti preoccupare... ebbene, ditemi, qual'è il problema?

 

elena:                 Ti ricordi di Erinna, vero? Oggi il ginnasio di Saffo ha chiuso e lei non vuole andar via da Mitilene e così ha pensato di venire a stare qui da noi...

 

andromeda:        Hai fatto benissimo, Erinna, sei la benvenuta, dividerai la stanza con Melissa, tanto lei non la usa quasi mai, sta sempre qui con me, anche adesso dorme nella camera accanto...

 

erinna:               Grazie, sei molto gentile, sarà perfetta.

 

andromeda:        Conosci il mio amico Mirsilo? È un uomo importante, sai? Ma soprattutto è incredibilmente spiritoso, noi ci facciamo sempre un sacco di risate...

 

erinna:               Veramente per quanto ricordo ho visto il signor Mirsilo per la prima volta l'altra sera al pritaneo, e non siamo stati presentati. (dice abbassando lo sguardo)

 

andromeda:        Ma questo è veramente imperdonabile! Sentito Mirsilo? Nessuno vi ha presentati...

 

mirsilo:              (toglie la mano destra dalla vagina di Andromeda a la porge ad Erinna) Molto piacere...

 

erinna:               Hem... piacere. (avvicinandosi a Mirsilo e stringendogli la mano)

 

andromeda:        (rivolta ad Erinna) Non credi che dovremmo fare le presentazioni come si deve? Vedi che bel fungo ho qui, aspetta solo te. (quindi la prende per un polso e la tira verso di sé sul letto)

 

Erinna non oppone resistenza, quando Andromeda le porge il turgido membro di Mirsilo, ci pensa solo per un attimo, poi comincia a leccare quel rigido cazzone, dapprima timidamente, poi, aiutata dalla sua compagna di pompino che la tiene per la testa, facendoselo entrare in bocca fino alla gola. Un turbinio di pensieri le girano nella mente: vorrebbe scappare, si chiede come sia possibile che proprio lei stia facendo quella cosa; eppure, quasi senza rendersene conto, accelera sempre di più il suo movimento.

 

mirsilo:              (giunto al culmine dell'eccitazione afferra la testa di Erinna con entrambe le mani e le spinge il pene più dentro possibile) Ah, sì, brava, così... godo...

 

Erinna ha un violento conato di vomito mentre la bocca le si riempie dello sperma di Mirsilo. Riesce a stento a trattenerlo quando Elena, arrivata improvvisamente alle sue spalle, le sussurra nell'orecchio: bevilo, bevilo tutto!

Dunque se vuole liberarsi di tutto quel seme che la sta quasi soffocando, ad Erinna non resta altro che seguire il consiglio di Elena ed ingoiare tutto senza pensarci troppo. Qualche istante dopo riapre gli occhi ed incrocia lo sguardo di Andromeda che non ha mai smesso di stringere il grosso fallo ancora gonfio di Mirsilo.

 

erinna:               Possiamo andare adesso? (dice alzandosi dal letto)

 

andromeda:        (sfoderando uno dei suoi proverbiali sorrisi fasulli) Certamente!... Ah, Erinna, sii gentile, non dire a nessuno che hai visto Mirsilo qui, va bene? Buonanotte!

 

erinna:               Buonanotte! (ed esce)

 

andromeda:        Elena, dopo aver accompagnato Erinna potresti passare un minuto qui, per favore?

 

elena:                 D'accordo. (ed esce anche lei)

 

erinna:               (seguendo Elena attraverso la corte interna) Potresti chiedere a uno schiavo di portarmi i bagagli? Quello che avevo l'ho mandato via.

 

elena:                 Subito. (e ferma uno schiavo per dargli disposizioni)

 

Arrivate alla stanza che Erinna dovrà condividere con Melissa, le due ragazze possono finalmente rilassarsi dopo una giornata così convulsa, Elena illustra diligentemente i vari utilizzi degli spazi e le caratteristiche del posto, poi aggiunge con piglio malizioso.

 

elena:                 Certo ti è costato piuttosto caro questo alloggio...

 

erinna:               Diciamo che me l'aspettavo presto o tardi, sicuramente non pensavo che sarebbe successo dopo neanche mezz'ora che sto qui.

 

 

 

elena:                 Comunque non ci sono stati problemi, anzi, ti sei comportata egregiamente: il fatto che Mirsilo abbia goduto con te lo devi considerare un colpo di fortuna, un fenomeno assai raro e di sicuro sarai invidiata per questo.

 

erinna:               (ridendo) Sei davvero incredibile, come puoi pensare di convincermi che quello che mi è capitato sia stato un.. colpo di fortuna!

 

elena:                 Eppure ti accorgerai che i miei ragionamenti, per quanto paradossali, sono ciò che più si avvicina alla verità. Ora fatti una bella dormita, per oggi nessuno ti disturberà più, stanne certa. Buonanotte!

 

erinna:               Buonanotte, Elena, grazie!

 

Tornata sui suoi passi Elena va a bussare nuovamente alla porta di Andromeda, come stabilito.

 

elena:                 Elena!

 

andromeda:        Vieni, cara, entra!

 

elena:                 Son qui, come mi hai chiesto.

 

andromeda:        Sì, grazie tesoro mio. Vieni, siediti un attimo con noi, io e Mirsilo siamo curiosi di sapere com'è andata a finire la tua “incursione in campo nemico”.

 

elena:                 Non c'è molto da dire e credo che abbiate già dedotto gran parte della storia. Come sapete siamo andati a cercare Alceo alla scuola di Saffo...

 

mirsilo:              ... e lo avete trovato?

 

elena:                 Sì, era lì. Appena siamo arrivati ha voluto parlare a lungo col fratello Cici, ma si sono allontanati e non ho potuto sentire quello che si dicevano. Poi Alceo si è offerto di dare asilo a Saffo e le sue allieve nella sua casa di Pirra. Partiranno tutti entro stanotte.

 

andromeda:        Cos'è successo dopo?

 

elena:                 Niente, Erinna si è unita a noi e siamo tornati qui.

 

mirsilo:              Cosa ha fatto Alceo, è rimasto con Saffo?

elena:                 No, è uscito con noi e poi se n'è andato da solo verso il porto. Il resto lo sapete.

 

mirsilo:              Mhmm, interessante... adesso vai, raggiungi il tuo Cici, ti ha atteso abbastanza. È un uomo fortunato a godere delle tue grazie. Aveva ragione Andromeda, sei una ragazza sveglia e un'amica fidata. Ho soprattutto apprezzato il suggerimento che hai dato prima ad Erinna, veramente geniale!

 

elena:                 Grazie, gli amici di Andromeda sono anche amici miei. Riguardo a prima ho solo consigliato ad Erinna il modo per evitare che vomitasse, è il semplice frutto dell'esperienza.

 

mirsilo:              Beh, comunque sono pienamente soddisfatto e voi due avrete presto un mio tangibile segno di gratitudine. Io dovrò assentarmi per qualche tempo, ma cercherò di rivedervi quanto prima.

 

andromeda:        Noi staremo qui ad aspettarti con trepidazione, vero Elena?

 

elena:                 Sicuro, conteremo i minuti. Allora, arrivederci presto, Mirsilo (dandogli un bacio sulla guancia), buona fortuna! (si alza e va via)

 

andromeda:        Te l'avevo detto, no? Elena è la mia allieva migliore.

 

mirsilo:              Come al solito hai ragione tu. Quanto ci ha detto non ha fatto che confermare ciò che sospettavo già, devo aspettarmi un attacco degli Alceidi da un momento all'altro, comunque non prima di domattina, vista la profonda oscurità di questa nottata. Io però mi sono preparato, fra un paio d'ore sarò in alto mare, ho delle navi pronte a salpare per garantirmi questa ritirata strategica, quindi non troveranno nessuno quando verranno a cercarmi. Per te ho lasciato trecento dracme a Pittaco, che potrai andare a trovare domani stesso, lui ti fornirà pure la necessaria protezione, per il tuo ginnasio voglio garantire la massima sicurezza e tranquillità.

 

andromeda:        Per il nerbo di Zeus! Hai pensato proprio a tutto, che briccone!

 

mirsilo:              Come dice Elena, è solo il frutto dell'esperienza...

 

andromeda:       Pensi di star via molto tempo?

 

mirsilo:              Non credo, vedrai che tornerò prima che tu possa sentire la mia mancanza.

 

 

Erinna e Saffo in un giardino di Mitilene, Simeon Solomon (londra1840-1905), anno1864,

tempera su carta, cm. 33 × 38.1 cm Tate Britain Gallery, Londra.

 

 

 

 

 

 

Capitolo 8.

 

Mitilene, ginnasio di Saffo, il giorno seguente, poco prima dell'alba.

 

 

Achille fascia Patroclo ferito. Kylix attico a figure rosse, ca. 500 a.C., da Vulci.

 

Alceo, come d'accordo, è tornato al ginnasio a prelevare tutte le persone che vi abitano, schiavi compresi. Fuori è ancora buio pesto ma Alceo è accompagnato da una quindicina di soldati con le fiaccole. Saffo ha già preparato tutte le cose che ragionevolmente sono trasportabili; diversi altri beni, come i mobili più pesanti, gli oggetti superflui, eccetera, li ha sistemati in una stanza sotterranea solitamente adibita a cantina. La vaga speranza è che non verrà trovata in caso di saccheggio, comunque è un ambiente senza finestre e dotato di una porta con chiavistello.

 

saffo:                Alceo, ho un favore da chiederti prima di andare, si tratta della statua di Afrodite, sai quanto ci tengo, no? Mi rendo conto che è troppo pesante per caricarla su un carro e portarcela appresso. Però vorrei spostarla da dove si trova ora e metterla in un'altra stanza più protetta. I miei due schiavi da soli non ce la fanno, servirebbe l'aiuto dei tuoi uomini, non ci vorrà molto.

 

alceo:                (rivolto ai suoi uomini) Mi servono una decina di voi, svelti!

 

Saffo ha fatto legare due grossi pali sui lati della statua, così effettivamente spostarla risulta facile e veloce, ovviamente con la forza di dodici uomini.

 

alceo:                (dopo aver fatto posare a terra la scultura nella cantina) Tagliate le funi e buttate via i pali, almeno se qualcuno vorrà rubarla dovrà faticare un po'. Saffo, chiudi questo chiavistello. Voi, datemi una mano a spostare questo armadio davanti alla porta.

 

saffo:                Allora è proprio arrivato il momento di andarsene... Alceo, (piangendo sommessamente) sta succedendo davvero?

 

alceo:                (abbracciandola) Vedrai che presto potrai rientrare...

 

Saffo non sa cavalcare, quindi monta su un carro assieme alle schiave ed alcune altre ragazze. La carovana procede molto lentamente, per via del buio, dopo aver percorso duecento metri Alceo si avvicina al carro per parlare a Saffo.

 

alceo:                Saffo, io adesso devo andarmene, vi raggiungerò a Pirra più tardi. Ho già dato ai miei uomini tutte le istruzioni, vi scorteranno durante tutto il tragitto e farete la strada più sicura.

 

saffo:                Ma cosa succede? Dove stai andando?

 

alceo:                Credimi, è meglio che tu non lo sappia, ciao divina!

 

saffo:                Ciao! (dandogli un breve bacio ma pieno di passione)

 

Mitilene, casa di Mirsilo, stesso giorno all'alba.

 

Alceo ha raggiunto Antimenide e Cici presso il quartiere dove vive Mirsilo, hanno radunato circa duecento soldati armati fino ai denti e sufficientemente motivati a dar battaglia. Contano di prendere Mirsilo di sorpresa, hanno circondato la sua casa e si apprestano ad attaccare mentre stanno appena spuntando le prime luci dell'alba. Alcune decine di uomini irrompono nella casa, ma, con loro grande stupore, la trovano vuota e indifesa. A quel punto dalla semioscurità emergono tre cavalieri, con un drappo bianco legato in cima a un'asta. Giunti a poca distanza Alceo e i suoi fratelli li riconoscono come tre ufficiali dell'esercito di Pittaco.

 

primo ufficialeChi è il vostro comandante?

 

antimenide:         (facendo un passo avanti) Sono io, o meglio, siamo noi, i gli Alceidi!

 

primo ufficialeSiamo qui per parlamentare...

 

alceo:       Questo l'avevamo capito, non credevamo che ci steste attaccando!

 

Queste parole di Alceo suscitano una gran risata, che squarcia in modo irreale il silenzio di quell'ora, ma la risposta dell'ufficiale riporta il silenzio.

 

primo ufficialeInfatti abbiamo l'ordine di attaccarvi, ma con i cinque cento soldati dietro di noi... Ebbene vi porto un messaggio di Pittaco.

 

ciciAllora parla! Fai presto!

 

primo ufficialeCome avete potuto constatare Mirsilo non c'è, ormai è lontano, ha lasciato l'isola, quindi per oggi non lo potrete catturare in alcun modo. Pittaco mi manda a dirvi che vi dà cinque minuti per ritirarvi e disperdervi, inoltre da domani voi Alceidi dovrete considerarvi in esilio, pertanto siete tutti diffidati dal mettere piede a Mitilene, pena l'arresto o peggio ancora. Vi ricordo che adesso siamo almeno il doppio di voi come numero, dunque non avremmo difficoltà ad annientarvi. Pensateci bene, attendiamo la vostra risposta. (si  gira e se va insieme agli altri due)

 

ciciAdesso che facciamo? Ci hanno fregato!

 

antimenide:         Che vuoi fare, dobbiamo accettare le condizioni e metterci in salvo per non farci ammazzare.

 

alceo:       Lo sai questo cosa significa, vero? Saremo esiliati a Pirra e non potremo più mettere piede in patria, l’avete sentito, no?

 

antimenide:         Alceo, non ci sono alternative quest’oggi, speriamo che in futuro la fortuna giri dalla nostra parte. Fate chiamare Efestione; ah, sei già qui. Allora ecco quello che devi fare: prendi un paio di uomini e vai al campo nemico a patteggiare: dovrai dire che accettiamo la loro proposta e ci ritireremo senza combattere, evitando così inutili spargimenti di sangue. Quando sarai lì potrai verificare se sono realmente in cinque cento come dicono, ma temo che sia l'amara verità.

 

efestione: Vado subito.

 

alceo:       Dev’essere un incubo, ditemi che non è vero. Maledetto Pittaco, quel panzone, traditore, tutto per causa sua! Senza il suo aiuto Mirsilo non avrebbe potuto far nulla…

 

antimenide:         L'abbiamo sottovalutato... 

 

cici:           Magari la partita non è finita, forse c’è ancora una speranza, certo la situazione è molto compromessa…

 

Torna Efestione.

 

efestione: Fatto, ho riferito il messaggio. Ho anche potuto vedere che... in effetti, sì, sono all’incirca cinque cento.

 

antimenide:         Non ne dubitavo, ma volevo esserne sicuro. Bene, non abbiamo più nulla da fare qui, perciò: Via, Via tutti!

 

Mitilene, ginnasio di Andromeda, poco più tardi.

 

andromeda:       Buongiorno Erinna, siedi un po' con me, mangiamo qualcosa...

 

erinna:       Buongiorno Andromeda, dormito bene?

 

andromeda:       Magnificamente,  e tu?

 

erinna:       Anch'io bene, grazie. Il letto è molto comodo.

 

andromeda:       Mi fa piacere che ti trovi bene qui. Ascolta, non abbiamo ancora avuto modo di farci una chiacchierata da ieri. Mirsilo è partito, ma tornerà presto. Mi ha chiesto di ringraziarti perché stanotte gli hai regalato dei momenti indimenticabili. È uno dei due uomini più potenti di Lesbo, e presto ne diventerà il reggente.

 

erinna:       L'altro dei due chi sarebbe?

 

andromeda:       Andrò a fargli visita proprio stamane, l'hai visto l'altra sera, quello che ha fatto la battuta sarcastica ad Alceo. È Pittaco, capo dell'esercito e grande alleato di Mirsilo. Loro sono destinati a comandare, non ho alcun dubbio in proposito. Noi, mia cara, stiamo sul carro giusto, dammi retta. Forse è un segno del Fato che tu sia giunta qui proprio ora. Saffo non ha futuro, ormai è finita. Tu hai tutte le doti per fare una splendida carriera in questo mondo: sei carina, giovanissima, intelligente, e soprattutto possiedi un grande talento, io l'ho visto subito.

 

erinna:       Vuoi dirmi che sono brava a fare i pompini?

 

andromeda:       Mi hai detto niente? Non puoi nemmeno immaginare quanto sia rara ed apprezzata questa dote. Magari ce l'avessi io! Ieri quando sei arrivata stavo succhiando il cazzo di Mirsilo da più di mezz'ora, ero così stanca che quasi quasi avevo intenzione di rinunciare, invece tu, in un minuto, l'hai fatto sborrare come un cavallo...

 

erinna:       Quindi, senza saperlo, ti ho fatto un bel favore!

 

andromeda:       Per il nerbo di Zeus, certo che me l'hai fatto! Mi hai letteralmente salvata!

 

erinna:       Accipicchia! Non pensavo che un pompino potesse avere tutto quest'effetto...

 

andromeda:       Mia cara, spesso un bel pompino vale più di mille parole!

 

Sopraggiunge Elena, ovviamente è da sola, già da qualche ora Cici è andato via, quando era ancora notte fonda. Vedendo Erinna e Andromeda si mette a sedere con loro per scambiare qualche parola prima del consueto bagno mattutino.

 

elena:        Buongiorno belle signore!

 

erinna:       Ciao Elena, hai fame? Questa frutta è ottima!

 

andromeda:       Buondì tesoro mio. Cici non c'è?

 

elena:        No, Cici se n'è andato stanotte. Mi fermo un po' con voi, ho una fame da lupo.

 

andromeda:       Che programmi hai oggi?

 

elena:        Intanto vorrei fare un bagno caldo di almeno un'ora, poi vedremo, nulla di faticoso comunque, ho bisogno di un po' di riposo, gli ultimi giorni sono stati molto impegnativi. E tu che fai?

 

andromeda:       Io vado a trovare Pittaco, per le questioni che sai, meglio non far passare troppo tempo e andarci subito.

 

elena:        Se vuoi vengo con te...

 

andromeda:       Credo che questa volta sia meglio di no, Pittaco non sa che sei l'amante di Cici, lui è un vecchio volpone e potrebbe intuire qualcosa. Se non ti vede, non ci pensa. Ma non ti preoccupare, mi prenderò cura pure dei tuoi interessi. Tu invece, Erinna, ti va di accompagnarmi? Sarà un'occasione per conoscerlo...

 

elena:        Perché no? Così ci faremo una passeggiata per le botteghe del porto.

 

Mitilene, casa di Pittaco, tarda mattinata.

 

pittaco:    (rivolto a una guardia) Come hai detto che si chiama, Andromeda? È con un'altra donna, dici, eh? Va bene, falle entrare.

 

Pittaco accoglie le due donne in una grossa sala, dove lui solitamente riceve le persone in visita, effettua i consigli di guerra ed ogni tanto organizza un simposio. Insomma è il luogo dove passa gran parte del suo tempo, l'ha arredato sobriamente ma con gusto e senso pratico, ci sono dei triclini e un grande tavolo per le mappe militari, ma pure alcune statue e bracieri di bronzo; non ci sono affacci sull'esterno, per motivi di sicurezza, ma delle ampie finestre si aprono su un giardino interno ben curato garantendo una gradevole illuminazione naturale.

 

andromeda:       (entrando) Pittaco, mio prode guerriero!

 

pittaco:    (andandole incontro e abbracciandola) Andromeda, buongiorno e benvenuta! Mirsilo mi ha detto che saresti passata a trovarmi, ma non pensavo così presto...

 

andromeda:       A me veramente ha consigliato proprio di passare da te stamattina, mi ha anche detto che ti ha lasciato qualcosa per me...

 

pittaco:    Sono trecento, giusto? Te le vado a prendere, mi ha lasciato un sacchetto che non ho neppure aperto, quindi non so esattamente cosa contiene.

 

andromeda:       Lo aprirò io, non temere. Ma non mi dici nulla della mia stupenda amica?

 

pittaco:    Se non me la presenti...

 

andromeda:       Allora rimedio immediatamente. Lei è Erinna, prima era un'allieva di Saffo, ma da ieri sera fa parte della nostra scuola.

 

erinna:      Lieta di conoscerti, ci siamo visti l'altra sera al pritaneo.

 

pittaco:    Come no, mi ricordo... come potrei dimenticare una ragazza così incantevole? Ma prego, accomodatevi su questi triclini, io vado a prendere il sacchetto e torno subito. (Se ne va in un'altra stanza)

 

erinna:       Non ho visto in giro la moglie, l'altra sera è stata tutto il tempo a controllarlo...

 

andromeda:       Sì, Brauri, strano che ancora non si è fatta viva. Hai ragione, deve essere fuori, glielo chiederò quando torna. Brava! Non ti sfugge niente, eh?

 

erinna:      Lo faccio senza accorgermene, noto le cose, mi viene naturale...

 

pittaco:    (rientra in sala e porge ad Andromeda il pesante sacchetto scuotendolo per far tintinnare le monete) Ecco a te, Andromeda. Una cosa è certa, questo è il suono di dracme!

 

andromeda:       Grazie, ma direi che questo più che un suono è una dolce musica! Senti, so che Mirsilo ha lasciato l'isola perché temeva un attentato da parte degli Alceidi, come è andata a finire?

 

pittaco:    A questo punto posso anche dirtelo, tanto non è più un segreto. Questa mattina effettivamente gli Alceidi hanno provato ad attaccare la casa di Mirsilo, lui non c'era, ma in compenso c'erano cinque cento guerrieri miei. Avrei potuto farli massacrare, però non sono un uomo malvagio e li ho lasciati andare. Comunque gli ho imposto l'esilio, e se uno di loro si azzarderà a mettere piede a Mitilene, sbatterò in galera lui e chiunque gli darà asilo.

 

andromeda:       Dunque, stando così le cose, Mirsilo potrà rientrare presto...

 

pittaco:    Penso proprio di sì. Visto Erinna? Hai fatto la scelta giusta...

 

erinna:      Appena in tempo, eh?

 

andromeda:       (ha aperto il sacchetto e cominciato a contare i soldi) Ma Brauri dov'è? Non l'ho ancora vista...

 

pittaco:    È andata a stare qualche giorno a Metimna, con la sua famiglia.

 

andromeda:       Pensa che fortuna, proprio oggi sei senza guinzaglio...

 

pittaco:    Credi che mi controlli troppo?

 

andromeda:       Un vero mastino! Se n'è accorta pure Erinna che l'ha vista solo una volta. Non è vero?

 

erinna:      Beh, l'impressione è quella...

 

pittaco:    D'altronde sono un uomo sposato, e lei per giunta proviene da una famiglia dell'alta aristocrazia, dai solidi princìpi morali e con una reputazione irreprensibile da difendere. Immaginate i se mi comportassi come Mirsilo, sarei screditato nel giro di una settimana!

 

andromeda:       Per questo esistono i compromessi. Certo, Mirsilo non ha una moglie che l'assilla tutto il giorno, può fare ciò che vuole, caso mai la sua preoccupazione può essere quella di darsi un limite ragionevole per non sembrare un uomo dissoluto. Tu invece hai il problema opposto, secondo me hai bisogno di superare alcuni vincoli che ti vanno un po' stretti.

 

pittaco:    In pratica mi stai suggerendo di trasgredire ogni tanto?

 

andromeda:       Ma certo! Ti farebbe anche bene alla salute! Non vedi Mirsilo com'è arzillo? Diglielo pure tu, Erinna, che è sano come un pesce...

 

erinna:      Io veramente lo conosco appena...

 

andromeda:       Eppure puoi ben dire di conoscerlo meglio di altre persone che lo frequentano da anni.

 

pittaco:    Che vuol dire? Non capisco.

 

andromeda:       Avanti Erinna, a Pittaco puoi raccontarlo...

 

erinna:       È un po' imbarazzante, però ieri sera, in sintesi, quando sono arrivata al ginnasio mi sono presentata da Andromeda che in quel momento stava a letto con Mirsilo.

 

pittaco:    E quindi?

 

erinna:       Quindi Andromeda teneva in mano il pene di Mirsilo, e ha chiesto a me di leccarglielo. Io ci ho pensato un po' e poi l'ho fatto, mi pareva un gesto amichevole...

 

andromeda:       Eccome se l'ha fatto! Pensa che lui ha sborrato dopo meno di un minuto.

 

pittaco:    Ti ha amichevolmente sborrato in bocca?

 

erinna:      Sì.

 

andromeda:       (richiudendo il sacchetto) Sono tutte, trecento dracme, d'altronde non avevo dubbi. Sia te che Mirsilo siete dei gentiluomini, ed i signori si riconoscono sempre per la loro onestà e generosità. Ora se vuoi scusarmi vorrei tornare a casa, mi faresti scortare da un paio di soldati? Sai, con tutti questi soldi... Erinna sarà lieta di rimanere a tenerti compagnia.

 

pittaco:    Sarai amichevole anche con me?

 

erinna:      Va bene.

 

Pirra, casa degli Alceidi, sera.

 

Saffo e le sue allieve da alcune ore sono arrivate nella grande casa degli Alceidi a Pirra. Hanno potuto cominciare a sistemarsi ed anche a riposarsi. Siamo al tramonto di una lunga e faticosa giornata, finalmente stanno arrivando anche Alceo e i suoi fratelli, alla testa di una lunga carovana che avanza silente. Gran parte dei soldati sono stati congedati, ma Antimenide ne ha tenuti una settantina, compreso Efestione, per garantire la difesa della casa e disporre di un plotone ben addestrato con cui eventualmente andare a combattere altre battaglie all'estero. A differenza di Alceo, Antimenide fa il guerriero di mestiere, sa bene che ormai ogni speranza di poter sconfiggere Pittaco e Mirsilo è perduta, tanto vale evitare di spendere altri soldi inutilmente. Sono stati tutta la mattina impegnati a sgomberare la casa di Mitilene, l'esilio è molto duro da accettare, ma perlomeno consente di continuare la vita. Così, stremati e avviliti, eccoli comparire alla vista di Saffo, che attende ansiosa di avere le ultime notizie per farsi un'idea su quello che potrà essere il suo avvenire.

 

saffo:       (salutando Alceo e i suoi fratelli) Salve fratelli! Benvenuti!

 

alceo:       (smonta da cavallo e abbraccia Saffo) Ciao tesoro!

 

antimenide e cici:        (smontando da cavallo e rispondendo mestamente) Salute a te, nobile Saffo!

 

saffo:        Come stai?

 

alceo:       Stanchissimo, ma vieni, entriamo in casa che ti dico.

 

saffo:        Tiaso! (rivolta alle ragazze sparse un po' in giro) Veni a salutare gli Alceidi!

 

alceo:       (gridando agli schiavi appena varcata la soglia di casa) Un cratere di vino, presto! ...E portatene anche di fuori ai soldati, per il sangue di Bacco! Che altrimenti quelli ci scannano, arrabbiati come sono!

 

In breve si compone un grande banchetto con almeno una ventina di partecipanti, nel frattempo i soldati, prima che si faccia troppo tardi, provvedono a montare un campo e ad accendere dei fuochi nel grande giardino adiacente alla casa. Alceo racconta a Saffo i fatti salienti della giornata, cercando di convincerla che l'unico modo di contrastare una simile malasorte è di ubriacarsi fino all'eccesso, cosa che anche lei ha cominciato a fare, pensando che in un momento come quello sia meglio non contraddirlo.

 

saffo:        (alzando una coppa di vino) Sei sempre convinto che questa sia la cura di tutti i mali?

 

alceo:       Indubbiamente, una delle cose migliori che gli uomini abbiano prodotto, insieme all'arte e alla poesia, è ovvio. Pensa se alla fine di una giornata così, non potesse esserci una coppa di vino ad alleviare le nostre sofferenze. Sarebbe terribile, questo dico, sopraffatti dal dolore, avremmo un'idea talmente negativa dell'esistenza, da avere solo la voglia di distruggere tutto.

 

saffo:        Suona un po' come una semplificazione retorica, però ammetto che talvolta è necessario semplificare per non perdere i fondamentali punti di riferimento.

 

alceo:       Perché ora non andiamo a farci una passeggiata fuori? Un po' d'aria fresca ci farà bene, c'è un clima fantastico...

 

saffo:        Con piacere, qui c'è un gran chiasso.

 

alceo:       (camminando con Saffo in una stradina fra giovani alberi di oleandro) Chi ci vedesse da fuori giurerebbe che siamo una coppia d'innamorati...

 

saffo:        E non è così?

 

alceo:       Forse... ma è un amore così ineffabile che non riesco a descriverlo...

 

saffo:        Forse è un amore vero...

 

alceo:       Già... e dev'essere anche raro e sottostimato. Noi siamo abituati a riconoscere come amore solo ciò che ci procura un effetto sconvolgente, che tuttavia è la naturale conseguenza di una forte passione, quasi sempre di breve durata, giusto?

 

saffo:        Certo, ho capito che vuoi dire. Troppo spesso sopravvalutiamo quella che è una semplice passione, un'attrazione fisica. E gli diamo una valenza ideale esagerata.

 

alceo:       Sembra proprio così.

 

saffo:        D'altronde siamo esseri umani, è ovvio che siamo coinvolti da tutto ciò che ci appaga fisicamente...

 

alceo:       Un ragionamento che non fa una piega, ineccepibile... eppure ho l'impressione che qualcosa ci sfugge, ma sono troppo ubriaco per poterlo definire, e probabilmente neppure sarei la persona più adatta, visto il caratteraccio che mi ritrovo...

 

saffo:        Effettivamente l'ultima cosa che ci si aspetta da te è una lezione di trascendenza mistica...

 

alceo:       Credo che lo stesso valga pure per te! Ecco il problema che ci accomuna, la nostra dimensione è troppo fuori dal mondo per essere compresa!

 

Eressos, casa di famiglia di Saffo, tre mesi dopo.

 

Saffo si è trasferita presso la sua casa familiare, ad Eressos, dove abitano la madre Cleide ed il fratello minore Eriguio. Da un paio di mesi Mirsilo è tornato a Mitilene, dove non ha avuto difficoltà ad assumere il potere, appoggiato sempre da Pittaco e dunque senza incontrare alcuna resistenza. Malgrado la negatività della situazione Saffo ha provato a riaprire il suo ginnasio e recuperare in qualche modo la sua carriera, ma questa possibilità le è stata categoricamente negata. Non solo, con la pretestuosa motivazione che lei sarebbe una connivente degli Alceidi, e perciò nemica dello stato, le è persino stata comminata la condanna all'esilio, dandole una severissima punizione materiale e morale.

È sicuro che dietro a queste decisioni così eccessive ci sia la subdola manovra di Andromeda, che non ha perso l'occasione di sfruttare la sua influenza su Mirsilo e Pittaco per procurare un grosso danno alla sua rivale di sempre.

Anche parte del tiaso si è disperso, in seguito agli ultimi fatti. Solo le fedelissime Atthis, Dike (la sacerdotessa), Anagora (Erato) e Drusilla hanno voluto seguire Saffo ad Eressos e condividere il suo destino. Le altre sono andate per conto loro oppure hanno raggiunto le rispettive famiglie.

È un'estate particolarmente torrida quell'anno a Lesbo e il caldo si fa sentire ancor più prepotente in questo inizio di luglio. Come era solita fare da ragazzina, Saffo ama passare i pomeriggi sulla spiaggia dinanzi alla casa, contemplando la splendida baia, inconfondibile per il caratteristico isolotto, e godendosi la frescura dell'ombreggiata pinetina sul mare. L'insieme di cose piacevoli offerte da questo luogo riesce persino ad affrancarla a tratti dalla sua profonda malinconia, facendole riaffiorare una spensierata e adolescenziale serenità. Ed è proprio lì che la troviamo anche adesso, circondata dalle sue amate allieve.

 

drusilla:   Dunque sei decisa a partire per Atene? Sarà dura lì farti valere, è un ambiente molto competitivo.

 

saffo:        Sono consapevole che la vita ad Atene è tutt'altro che facile, specie per noi “isolane”.

 

dike (la sacerdotessa):      Per quanto mi riguarda, dove vai tu, va il tiaso. Quindi sono pronta a seguiti ovunque, se mi vuoi.

 

saffo:        Dike, so che posso contare su di te e su voi tutte, tuttavia il mio dovere è d'informarvi che essere legate a Saffo potrebbe voler dire tanta sofferenza e lacrime. Indubbiamente vi voglio con me, però dovete pensarci bene e prendere sempre le vostre decisioni senza condizionamenti, in piena libertà.

 

anagora (erato):       Quando pensavi di partire?

 

saffo:        Prima che il mare si faccia troppo brutto, cioè al principio di settembre.

 

anagora (erato):       Io ci sto.

 

saffo:        Grazie, ne sono felice. Voi siete il tiaso, ed io non posso fare a meno di adorarvi sopra ogni cosa.

 

atthis:       Anch'io sono con te. Forse questa sorte avversa nasconde un buon esito, dopo tutto.

 

dike (la sacerdotessa):      Afrodite ci aiuterà, noi siamo le sue ancelle...

 

drusilla:   Se ciò può far piacere ad Afrodite, allora nobile Saffo, nostra deliziosa musa, ti dico che noi ti seguiremo; il tiaso è come la tua ombra, e verrà con te ad Atene.

 

saffo:        Non dubitavo della vostra fedeltà, però è bello sentirvi rinnovare le promesse del nostro legame spirituale.

 

Nulla riesce a riportare Saffo indietro nel tempo come la voce della madre che la chiama per cena, dodici anni prima era un suono che quasi la infastidiva, ma ora non solo prova un immenso piacere udendolo, ma ringrazia tutti i numi di avere ancora questa opportunità, Cleide infatti, nonostante la sua età non troppo avanzata, è di salute cagionevole, ed ovviamente ciò è fonte di grande preoccupazione per i figli.

 

cleide:       Saffo, Atthis! Ragazze venite, è pronta la cena!

 

Le ragazze obbediscono diligentemente al richiamo di Cleide e raggiungono la corte della casa dov'è già stato tutto predisposto per lo svolgimento di un classico convivio, come da miglior tradizione.

 

saffo:        (entrando in casa e rivolta agli schiavi) Cidno, Arignota, ci portate l'acqua col limone per lavarci le mani, per favore?

 

eriguio:     Venite prego, accomodiamoci...  Erato, vuoi dividere il triclinio con me? È molto spazioso...

 

anagora (erato):       Con piacere, grazie.

 

Apparentemente tutto è rimasto come al tempo in cui Gellone ed Arione furono ospiti, tanti anni fa, ma se si notano alcuni dettagli, emergono significative differenze.

Le piante del giardino e della corte interna, ad esempio, non sono rigogliose come prima, Cleide non riesce più a curarle come si deve. Anche l'insieme della casa risulta trascurato, d'altronde all'aristocratica signora mancano gli stimoli per mantenere alto il suo tenore di vita. Solo Eriguio è rimasto con lei, e anche lui freme per andarsene via, oramai è grande abbastanza... Il figlio maggiore, Carasso, per seguire una donna dalla dubbia reputazione conosciuta in Egitto, ha dilapidato buona parte del patrimonio familiare; manca da Lesbo già da tre anni e nessuno sa esattamente dove sia e cosa stia facendo. La carriera di Saffo, infine, è seriamente compromessa, quantomeno in patria; purtroppo nulla fa presagire una soluzione nel prossimo futuro.

 

cleide:       (portando in tavola una profumata pagnotta) Che bello vedere di nuovo tante persone in giro, dopo una solitudine così lunga. Mi spiace che questo sia dovuto alle tue recenti disavventure, Saffo, ma d'altra parte avere qui te e le ragazze mi riempie di gioia.

 

saffo:        Tuttavia presto dovremo lasciare Eressos per cercar fortuna all'estero. Non posso rassegnarmi all'idea che abbiano chiuso il ginnasio per sempre. Dovrà pur esserci un luogo da cui non saremo cacciate, no?

 

cleide:       Perdona il mio scetticismo, ma non ne sarei così sicura.

 

saffo:       Concedimi che almeno abbiamo il diritto di provarci...

 

atthis:       Diciamo pure che è un dovere, non solo un diritto. Magari ad Atene capiranno ed apprezzeranno il tiaso.

 

cleide:       Mi sorprende che proprio tu, nata e cresciuta ad Atene, ti aspetti così tanto da quella città.

 

atthis:       Non mi aspetto chissà cosa, però, allo stato attuale, può certamente  offrire un'opportunità in più di Lesbo!

 

dike (la sacerdotessa):      Dobbiamo difenderci, potrebbero volerci duemila anni prima che si riveda un tiaso come il nostro...

 

eriguio:     Possibile che il mondo non si accorga della bellezza incarnata in voi?

 

saffo:        Non solo è possibile, ma è persino la cosa più probabile. Noi possiamo solo continuare a credere nella forza delle arti e nella protezione di Afrodite.

 

cleide:... E avete già deciso quando partirete?

 

saffo:        Entro metà settembre, non è imminente, mancano più di due mesi...

 

Il resto della cena si svolge in un clima sereno e gioioso, complice anche il buon vino dei colli intorno ad Eressos, rinomato per la sua qualità superiore non solo rispetto al resto dell'isola, ma pure fra gli altri vini dell'Ellade.

 

eriguio:     (rivolto ad Erato) Perché non ci suoni qualcosa? Quale occasione migliore di questa? Tutti noi siamo nello stato d'animo migliore per l'ascolto.

 

anagora (erato):       Hai ragione, non potrei immaginare degli spettatori più stupefacenti di voi. Drusilla, mi accompagneresti con la tua tamburella? Anche alla melodia più armoniosa serve un po' di ritmo.

 

Il concerto che segue è caratterizzato da una serie di brani di rara bellezza, sarà perché le due ragazze sono particolarmente ispirate dalla magia dello speciale momento, o magari è solo l'effetto dell'inebriante nettare gustato in abbondanza durante la serata. Sta di fatto che questa volta la loro musica riesce ad arrivare veramente in fondo all'anima. Quando la dolcezza delle note lascia il posto ad un intenso ma gentile applauso, la prima a rivolgersi ad Erato e Drusilla è Cleide, con voce flebile e rotta dalla commozione.

 

cleide:       Adesso ho capito... Voi, siete semplicemente... meravigliose!

 

 

“Drusilla”, John William Godward, anno 1906, olio su tela, cm. 133.5 x 82.5, collezione privata.

Camera di Saffo, stessa notte, poco più tardi.

 

Il letto di Saffo da qualche giorno ha una nuova ospite, è Drusilla, che infine ha dovuto cedere alle sue sempre più insistenti lusinghe e agli adescamenti continui della focosa poetessa che non avrebbero potuto risolversi se non con una sua completa ed incondizionata capitolazione.

In realtà Drusilla è una femmina dominante, perlomeno nella sua dimensione erotica, quindi è un po' difficile, tra lei e Saffo, stabilire chi sia la cacciatrice e chi la preda. Non potendo esimersi dal sottomettere nel vero senso della parola la sua amante, la posizione che Drusilla adotta quando fa l'amore è sempre e comunque la stessa: lei sopra, seduta sulla faccia dell'altra a farsi leccare la fica. A Saffo non dispiace affatto questo ruolo subalterno, tanto più che l'umore vaginale della selvaggia percussionista, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, è dolce come il miele.

La variante che Saffo ha aggiunto a questa consuetudine sessuale imposta da Drusilla è quella di stimolarle la via anale con uno dei suoi pregiati cazzi di legno; sebbene tale pratica le renda ancor più difficile la respirazione, dovendo tenere la base del fallo appoggiata sul petto e, contemporaneamente, avendo sempre la fica della sua veemente compagna spalmata sul volto. Tant'è che ormai hanno trovato un loro perfetto equilibrio, frutto di questa monotona pratica, dove il solo spazio di manovra che resta ad Atthis e Dike è quello di procurare vari orgasmi ad un'arrapatissima Saffo, che evidentemente è stimolata dalla fica di Drusilla al di là del prevedibile. Ecco dunque cosa vede quella fastidiosa mosca che ha la pessima abitudine di appoggiarsi sulle tonde e sode natiche al vento dell'altrettanto eccitata sacerdotessa, la quale però, per mantenere la comodità della sua posa “a pecorina”, aiutata da un grosso cuscino sotto la pancia, espone incautamente le sue terga. Saffo è distesa sul letto a cosce spalancate, mentre Drusilla, come al solito, le strofina vigorosamente la vagina sul viso. Dike per quasi tutto il tempo è impegnata a succhiare la fica di Saffo, sostituita di quando in quando da una versatile Atthis, che si muove liberamente spostandosi da una all'altra delle sue amiche. La suddetta mosca spesso deve pure schivare i potenti ceffoni che la stessa Atthis rifila con un pizzico di cattiveria sulle chiappe arrossate della sacerdotessa.

 

dike (la sacerdotessa):      Anch'io ho voglia di un cazzo nel culo.

 

saffo:        (smettendo per un attimo di leccare Drusilla) Sentito Atthis? Accontenta la sacerdotessa. Sai dove tengo l'altro fallo?

 

atthis:       Non ti preoccupare, so dov'è...

 

drusilla:   (premendo con forza la fica sulla faccia di Saffo) Stai zitta e cicciamela!

atthis:       (dopo aver oliato accuratamente il secondo fallo, lo ficca tutto nel culo di Dike) Stavolta te lo sfondo!

 

dike (la sacerdotessa):      Niente male, però un cazzo vero sarebbe molto meglio...

 

atthis:       Ti piacerebbe che qui dietro ci fosse Melanippo, eh?

 

dike (la sacerdotessa):      Magari...

 

Ma l'unico vero cazzo presente in casa è quello di Eriguio, escludendo gli schiavi, ovviamente. A prenderselo nel sedere, zitta zitta, è la giuliva Anagora, altrimenti detta Erato, in onore della Musa della musica. Anche lei è giovanissima e vergine. Come tante altre predilige il sesso orale e quello anale, da cui può trarre piacere senza rischiare una gravidanza indesiderata. Anche Eriguio è alla sua prima esperienza sessuale, seppure priva di penetrazione vaginale; in definitiva però, lui non può sentire la mancanza di ciò che non conosce, dunque si accontenta di far bere ad Erato le sue abbondanti sborrate giovanili, di cui lei è talmente ghiotta da non volerne sprecare neanche una goccia. Generalmente il sonno prende il sopravvento dopo tre eiaculazioni, ma quella notte ce ne vogliono cinque per placare l'ardore dei due giovani e consegnarli tra le braccia di Morfeo.

 

 

“Erato at her lyre”, John William Godward (British 1861-1922),

anno 1895, olio su tela, cm. 73 x 82.5, Art Renewal Center Museum.

 

Capitolo 9.

 

Mitilene, casa di Mirsilo, una sera d'inizio luglio.

 

 

(Erinna?) “In the Tepidarium”

 John William Godward, anno 1913, olio su tela, cm.98.5 x 48.5, collezione privata.

 

 

Da oltre un mese Mirsilo è rientrato a Mitilene dal suo breve esilio, com'era facilmente prevedibile ha assunto il ruolo di reggente di Lesbo, con il decisivo appoggio politico e soprattutto militare del suo fedele “compare” Pittaco. In questa situazione è chiaro che per Alceo e Saffo si preannuncia un esilio infinito che stravolgerà totalmente le loro vite, non resta che prenderne atto e trovare una soluzione alternativa. Con una certa sorpresa Mirsilo ha appreso che Erinna, la sua fugace amante di quella memorabile notte prima della sua cosiddetta “ritirata strategica”, è diventata l'amante fissa di Pittaco, il quale, da quando la moglie Brauri è tornata dal suo viaggio a Metimna, ha difficoltà ad organizzare le sue scappatelle. Certo, potrebbe incontrarla al ginnasio di Andromeda, ma lì ci sono troppi sguardi indiscreti e l'ultima cosa di cui ha bisogno è che la moglie, orgogliosa e gelosissima, venga a sapere della sua tresca. Ecco dunque la trovata geniale, ha chiesto a Mirsilo di accogliere Erinna nella sua casa presentandola a tutti come la sua etera personale. L'unica condizione stabilita è quella della eguale condivisione dei “favori” della ragazza; Mirsilo non pretende altro, e Pittaco, da parte sua, potrà continuare a farsi succhiare l'uccello in un luogo lussuoso e discreto. Ad Erinna non è stato chiesto se avesse una sua opinione in merito, e stato dato per scontato che fosse d'accordo. Per puro scrupolo è stato chiesto il parere di Andromeda, peraltro dall'esito scontato: <un'idea magnifica!> È stato il suo commento. L'ingenua e sventurata Erinna dunque si trova ora a dover gestire quotidianamente non solo gli abusi di Pittaco, che l'ha pure sverginata, ma anche quelli del suo amico Mirsilo, il quale si eccita nell'infliggerle continuamente piccole e maliziose umiliazioni. Anche Andromeda ed Elena talvolta partecipano alle serate a casa di Mirsilo, ma se ne stanno perlopiù in disparte a mangiare e ubriacarsi. In genere preferiscono lasciare che i due bruti si sfoghino con Erinna prima d'infilarsi a letto. Anche stasera, come al solito, Erinna passa gran parte del tempo “a pecorina” con un cazzo nel culo e uno in bocca, avendo come unico obbiettivo quello di farli sborrare al più presto.

 

mirsilo:              Accidenti, Pittaco, non riesco più a distinguere la sorca dal culo! (dandole l'ennesimo schiaffo sulle natiche rosse come peperoni)

 

pittaco:                      Per il nerbo di Zeus! Ci ho messo una settimana per allargare quel buchino!

 

andromeda:        (dopo un soffocato gemito di Erinna) Non ho ben capito l'ultima rima della tua poesia, Erinna, diceva forse “l'uccello vola come il cazzo in gola?”

 

mirsilo:                      Ahahah! Andromeda, sei proprio uno spasso... a me però è parso di sentire “quel re che a lungo regna è come 'sto cazzo in fregna.”

 

pittaco:                      Ma siete sordi? Ha detto “Allarmi, presto, allarmi! C'è una gran nerchione che non la vuol smettere d'incularmi!”

 

mirsilo:                      (aumentando il ritmo con cui le ficca il suo gonfio membro tra i glutei tumefatti) Godo sempre come un mulo, quando a Erinna sborro... in culooo! (e le sborra nel culo)

 

pittaco:                      La tristezza non mi tocca, se ad Erinna sborro... in boccaaa! (e le sborra in bocca)

 

elena:                 Che poeti!

 

andromeda:                (avvicinandosi ad Erinna con una coppa di vino) Vuoi un po' di vino? Ti aiuterà a mandar giù lo sperma...

 

erinna:               (mentre Pittaco le toglie il pene ormai floscio dalla bocca) Grazie, mi ci vuole proprio!

 

pittaco:                      C'è rimasta l'ultima goccia... (e appoggia la sua grossa cappella con ancora una stilla di sborra sulla lingua protesa di Erinna)

 

Baia di Eressos, pochi giorni dopo.

 

È risaputo che Alceo, pur essendo nato in una città di mare, non ama navigare. Eppure è il proprietario di una splendida barca di venti metri costruita su progetto di Melanippo circa un lustro prima. Durante il viaggio inaugurale per la vicina isola di Chios, avevano rischiato di fare naufragio, colti da un'improvvisa e potente tempesta. Alceo in quella occasione si ripromise di non mettere più piede su una nave, se fossero sopravvissuti. Ebbene la barca resistette, loro si salvarono, ma Alceo non mantenne la promessa fatta a se stesso, d'altronde come si fa ad evitare di navigare stando su un'isola come Lesbo? Può solo cercare di farlo il meno possibile. Ieri però è tornato Melanippo, e lui adora andare per mare, specialmente sulla “Dionysos”, il loro amato vascello. Eccoli dunque approdare nella baia di Eressos in quel caldo pomeriggio d'agosto. Melanippo appena scorge in lontananza Saffo e le ragazze corre a prua per salutarle. Anche loro sono tutte in piedi sul bagnasciuga e manifestano con genuino entusiasmo la gioia che provano nel vedere i loro amici e l'elegante sagoma della “Dionysos”. Vinta l'iniziale diffidenza anche Alceo è contento di quella gita. Comunque non c'è alcun rischio, il tempo è ottimo e viaggiano sempre sotto costa.

Quando c'è abbastanza vento la “Dionysos” può scivolare veloce sull'acqua grazie alla grande vela trapezoidale sorretta dall'imponente albero al suo centro. Altrimenti, quando come oggi c'è calma piatta, lo scafo è provvisto di quattro lunghi remi sulle fiancate, ai quali Alceo ha messo altrettanti schiavi scelti fra i più robusti.

 

 

“La nave di Dioniso”, Exekias, kylix, 530 a.C., Museo Archeologico di Monaco.

 

alceo:       Evohè! Salute, mitiche Naiadi!

 

melanippo:                  Saffo, Dike, Atthis! Siete meravigliose!

 

saffo:                Evohe! Benvenuti, magnifici Dioscuri!

 

melanippo:                  A proposito di Dioscuri, ti ricordi Alceo di quel carme che scrivesti ispirato dai due gemelli divini quando scampammo alla burrasca con la “Dionysos”?

 

alceo:                        Come potrei dimenticarmene? Ci ripenso ogni volta che montiamo su questa barca. Credo di ricordare anche i versi del poema, vuoi che te li ridica?

 

melanippo:                  Sarebbe veramente fantastico. Sicuramente sono parole capaci di portarmi indietro a quei momenti, che io, al contrario di te, ricordo sempre con piacere.

alceo:       Quand'è così, vado subito a declamare:

Non comprendo lo scontro dei venti:

da una parte e dall'altra rotola l'onda;

e noi nel mezzo

siamo trascinati con la nave nera,

 spossati molto dalla grande tempesta.

L'acqua già invade la base dell'albero:

la vela è tutta trasparente per i grandi squarci.

Mostratevi a me, e lasciata l'isola di Pelope,

valorosi figli di Zeus e Leda,

apparite a noi con animo propizio,

o Castore e Polluce,

voi che per ogni terra e sul vasto mare

correte su pieveloci destrieri

e senza affanno liberate gli uomini

dal gelido abbraccio della morte.

Balzando alla cima delle navi

dai bei banchi rilucenti da lontano

e avvolgendo di luce la scura nave

nella notte cupa...

 

melanippo:                  È incredibile la forza evocativa che possiede la poesia, non finisce mai di stupirmi. Mentre recitavi provavo di nuovo il freddo pungente e le intense sensazioni di quella notte.

 

dike (la sacerdotessa):               (continuando a salutare con ampi gesti e rivolta a Drusilla accanto a lei) Mi si bagna la fica solo a guardarli.

 

drusilla:            La fica ti si bagna anche se solo ti sfiora un gatto...

 

dike (la sacerdotessa):               Può darsi, però se Melanippo ti avesse fatto quello che ha fatto a me, allora capiresti.

 

drusilla:            Addirittura...

 

dike (la sacerdotessa):               Perché non provi a chiederlo ad Atthis? O meglio ancora a Saffo?

 

drusilla:            Certo potrei farlo, ma se me lo dicessi tu, mi eviteresti un'inutile perdita di tempo, non trovi? Sarebbe assai gentile da parte tua, ed io saprei come ricompensarti...

 

dike (la sacerdotessa):               D'accordo, te lo dirò. Però tu oltre alla ricompensa sessuale, devi promettermi che in giro nessuno saprà che te l'ho detto io, va bene?

 

drusilla:            Promesso.

 

dike (la sacerdotessa):               Non so come raccontartelo, non possiedo il talento di Saffo con le parole. Allora, in sintesi, i fatti sono questi. Ricordi quella sera che abbiamo giocato con i falli di legno? Dopo siamo finiti a letto, tu ancora non facevi parte del nostro circolo erotico. Comunque Alceo e Melanippo hanno fatto sesso con noi. Io mi sono fatta inculare da Melanippo per almeno mezz'ora. Poi Saffo se li è persino presi tutti e due insieme: uno in culo e l'altro nella fica. Finché non sono esplosi in una gran sborrata, che io e Atthis ci siamo trincate con gusto ed abbiamo diviso equamente.

 

drusilla:            Accipicchia! E io che pensavo che a Saffo piacessero solo le ragazze...

 

dike (la sacerdotessa):               A chi non piace un bell'uccello tra le cosce?

 

drusilla:            Già...

 

Finalmente la “Dionysos” approda sulle rive dello spettacolare golfo di Eressos ed i suoi ormeggi vengono fissati al piccolo molo di pietra dove sono presenti numerose piccole barche da pesca. L'umore di Alceo è alle stelle: è in compagnia delle persone che più ama e ha rimesso i piedi sulla terraferma, dopo un breve viaggio in cui, bisogna dire, non si poteva immaginare un mare meno agitato ed un cielo così azzurro. Se non fosse per l'angoscia dell'esilio potrebbe affermare che è il giorno più bello della sua vita.

 

alceo:                        (cingendo affettuosamente le sue amiche) Che bello rivedervi. State bene?

 

saffo:                         Noi tutto bene, però ci siete mancati tantissimo! Melanippo, come è andato il tuo viaggio?

 

melanippo:                  È stato stupendo, grazie, ma è ancor più bello tornare a Lesbo e ritrovare Alceo e voi tutte. Adesso vi racconterò le mie avventure di viaggio, pensate che neppure Alceo ne è a conoscenza, sono arrivato solo ieri pomeriggio e non abbiamo avuto il tempo di parlarne.

 

saffo:                         Venite, andiamo lì sotto gli alberi, al nostro bivacco, c'è pure dell'ottimo vino di Eressos.

 

alceo:                        Tu sì che sai come corromperci!

 

saffo:                         Non dimenticarti chi è Saffo per il resto del mondo: “la grande corruttrice”!

 

melanippo:                  A noi poco importa del “resto del mondo”, siamo troppo interessati al “centro del mondo”!

 

saffo:                         Torni proprio da Delfi, giusto? Non la chiamano “l'ombelico del mondo”?

 

melanippo:                  Sì, in effetti la chiamano tutti così.

 

saffo:                         E lo è davvero?

 

melanippo:                  Direi che la domanda è semplice, ma la risposta non può esserlo altrettanto. Sicuramente è il posto più ricco e singolare che io abbia mai visto. Però ho avuto l'impressione che ci sia qualcosa che ha poco a che fare con l'autentico spirito mistico che ci si aspetterebbe da un consesso sacerdotale.

 

saffo:                         Perché pensi questo?

 

melanippo:                  Ti ripeto che la mia è solo un'impressione, ma ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso. Per esempio nessuno può udire direttamente quel che dice la Sibilla. Tutte le sue profezie sono riferite dai sacerdoti del tempio di Apollo. Quindi in teoria quelli potrebbero riferire il contrario esatto della sentenza originale senza timore di essere contraddetti. Esiste pure un particolare tiaso di sacerdotesse, un po' come voi, però devote di Dioniso. Ebbene, malgrado i miei sforzi non sono riuscito a parlare neanche per un attimo con una di loro. Sono circondate da guardie armate ed è vietatissimo avvicinarle. Ho solo potuto vederle da lontano, e non è stato facile, comunque posso dirvi che sono bellissime, (con lo sguardo nel vuoto come se le avesse ancora di fronte) esageratamente belle!

 

saffo:                         Se ho ben capito ruota tutto intorno ad un gruppo di donne che vengono tenute completamente isolate.

 

melanippo:                  Esattamente. Non vi pare strano?

 

dike (la sacerdotessa):               Davvero hai rinunciato a conoscere almeno una delle sacerdotesse? Io non avrei potuto.

 

melanippo:                  Scherzi? Non me l'hanno permesso, dovevo assolutamente rinunciare ad avvicinarle, altrimenti chissà, avrebbero anche potuto uccidermi.

 

alceo:                        Volevano farti fare la fine di Penteo...

 

dike (la sacerdotessa):               Cos'altro puoi dirci sulle tiadi delfiche?

 

melanippo:                  Poco purtroppo, però sono andato nel posto dove si riuniscono per le loro cerimonie rituali. È una grotta sul monte Parnaso, quello tanto caro ai poeti, si chiama Antro Coricio e ci si arriva direttamente da Delfi tramite un erto sentiero. Le sacerdotesse ci vanno soprattutto sul finire dell'inverno per svolgervi i misteri dionisiaci. Il luogo è magnifico, naturalmente in questo periodo non ci ho trovato nessuno, ma ho potuto raccogliere una gran quantità di “astragali", degli ossicini cubici che loro ricavano dalle zampe dei caproni, con cui giocano, oppure bucano per farci collane, o ancora usano per incidervi sopra i propri nomi, dopo averne levigata la superficie.

 

dike (la sacerdotessa):               Hai portato con te qualche astragalo adesso?

 

melanippo:                  Ma certo! Li ho presi apposta per regalarli a voi. Le uniche degne di possederli, chi può averne diritto se non il tiaso di Saffo? Eccoli, ne ho un sacchetto pieno. (ed estrae una manciata di astragali)

 

drusilla:            (osservando e poi passando alcuni astragali alle altre ragazze) Grazie, non avresti potuto scovare degli oggetti più adatti a noi.

 

melanippo:                  Ho anche trovato delle piccole kylix, come minuscole scodelle che queste nuove menadi utilizzano per bere una speciale essenza, detta kikeon, trenta volte più potente del vino puro, capace di indurre loro l'estrema ebbrezza e il furore estatico.

 

dike (la sacerdotessa):      Secondo te, oltre alle danze frenetiche, i vari riti, e l'ebbrezza, fanno anche sesso?

 

melanippo:                  Secondo me sì, non posso dirlo con certezza, però il mio istinto di solito non sbaglia, e mi dice che lo fanno eccome!

 

 

“Minuscole kylix per il kikeon ed astragali traforati”,

provenienti dall’Antro Coricio sul monte Parnaso, ca. VI sec. a.C.

 

dike (la sacerdotessa):               (guardando un astragalo molto diverso dagli altri) Guardate questo quanto è grosso, doveva appartenere ad una sacerdotessa importante. C'è una “A” incisa, chissà cosa significa...

 

melanippo:                  Mi sono informato, significa “Axi”, era il nome di una sacerdotessa a capo delle tiadi. Resta memorabile per la sua bellezza ed anche perché un giorno è scomparsa nel nulla, e nessuno l'ha più rivista.

 

atthis:                Che storia...

 

dike (la sacerdotessa):               Se stanno così la cose, solo Saffo, la nostra guida, può essere all'altezza di conservare questo astragalo. (glielo porge con deferenza)

 

alceo:                        Giusto, da Axi a Saffo.

 

saffo:                         Sono veramente onorata, questo dono è talmente bello che non trovo le parole per ringraziarti, Melanippo, avrai sempre la mia più sincera riconoscenza.

 

alceo:                        Non è per caso che dovrei essere geloso?

 

saffo:                         Sei sempre il mio grande amore, non ti affliggere...

“Astragalo con l’iniziale di Axi”, cm. 3,5 x 5,5, ca. VI sec. a.C., dall’Antro Coricio, Monte Parnaso.

 

Senza rendersi conto del passare del tempo, gli amici trascorrono allegramente l'intero pomeriggio, Melanippo continua il suo racconto e le ragazze ne sono ormai completamente affascinate.

 

melanippo:                  C'è un gioco nella tradizione dell'Eubea che sono sicuro vi piacerà moltissimo. Lo fanno le ragazze coi loro spasimanti prima di concedergli la verginità.

 

dike (la sacerdotessa):               Figo, già mi piace.

 

melanippo:                  La chiamano altalena, consiste in un seggiolino legato ai lati con due corde, che pendono dal un ramo di un albero abbastanza alto e robusto da servire allo scopo. La ragazza si siede sul seggiolino sospeso e comincia ad oscillare sempre più forte avanti e indietro, sospinta da dal suo ragazzo che di solito si mette in piedi alle sue spalle. Ovviamente il movimento fa da stimolo al sesso, e l'albero su cui è appesa l'altalena, specie se è da frutto, è di buon augurio per la fertilità.

 

 

 

Skyphos Attico a figure rosse con Sileno e giovane donna sull'altalena, 440 a.C.,

trovato in prov. Chiusi (Toscana) - Pergamon Museum Belrlino.

 

saffo:                Dovremmo introdurre l'altalena nelle celebrazioni matrimoniali, al pari degli epitalami, penso che gli innamorati ne sarebbero felici.

 

melanippo:                  Brava! Sono sicuro che questa iniziativa riscuoterebbe un grande successo.

 

dike (la sacerdotessa):               Intanto potremmo cominciare noi... perché non proviamo a costruire un'altalena? Non sembra troppo complicato...

 

melanippo:                  Ottima idea! Ed è anche facile da realizzare. Le corde le troviamo in barca, come sedile basterà una tavola un po' spessa, e i nostri quattro schiavi, giovani e forti come sono, la costruiranno in un batter d'occhi. Vero Alceo?

 

alceo:                        Sicuro, per loro sarà un gioco da ragazzi. Andiamo a dargli le opportune istruzioni, presto, prima che faccia buio!

 

saffo:                         Potrete appenderla al vecchio fico vicino alla casa, credo che sia grande abbastanza.

 

Nel giro di pochi minuti l'altalena è pronta all'uso e sono tutti riuniti per inaugurarla. Ovviamente Saffo viene eletta prima sperimentatrice del nuovo gioco e Alceo suo cavaliere.

 

saffo:                         (sospinta da Alceo altissima sull'altalena) Che meraviglia! È bellissimo!

 

Tutte le ragazze sono ansiose di provare l'altalena e fanno a gara per aggiudicarsi ora Melanippo, ora Alceo, per accompagnarle. Siamo al tramonto e l'allegra comitiva è raccolta in circolo nei pressi del vecchio fico, è stato acceso un bel falò e Cleide ha fatto portare del cibo e del vino.

 

dike (la sacerdotessa):               (sull'altalena con Melanippo dietro di lei) Più forte! Non smettere! Dai, sì, fantastico!

 

melanippo:                  Più di così non posso! Sei proprio insaziabile!

 

dike (la sacerdotessa):               Dobbiamo costruire un'altalena a due posti, così si può fare sesso mentre si dondola. La vuoi fare tu?

 

melanippo:                  Certamente! Domani la costruisco e te la regalo. Poi se vuoi la proviamo insieme.

 

dike (la sacerdotessa):               Sul serio? Non vedo l'ora...

 

saffo:                         (rivolta ad Alceo, seduto accanto a lei) Non l'ho mai vista così felice, Melanippo ci ha fatto veramente un bel regalo, un'idea magnifica.

 

alceo:                        Concordo, è un ragazzo straordinario. Ha una sensibilità eccezionale, tipica dei grandi artisti.

 

saffo:                         Sei stato gentile a venirci a far visita. Potevi passare alcuni giorni da solo con Meanippo e invece hai deciso di condividere parte di questo tempo con noi...

 

alceo:                        Non dire sciocchezze, sai che per me è una gioia immensa stare con te ed il tiaso. Mi han detto che hai deciso di lasciare Lesbo e non so davvero come farò senza di te. Non riesco proprio ad immaginare la mia vita al di fuori dell'isola, altrimenti ti accompagnerei, ed inoltre uscire significherebbe dargliela vinta a quei due porci immondi che hanno preso il potere della nostra patria. Un giorno i nostri concittadini capiranno di essere stati plagiati e si ravvederanno, vedrai, ed io quel giorno voglio esserci.

 

saffo:                         Quel che dici è molto saggio e rivela tutta la tua dignità. Ciò nonostante devo pur ammettere che non voglio, né posso passare la mia vita ad aspettare che la situazione migliori; mi dispiace...

 

alceo:                        Questo destino impazzito ci obbliga al ruolo di esuli, non lo meritiamo, eppure è così. Siamo costretti a lottare disperatamente senza tregua. Cara Saffo, spero solo che ne valga la pena, forse è un scotto troppo alto per un giro nell'Olimpo...

 

saffo:                         Però sappiamo fare invidia agli dèi, almeno per qualche istante, nevvero?

 

alceo:                        Altroché! Forse è per questo che mettono tutti questi ostacoli sul nostro cammino...

 

saffo:                         Sono invidiosi e pure permalosi e dispettosi.

 

alceo:                        Meno male che ci sei tu a rimproverarli!

 

saffo:                         Cosa vuoi che conti per gli dèi il mio umile lamento.

 

alceo:                        Di sicuro Afrodite starà sempre ad ascoltarti.

 

saffo:                         Questa è la mia unica certezza...

 

Il giorno seguente viene deciso all'unanimità di fare una gita alla foresta pietrificata, la millenaria selva fossile è considerata il luogo più sacro di Lesbo. Fortunatamente il sito è raggiungibile dal mare, quindi si può approfittare della “Dionysos” per arrivarci. Caricati viveri e bevande si parte quando è già tarda mattinata e si è levato un caldo torrido.

 

atthis:                        Non ti esporre troppo al sole, che poi ti scotti!

 

dike (la sacerdotessa):               Lo so, però si sta così bene...

 

saffo:                         (rivolta sempre a Dike) Copriti un po', che ci fai eccitare gli schiavi e dopo non riescono più a remare!

 

dike (la sacerdotessa):               Tutto questo scalpore per un paio di tette?

 

drusilla:            Dai retta a Saffo, che la sa lunga…

 

La lunga stradina in salita che si deve percorrere per raggiungere la foresta pietrificata, tutto sommato, è un prezzo accettabile per coloro i quali desiderano vivere l'esperienza unica che il posto può offrire. I giganteschi alberi, reduci di tempi immemorabili, incorniciano il mare blu cobalto che si apre a perdita d'occhio in fondo alla collina. Alcuni tronchi sono ancora in posizione verticale, piantati nel terreno come fossero altrettanti dardi scagliati dal cielo da un dio infuriato. Non si ha un’idea precisa di come potrebbe essere un paesaggio lunare, ma volendo immaginarlo, senza dubbio somiglierebbe molto alla foresta pietrificata di Lesbo, ammantata di mistero e di fascino.

 

alceo:                        (parlando con un po' di affanno) Questo è ciò che han visto i nostri padri, ed i padri dei loro padri.

 

saffo:                         Oggi siamo qui, giovani e belli, ma presto saremo quelli che furono; e i nostri nomi si perderanno in mezzo agli altri, come lacrime nel mare immenso.

 

alceo:                        Allora gridiamoli forte: Alceo! (dando alla sua voce tutto il fiato che ha in corpo)

 

saffo:                         (Aspettando che si esaurisca la forte eco dell'urlo di Alceo) Saffooo!

 

atthis:                (la prima a capire il nuovo gioco del momento, tira fuori il suo tono più stentoreo) Atthis!

 

anagora (erato):                (seguendo subito l'esempio di Atthis) Anagora!

 

melanippo:                  Melanippo!

 

dike (la sacerdotessa):               Dike!

 

drusilla:   (con una voce così forte da far venire i brividi a tutti) Drusillaaa!

 

Pure Acrisio ed Egisto, due dei quattro schiavi di Alceo, che hanno accompagnato il gruppo, vorrebbero gridare al mondo i loro nomi, ma dopo essersi guardati un istante, non trovano il coraggio e rinunciano.

 

alceo:                        (facendosi serio d'un tratto) Saffo, tesoro, ti devo parlare una cosa piuttosto spiacevole. Ma preferisco essere io ad informarti, piuttosto di lasciare che tu venga a sapere da qualcun'altro le notizie che ho da darti.

 

saffo:                         Di che parli, è così grave?

 

alceo:                        Riguarda Erinna, sono molto preoccupato per lei, temo che si stia cacciando in grossi guai.

 

saffo:                         Perché, cos'ha fatto?

 

alceo:                        È diventata la concubina di Mirsilo, adesso abita a casa sua. Sono sicuro che nelle mani di quel mostro finirà stritolata...

 

saffo:                         È terribile! Sono così turbata... ma tu come fai ad avere queste notizie? Sei sicuro che sia vero?

 

alceo:                        La mia fonte è assolutamente attendibile. Si tratta di Elena, te la ricordi? Una delle allieve di Andromeda. Ogni tanto viene a Pirra a trovare mio fratello Cici, con cui ha una relazione. Ovviamente è perfettamente al corrente di tutto quel che succede a Mitilene.

 

saffo:                         Noi come possiamo aiutare Erinna?

 

alceo:                        Ho già chiesto ad Elena di dirle che può venire a stare nella nostra casa di Pirra. Purtroppo Mitilene ci è interdetta e quindi non so davvero cos'altro potremmo fare.

 

saffo:                         Alceo, visto che attraverso Elena puoi arrivare ad Erinna direttamente, vorrei che tu le facessi avere un mio messaggio scritto su un papiro. Sarebbe veramente un favore importante per me, lo puoi fare?

 

alceo:                        Certo che posso, lo darò subito a Cici, che in breve tempo lo farà consegnare ad Erinna.

 

saffo:                         Ti ringrazio, sei un vero amico.

 

melanippo:                  (raggiungendo Alceo in quel momento) Che sudata! Come fai ad andare così veloce in salita?

 

alceo:                        Semplice, imito la lepre! Corro appresso alle leprotte, come vedi. (indicando Saffo)

 

melanippo:                  Ma sei sicuro che sia proprio una leprotta? Potrebbe essere una coniglietta. Come fai a distinguerle?

 

alceo:                        La femmina di lepre, al contrario di quella di coniglio, corre molto più veloce del maschio. Proprio quando lui si rende conto di non avere più alcuna possibilità di acchiapparla, lei, se vuole accoppiarsi, si ferma. Questo cosa ci dice? Che a prima vista leprotta e coniglietta sono uguali, però dobbiamo constatare che tra loro c'è una differenza abissale...

 

melanippo:                  La natura segue sempre un suo nume che sa bene il fatto suo. Basta solo cercare di capirlo, no?

 

alceo:                        Proprio così. Per questo le leprotte sono tanto rare, mentre c'è un gran numero di conigliette...

 

dike (la sacerdotessa):               (arriva in quel momento con Drusilla) Secondo te noi siamo leprotte o conigliette?

 

alceo:                        Secondo me voi siete tutte leprotte, se non altro perché siete rimaste con Saffo. Ne siete convinte?

 

drusilla:                     Se stare nel tiaso di Saffo vuol dire essere una leprotta, allora sì, sono una leprotta anch'io!

 

dike (la sacerdotessa):               Leprotta per sempre! Lo giuro sul mio tirso!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 10.

 

Sera stessa, a bordo della “Dionysos”, rada dinanzi alla foresta pietrificata.

 

 

“Scena orgiastica”, kylix a figure rosse, ca. 510 a.C., Parigi, Museo del Louvre.

 

Dopo aver assistito ad un suggestivo tramonto gli occupanti del vascello “Dionysos” si dedicano ad un convivio caratterizzato da vino rosso sangue, in onore appunto di quel dio dell'ebbrezza così popolare in Grecia, di cui la loro l'imbarcazione porta il nome. Le libagioni sono appena cominciate, ma diversi di loro sono già ubriachi, il vino è forte, ed Alceo lo diluisce meno del solito. Stasera anche agli schiavi è permesso di divertirsi: sono incitati da Melanippo e Dike, mentre Drusilla li invita a scatenarsi nella danza, al suono incalzante del suo tamburo.

 

dike (la sacerdotessa):               Questo tamburo ti entra dritto in testa, Drusilla, sei fortissima. (continuando la sua danza piena di giravolte)

 

melanippo:                  Da questo momento e per il resto della notte voi non siete più schiavi. Egisto, Argo, Demiurgo, Acrisio, avete capito bene? Potete considerarvi uomini liberi sino a domani, dico sul serio.

 

argo:                          Niente trucchi? (mentre tiene una coppa di vino con una mano ed infila l'atra fra le chiappe della sacerdotessa)

 

melanippo:                  Nessun trucco, avete la mia parola.

 

saffo:                         La sacerdotessa sembra lanciatissima... scommetto che tra meno di un minuto starà maneggiando un fallo.

 

alceo:                        Io dico almeno due... di falli.

 

In effetti è Alceo a vincere la scommessa, poiché Dike, già dopo trenta secondi, ha il cazzo di Argo che la infilza da dietro e quello di Egisto che le riempie la bocca. Anche Drusilla non è certo rimasta a guardare, con grande senso artistico mantiene una posizione plastica in cui sottopone il proprio ano ad una prova estrema cimentandosi con l'enorme membro di Melanippo, che pur stando sotto di lei, la incula severamente e si dimena come un cavallo imbizzarrito. Simultaneamente però Drusilla riesce pure a succhiare a turno i cazzi di Acrisio e Demiurgo, con uno straordinario sincronismo che soddisfa ciascuno in egual misura.

 

atthis:                        (mettendosi a sedere vicino a Saffo e Alceo) Perbacco! Drusilla è un vero spettacolo!

 

alceo:                        Guarda quanto mi sono eccitato guardandola. (tirando fuori l'uccello)

 

saffo:                         Che pisellone...

 

atthis:                        Cosa aspetti a ciucciarlo?

 

saffo:                         (iniziando a leccare la cappella) È così grosso che non mi entra in bocca...

 

atthis:                        Continua a provarci, vedrai che entra...

 

Intanto, a poca distanza, pare che i due schiavi Argo ed Egisto stiano sfogando sulla sacerdotessa diversi anni di repressione. L'uno le spalanca il culo col suo cazzone, che entra ed esce senza più incontrare alcuna resistenza. L'altro le impartisce sonore cappellate sul viso, interrompendo questo esercizio solo per pomparla in gola.

 

dike (la sacerdotessa):               Atthis, vieni a darmi una mano! Non ce la faccio da sol...ahmhm! (la sua voce è soffocata dal cazzo di Egisto)

 

atthis:                        Dike, non si parla con la bocca piena, è maleducazione!

 

 

Quella che segue la battuta di Atthis è una risata talmente fragorosa che ancora riecheggia per le valli di Lesbo. Melanippo, ridendo senza freno, fotte Drusilla da sotto, e, dopo alcuni sobbalzi, propone un'abbondante sborrata nel suo culo sodo, che le scola su natiche e interno cosce.

Anche Acrisio e Demiurgo riempiono la faccia e la bocca di Drusilla di seme, quasi come se Melanippo avesse dato loro un segnale di partenza. A quel punto pure Argo ed Egisto, per non essere da meno, sborrano nella sacerdotessa senza tanti riguardi. Alceo fino ad allora era riuscito a trattenersi, facendo solo movimenti minimi nella gola di Saffo, adesso però, dopo averle dato l'ultimo colpetto, spinge tutto il suo membro dentro la sua bocca, tenendola per i cappelli dietro la nuca ed aspettando di farle ingoiare il primo schizzo, ormai inarrestabile. Lui vorrebbe avvisare Saffo che sta per sborrare, poiché teme che possa andarle lo sperma di traverso, ma in quei pochi attimi ha giusto il fiato per dire: Godo!

 

atthis:                        (rivolta a Saffo) Ti sei bevuta tutta la sborra senza fare neanche un colpo di tosse. Complimenti!

 

saffo:                         Sto diventando brava, nevvero?

 

Una mattina di metà agosto, casa di Mirsilo a Mitilene.

 

Dopo circa un mese dall'incontro di Saffo e Alceo, Andromeda va a far visita a Mirsilo. Come al solito l'accompagna Elena, cui Alceo e Cici hanno affidato il papiro di Saffo da consegnare a Erinna.

 

mirsilo:                      (apre la porta dopo aver chiesto chi stesse bussando ed accoglie le due donne completamente nudo) Salute Andromeda, ciao Elena, entrate! Scusate, ma in questo momento gli schiavi non ci sono, se non vogliamo contare Erinna, li ho mandati al mercato a comprare un po' di cose buone da mangiare e da bere, torneranno fra poco.

 

andromeda:                Ciao Mirsilo! Te ne stai sempre qui rintanato e allora abbiamo pensato di venirti a trovare...

 

mirsilo:                      Avete fatto benissimo! E tu, Amdromeda cara, hai ragione da vendere. Devo tornare ad uscire, andare in mezzo alla gente e riprendere le mie vecchie abitudini.

 

andromeda:                Insomma, capisco che una fregnetta di diciott'anni non capita tutti i giorni, tu però ti sei fissato, così è troppo, no?

 

 

 

 

 

“Andromeda”, Philip John Thornhill (Pittore inglese, 1875–1903)

olio su tela, cm. 101,6 x 50,8, anno 1896(?), venduto dalla Sotheby’s  nel 2015.

 

mirsilo:                      Esatto, hai perfettamente centrato il problema, è lei la causa del mio malessere, ho bisogno di interrompere questa storia, almeno per un po' di tempo. Anzi, tu potresti aiutarmi. Perché non te la riporti al ginnasio qualche giorno? Possiamo inventare una scusa qualsiasi, chessò, diciamole che vado in viaggio di lavoro alle isole. Può anche essere ch’io lo faccia veramente.

 

andromeda:                Perché, non vuole più farti i bocchini?

 

mirsilo:                               No, al contrario, passa le sue giornate a succhiarmi il cazzo! Non sono più un ragazzino, mica posso tenere un ritmo di due o tre bocchini al giorno, senza contare che spesso e volentieri devo anche farle il culo e la sorca... paradossalmente il problema è che Erinna me lo ciuccia fin troppo bene, e io non so resistere, che devo fare? L'unica soluzione è togliermela di torno. Per giunta negli ultimi tempi ha un umore strano, che m'infastdisce. È sempre apatica e triste, non dice una parola... capisci che non si può andare avanti così.

 

andromeda:                         Va bene, le chiederemo di tornare da noi. Ma sono sicura che la rivorrai indietro entro pochi giorni. A proposito, dove sta adesso?

 

mirsilo:                               Di certo è a letto a dormire. Ora provo a chiamarla, Erinna! Vieni, abbiamo ospiti!

 

andromeda:                         Non c'è fretta... ricordati che aspettiamo sempre una tua visita, alla scuola ci sono tante belle ragazzine, come Melissa per esempio, te la sei scordata?

 

mirsilo:                               Come potrei dimenticare il suo culetto? L'ultima volta gliel'ho sfondato tutta la notte!

 

andromeda:                         Già, è vero... poi ci siamo anche noi, e non è poco. Elena, perché non fai a Mirsilo un piccolo promemoria?

 

mirsilo:                               Buona idea, Elena, dammi un anticipo! (afferrandosi l'uccello che sta già cominciando a indurirsi)

 

Elena, senza dire nulla, s'inchina di fronte a Mirsilo e comincia a fargli un veemente bocchino. Nel frattempo arriva Erinna, ma sulle prime, nessuno si accorge di lei, quindi si ferma in silenzio ad osservare il lavoro di bocca di Elena.

 

andromeda:                         Niente male, eh?

 

mirsilo:                               Le farei volentieri bere una bella sborrata, ma preferisco aspettare, c'e più gusto... (vede Erinna) Ah, eccoti, devo andare a fare un giro per le isole, una questione urgente di lavoro. Non posso portarti con me, ma potrai stare alla scuola di Andromeda per alcuni giorni, io tornerò presto. (le parla continuando tranquillamente a tenere il suo pene nella bocca di Elena)

 

erinna:                                 Non c'è problema. Ci pensi tu ad avvisare Pittaco?

 

mirsilo:                               Sì, sì. Con Pittaco ci parlo io. Potrà venirti a trovare al ginnasio, vero Andromeda?

 

andromeda:                         Sia per te che per lui un posto lo troviamo sempre...

 

mirsilo:                               Allora è tutto sistemato, adesso prendiamo un po' di vino e brindiamo alla nostra salute e al buon esito del mio viaggio.

 

andromeda:                         Vengo con te per darti una mano a portare il vino e le coppe.

 

elena:                                  (rimasta da sola con Erinna) Tieni. (Le porge un foglio di papiro arrotolato)

 

erinna:                                 Cos'è?

 

elena:                                  Un messaggio di Saffo. Ci teneva molto che te lo consegnassi di persona, mi ha pure chiesto di farle avere al più presto la tua risposta, se vorrai dargliela, a voce o per iscritto.

 

erinna:                                 Dammi solo il tempo di leggere e poi deciderò cosa fare, va bene?

 

elena:                                  Certo, certo, fai con comodo.

 

erinna:                                 Grazie.

 

andromeda:                         (rientrando nella sala e portando le coppe) Ecco, prendete la vostra kylix, Mirsilo sta portando il vino.

 

mirsilo:                               (si è finalmente messo addosso un peplo e tiene in una mano un kantharos con dell'acqua, mentre sotto l'altro braccio porta un'oinochoe piena di vino) Venite, oggi sono beato fra le donne e voglio bere con voi per celebrare questo momento. (posa il kantharos su un tavolino e ci svuota dentro il vino contenuto nella oinochoe, come fosse un cratere, dopo aver miscelato il tutto versa il vino alle sue ospiti e propone un brindisi) Alla salute delle mie amanti!

 

andromeda:                         Allora, alla salute nostra! (brindano tutti)

 

In breve il vino fa il suo effetto, che nel caso di Mirsilo vuol dire liberare le sue fantasie più morbose. Come spettacolino d'intrattenimento chiede ad Erinna in modo brusco e perentorio di comportarsi da brava troia, smetterla di oziare sul triclinio e di spogliarsi nuda. Poi prende un cetriolo da un cesto pieno di frutta e ortaggi e le ordina di prostrarsi ai suo piedi e pregarlo di darglielo.

 

erinna:                                 (nuda e inginocchiata dinanzi a Mirsilo) Ti prego, mi dài il cetriolo? (lui, dopo avere molto esitato, glielo porge con aria seccata) Grazie, grazie.

 

mirsilo:                               Adesso ficcatelo tutto nella fica...

 

erinna:                                 Così? (obbedisce all'ordine di Mirsilo)

 

andromeda:                         C'ho la fregna tutta bagnata.

 

mirsilo:                               Anch'io mi sto eccitando parecchio. Erinna, hai sentito Andromeda? Vuole che le ciucci la fregna, non farla aspettare...

 

andromeda:                         (Erinna non fa attendere Andromeda e comincia a leccarle la vagina, mettendole la lingua più dentro che può, mentre Elena continua a penetrarla con il cetriolo e Mirsilo si appresta ad incularla a pecorina) Brava, leccamela lì!

 

mirsilo:                               (le infila l'intero pene nell'ano) È permesso?

 

erinna:                                 Sì, aprimi il culo!

 

Si è determinato uno strano gioco erotico in cui Elena si trova a svolgere il ruolo di assistente di Mirsilo. Infatti gli porge cordialmente il sedere di Erinna, spingendolo avanti e indietro anche grazie al grosso cetriolo che le sporge un po' dalla sorca e funge da appiglio. Mirsilo con regolarità ed encomiabile zelo fotte il buco del culo di Erinna, ma ogni tanto estrae il cazzo e se lo fa succhiare, da una servizievole Elena, che lo corrobora pure lubrificandoglielo con abbondanti dosi di saliva. Andromeda è ormai arrivata all'apice dell'orgasmo ed urla come una vacca. Alla fine è così presa dal furore del godimento che non può più trattenersi e fa una lunga pisciata in faccia alla povera Erinna. Vista la scena Mirsilo si eccita più che mai; alcuni schizzi di piscia sono persino arrivati fino a lui, dopo esserle rimbalzati sul viso. Erinna, sebbene impegnata su più fronti, ha provato diligentemente a bersi tutta l'urina, ma era troppa e l'è andata di traverso, causandole una violenta crisi di tosse. Mirsilo, seguendo il movimento dei suoi sussulti, le ficca sempre più dentro il suo cazzone, duro come il legno e gonfio all'inverosimile. Anche lui però non resiste a lungo e, come aveva detto alcuni minuti prima, finisce per fare una grassa sborrata in bocca a Elena. Al termine dell'eiaculazione Mirsilo rimette il cazzo al caldo dentro il culo dell'esausta Erinna. Intanto gli schiavi son tornati dal mercato ed hanno preparato un gustoso pranzo a base di pesce e frutti di mare. Oltre all'ora di pomeriggio inoltrato, anche il sesso ha stimolato notevolmente la fame, quindi i quattro compagni di letto consumano con voracità le vivande che via via gli vengono servite.

 

mirsilo:                               (sbrodolandosi tutto il sugo addosso) Queste cozze sono deliziose.

 

andromeda:                         È per questo che ti ci stai lavando la faccia?

 

mirsilo:                               Potrei mangiarne fino a scoppiare...

 

andromeda:                         Vedi? Non ti sai regolare, è questo il tuo problema.

 

mirsilo:                               Vuoi consigliarmi di frequentare qualche lezione al tuo ginnasio?

 

andromeda:                         Non ti farebbe male.

 

mirsilo:                               E di quale lezione avrei più bisogno? “Coito anale all'impiedi? Oppure “sesso orale con piroetta?”

 

andromeda:                         Senza dubbio in quelle materie saresti il primo della classe!

 

 

Ginnasio di Andromeda, tardo pomeriggio.

 

Sebbene in quel periodo estivo le giornate siano molto lunghe, quando le tre signore arrivano al ginnasio sta facendo buio, l'assordante canto delle cicale si è appena fermato e regna un silenzio irreale. Erinna torna nella sua vecchia stanza e, aiutata dallo schiavo preso in prestito da Mirsilo, vi deposita le due borse con tutte le sue cose. Andromeda da quando è arrivata non fa che gridare ordini in faccia ai suoi schiavi, che corrono da tutte le parti come topi impazziti. C'è da fare da mangiare, accendere le lucerne, fare le pulizie. Insomma, le solite faccende. Verrebbe da pensare che tutto quel trambusto sia totalmente inutile, ma non è così, infatti serve ad Andromeda a sfogare le sue nevrosi, e forse anche a tener svegli gli schiavi...

 

erinna:                                 Non ho ancora avuto il tempo di leggere il messaggio di Saffo, comunque ti darò la risposta domattina.

 

elena:                                  Fai pure con comodo, tanto non potrà averla prima di una settimana, quando rivedrò Cici a Pirra.

 

erinna:                                 Ad ogni modo domani avrai il mio papiro. Ti chiedo solo di conservarlo gelosamente e di fare in modo che Saffo l'abbia col sigillo integro.

 

elena:                                  Conta su di me.

 

erinna:                                 Grazie.

 

Rimasta sola Erinna può leggere il messaggio di Saffo, che fin dalle prime parole, si rivela chiaramente come un accorato appello.

 

(messaggio di saffo):         

Erinna, mia diletta, con molto rammarico ho appreso che adesso vivi a casa di Mirsilo. Sai perfettamente qual'è la mia opinione sul suo conto, del resto non potrebbe essere altrimenti, considerando che è la causa della mia rovina. Temo seriamente che la sua influenza possa essere una sciagura anche per te. Ti prego pertanto di mettere da parte eventuali incomprensioni che possono esserci state fra noi e di accettare il mio invito di trasferirti ad Eressos per tutto il tempo che vorrai. Ti prego pure di credere alla mia sincerità quando dico che ti considero più di una sorella e molto più di una delle mie amanti, non vorrei mai che fraintendessi le mie intenzioni. Sono altresì convinta che tu abbia bisogno di recuperare una legittima tranquillità che possa permetterti di sviluppare il grande talento che possiedi.

Ascoltami Erinna, ti supplico, desidero solo che tu stia qui,

vicino a me e alle tue compagne.

Ti amiamo e stimiamo, torna da noi.

                                                                                                      Tua devota Saffo.

 

 

 

Commossa e profondamente turbata Erinna decide di ripondere immediatamente a Saffo, malgrado la sua mano tremante le consenta a stento di scrivere.

 

(messaggio di erinna)Saffo, amica mia, purtroppo temo che quando leggerai questo messaggio io sarò già morta. Bauci, la mia adorata compagna, mi ha preceduto in questo triste destino. Non posso più continuare la mia vita senza di lei. L'avevo avvertita che il matrimonio sarebbe stato disastroso per un carattere come il suo. Ma lei voleva una vita normale, mettere su famiglia, avere dei figli... È stata il mio grande amore e niente può sostituirla. So che tu sei fra le poche persone a questo mondo in grado di capirmi, anche se mi disapprovi. Per quanto riguarda la poesia ed il talento che secondo te avrei per essa, se anche io fossi la scrittrice migliore dell'Ellade, credo che non varrebbe la pena di andare avanti solo per questo, probabilmente avrei bisogno di molta più vanità per essere una brava poetessa. Oltre a questo messaggio lascerò ad Elena anche altri papiri dove ho scritto un poemetto in memoria di Bauci.  Mi faresti un grande favore se tu ne facessi una copia da dare ai miei genitori, l'originale potrai tenerlo tu e farne quel che vuoi. Non penso di avere altro da aggiungere. Spero che potremo incontrarci di nuovo in un'altra dimensione. Approfitto dello spazio rimasto per trascrivere alcuni versi che ho composto ieri.  

                                                                                       Addio, tua affezionatissima Erinna.

 

Smaniosi i bianchi cavalli sulle zampe

dritti con grande strepito si levavano;

il suono della cetra

in eco batteva sotto il portico vasto della corte.

O Bauci infelice,

al ricordo gemendo io piango!

Nel mio cuore ancora hanno calore

queste cose della fanciullezza,

e quelle che di gioia non furono, cenere sono ormai.

Riverse le bambole sui letti nuziali stanno

e presso il mattino cantando più non reca la madre

il filo sulla rocca e i dolci di sale cosparsi.

Paura ti fece da bambina la strega

che ha grandi orecchie e su quattro piedi s'aggira

movendo intorno lo sguardo.

E quando, o diletta Bauci, sul letto salisti dell'uomo

senza memoria di quello che bambina ancora

avevi udito da tua madre,

Afrodite pietosa non fu della tua dimenticanza.

Per questo ora io piangendoti non t’abbandono

né i miei piedi lasciano la casa che m'accoglie,

né voglio più vedere la dolce luce del giorno,

né lamentare con le chiome sciolte;

ma ho pudore del cupo dolore

che il volto mi sfigura.

Erinna

 

 

 

 

Mattino seguente, ginnasio di Andromeda.

 

Quando Erinna la saluta ed esce dal ginnasio, a suo dire, per una passeggiata, Elena non può neppure lontanamente immaginare le sue reali intenzioni. Il suo comportamento era normale e sembrava addirittura di buon umore. Le aveva consegnato, è vero, tutti quei rotoli di papiro per Saffo, ma erano già d'accordo, dunque non parve una cosa anomala. Le brutte notizie, si sa, corrono veloci. Dopo meno di un'ora un contadino giunge trafelato alla scuola dicendo di aver ritrovato il corpo di una ragazza in fondo alla scogliera. Elena e Andromeda furono tra le prime persone ad arrivare sul posto. Il corpo di Erinna era scomposto, quasi accartocciato, poiché il suolo in quel punto è disseminato di grandi massi e assai scosceso. Tutt'intorno c'era molto sangue ed anche le operazioni di riconoscimento non furono facili. Quando Andromeda capì che si trattava di Erinna ordinò subito che il corpo fosse rimosso e portato al ginnasio per essere lavato e rivestito. La notizia arrivò rapida pure a Saffo, portata il giorno stesso da alcuni marinai di Mitilene. Certo, poteva esserci stato un errore, magari si era suicidata un'altra ragazza. Ma in cuor suo Saffo sa bene che non è così, è proprio Erinna, “quella povera ragazza morta stamattina”. Tuttavia uno sbaglio colossale si era pur compiuto, in quel giorno funesto.

 

saffo:                         (sta immobile sul bagnasciuga, con lo sguardo nel vuoto e gli occhi gonfi di pianto. Si rivolge al mare come se avesse Erinna lì davanti)

Resterai lì distesa
e non ricorderanno nulla di te
né ci sarà rimpianto
per te che non hai scelto l'allegria,
chiusa in te stessa.

Ed anche nel paese di Ade
vagherai senza sapere
fluttuando tra le informi ombre dei morti
.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il Parnaso”, Raffaello Sanzio (1483-1520), affresco datato 1510-1511, cm. 670 alla base,

situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane, Musei Vaticani, Roma.

Mostra al centro Apollo con uno strumento stilizzato, la viola da brazzo, capace di polifonia. Pare che il viso di Apollo sia quello di Papa Giulio II, suonatore di viola da brazzo anch'egli.

Al lato sinistro di Apollo ci sono 4 muse: Melpomene (colei che canta, la Tragedia, con una maschera, una spada e il bastone di Eracle), Tersicore (colei che si diletta nella danza, la Danza, con plettro e lira), Polimnia (colei che ha molti inni, il Mimo, senza alcun oggetto) e Calliope (colei che ha una bella voce, la Poesia epica, con una tavoletta ricoperta di cera e uno stilo).

Seguono 4 poeti epici: Dante, Omero, Virgilio e Angelo Poliziano (anche se si è incerti che quest'ultimo sia un autoritratto di Raffaello) e 5 poeti lirici: Saffo, Petrarca, Corinna, Alceo e Anacreonte.

Al lato destro invece sono rappresentate 5 muse: Euterpe (colei che rallegra, la Poesia lirica, con un flauto), Clio (colei che rende celebre, la Storia, seduta e con una pergamena in mano), Talia (colei che è festiva, la Commedia, con una maschera, una ghirlanda d'edera e un bastone), Urania (colei che è celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo) ed Erato (colei che provoca desiderio, la Poesia amorosa, con la lira). Seguono i poeti Jacopo Sannazaro, Vittoria Colonna, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo (col volto rivolto a Francesco Petrarca, suo modello supremo) e poi attorno a Bembo ci sono 2 poeti sconosciuti, detti poeti del futuro che giudicano il passato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 11.

 

Inizi di Settembre, a bordo della “Dionysos”, in navigazione verso Eressos.

 

 

“Ganimede”, cratere attico a figure rosse, 500 - 490 a.C., Parigi, museo del Louvre.

 

A distanza di tre settimane dall'ultimo incontro con Saffo, ecco Alceo e Melanippo navigare di nuovo alla volta di Eressos. La loro amica poetessa partirà il giorno seguente e loro vogliono assolutamente andare a salutarla.

Saffo ha deciso di trasferirsi ad Atene col suo tiaso, il suicidio di Erinna l'ha gettata in una profonda depressione, ciò nonostante la prospettiva di passare un inverno d'esilio ad Eressos la spaventa più del timore di un futuro ignoto.

Anche il fratello maggiore di Alceo, Antimenide, lascerà l'isola lo stesso giorno, per andare a combattere al soldo dei babilonesi insieme ad altri duecento uomini. È una coincidenza curiosa, sta di fatto però che Alceo resta sempre più solo.

Fortunatamente c'è Melanippo, ma forse l'amore non basta a dare sicurezza in un mondo così imprevedibile e brutale.

 

melanippo:                  Alceo, ti sei mai chiesto fra noi due chi sia considerato il Ganimede della coppia?

 

alceo:                        Direi che dipende da che tipo di gente fa questa considerazione, però immagino che quello sei tu. Io sono barbuto e ricordo di più la figura di Zeus...

 

melanippo:                  Proprio così, lo penso anch'io. Essendo di aspetto più efebico la gente dà per scontato che io faccia sempre la parte della femminella. Noi non badiamo a queste cose, però sono convinto che molte persone addirittura si arrovellano la testa con tali questioni.

 

alceo:                        Non sospettano minimamente l'esistenza di quella belva selvaggia che c'hai tra le gambe!

 

melanippo:                  Sembra che la storia di Achille e Patroclo si ripeta ogni volta...

 

alceo:                        Già. È curioso notare come le persone si fidino ciecamente delle più disparate e superficiali osservazioni, talvolta senza avere alcun riscontro reale. Ma si sa che le cose sono sempre assai diverse quando son viste dall'esterno...

 

melanippo:                  Non trovi bizzarro che il prode Achille apprezzasse di Patroclo più il pene che il sedere?

 

alceo:                        Io credo che li apprezzasse entrambi, comunque, ammettendo che sua passione per il pene fosse prevalente, ciò non gli ha impedito di essere l'eroe più famoso che si ricordi. Allo stesso modo anche noi potremmo essere degli eroi, e persino dei buoni padri!

 

melanippo:                  Dici davvero? Faresti un figlio?

 

alceo:                        Non lo so, magari con una donna come Saffo...

 

Frattanto sono giunti nel golfo di Eressos, come la volta precedente è una giornata calda e il mare è calmo.  Dike è la prima a scorgere la sagoma scura della “Dionysos” e già sta sulla riva a salutare agitando le braccia.

 

melanippo:                  (salta sul molo e abbraccia Dike, Drusilla ed Erato) Salute amiche mie, felice di vedervi!

 

dike (la sacerdotessa):               Ciao, bel figliolo! Maestro... (facendo un inchino davanti ad Alceo)  Ciao! (rivolta agli schiavi)

 

angora (erato) e drusilla:          Ciao Melanippo! Ciao Alceo! (li abbracciano e poi salutano anche Acrisio ed Egisto che scorgono sul ponte della “Dionysos” ad armeggiare con funi e vele)

 

alceo:                        Salve ragazze, lieto di riabbracciarvi... e ritoccarvi! (palpeggiando il sedere della sacerdotessa) Ma dov'è Saffo? Fremo dalla voglia di vederla.

 

dike (la sacerdotessa):               È lì sotto ai pini insieme ad Atthis, ma ti avverto, è terribilmente sconfortata da quando è morta Erinna. Vedremo se almeno tu riuscirai a tirarle su il morale...

 

alceo:                        Hai qualche dubbio?

 

dike (la sacerdotessa):               Sei sempre il solito. Ma dobbiamo far festa. Drusilla, perché tu ed Erato non andate a prendere gli strumenti? Ci vuole un po' di musica.

 

drusilla:                     Hai proprio ragione, adesso ci serve l'allegria... e già che vado in casa faccio pure venire del vino fresco, che ne dici, Alceo?

 

alceo:                        Dico che hai mi hai letto nel pensiero.

 

Con la solita camminata da galletto Alceo si dirige verso l'ombreggiato bivacco, gli si fa incontro Atthis, che gli getta affettuosamente le braccia al collo. Saffo invece resta seduta, fa un malinconico sorriso e lo saluta con cenno della testa.

 

atthis:                        Vado ad aiutare le altre...

 

alceo:                        Saffo, dolce Saffo! (sedendosi vicino a lei) Mi piange il cuore a vederti così triste. Tesoro mio, dammi un bacio e stringimi forte, vieni qui...

 

saffo:                         (abbracciandolo e piangendo) Alceo, il dolore per la sorte di Erinna è troppo forte. Non so se riesco a reggerlo! Mi ripeto sempre che non siamo riusciti a salvarla. Tu cosa dici, credi che avremmo potuto fare di più?

 

 

alceo:                        No, penso che qualunque cosa avessimo fatto non avrebbe fatto alcuna differenza. Del resto è stata lei stessa a dirlo, non poteva più vivere senza Bauci, il suo grande amore. Se si vuole capire Erinna si deve pure accettare questa verità. A proposito, ieri ho incontrato i suoi genitori; vogliono capire i motivi di quel che è successo, non si dànno pace poverini. Comunque gli ho consegnato quella copia del poemetto di Erinna che mi avevi fatto recapitare, spero che ne possano trarre un po' di consolazione.

 

saffo:                         A me ne ha data, ma non abbastanza. La sofferenza che può infliggere la cruda realtà è molto più forte del sollievo che può regalare la poesia.

 

alceo:                        La poesia è uno dei rari modi che abbiamo per competere con gli dèi, sebbene sia una battaglia persa sin dall'inizio, essendo noi dei miseri mortali. Ora, se tu mi dici che questa battaglia può essere una cosa vana, ti rispondo che sono d'accordo, però sono altrettanto convinto che è una lotta, sia pure impari, che abbiamo il dovere di sostenere. Rinunciare sarebbe insopportabile.

 

saffo:                         Erinna pensava che la poesia non sia tenuta minimamente in considerazione. In fondo secondo la sua opinione noi saremmo degli illusi a mettere le arti al centro del mondo e delle nostre vite.

 

alceo:                        Innanzitutto dobbiamo specificare che le nostre vite ed il mondo sono cose diverse. Poi credo che questa opinione non offra alcuno sbocco, non a caso proviene da una persona che ha deciso di negarsi un futuro. Cosa dovremmo fare altrimenti? Questa è la domanda. Tu fai bene a porre la questione in termini dubitativi. Saremmo anche degli illusi, ma preferisco questa illusione a certe presunte verità.

 

saffo:                         Mica è necessario scaldarsi tanto! Era solo un suo pensiero...

 

alceo:                        Il fatto che sia morta non significa che dobbiamo darle sempre ragione. Vieni, proviamo a non pensarci e godiamoci un po' di buona musica. (Drusilla ed Erato son tornate ed hanno cominciato a suonare)

 

saffo:                         Hai ragione, basta vedere quanto sono belle le ragazze, per sciogliere ogni pessimismo.

 

alceo:                        (prende una coppa di vino e la solleva per un brindisi) Evviva le nostre magnifiche illusioni! (beve un sorso e porge la coppa a Saffo)

 

melanippo:                  (sopraggiungendo) Sono scatenate! Se non fossi fuggito mi avrebbero violentato. Nobile Saffo... (le fa una riverenza)

 

saffo:                         Salve Melanippo! Siedi un po' con noi, qui sei al sicuro. Sai che ci mette poco il tiaso ad abusare di te...

 

melanippo:                  Se è per quello mi sa che corro più rischi a stare qui fra te e Alceo!

 

saffo:                         Tu che dici, Alceo, finiremo con l'abusare di Melanippo?

 

alceo:                        Mi pare inevitabile...

 

melanippo:                  Insomma, sei proprio sicura di voler partire?

 

saffo:                         Si.

 

melanippo:                  E le ragazze? Sono tutte disposte a seguirti?

 

saffo:                         Non tutte. Erato vuole restare con Eriguio, si sono innamorati e si sposeranno presto.

 

alceo:                        Questa sì che è una bella notizia. Ma tu, cara, ci hai pensato bene? Non sei costretta ad andartene. Potresti rimanere qui ad Eressos...

 

saffo:                         Mi dispiace, ma la mia permanenza ad Eressos non farebbe altro che inasprire la pena del mio esilio. Non vedete che è poco più di un villaggio di pescatori? Ogni giorno che passo sull'isola amplifica l'eco della vittoria di Andromeda, il cui ginnasio sta diventando famoso in tutta l'Ellade, essendo ormai l'unico rimasto a Mitilene. Ragazzi, dobbiamo accettarlo, Mirsilo e Pittaco hanno vinto, e con loro anche Andromeda.

 

alceo:                        Quei dannati bastardi! Non meritano neppure che li si chiami per nome... ma cambierà, vedrai...

 

saffo:                         Stai pur certo che per quel tempo sarò pronta a tornare.

 

melanippo:                  Allora temo che non ti rivedremo presto...

 

alceo:                        Ci mancherai terribilmente.

 

saffo:                         Anche voi mi mancherete da impazzire, siete l'unico motivo di dubbio sulla mia decisione. È proprio vero che spesso il Fato è beffardo.

 

alceo:                        Ma ti mancheranno più le nostre opere d'arte o i nostri bei falli?

 

saffo:                         Che domande, i vostri falli, naturalmente!

 

alceo:                        Ci avrei giurato...

 

atthis:                        (tornata sui suoi passi e dopo aver udito le ultime battute) Sempre modesti, voi due, eh?

 

alceo:                        Perché, non è vero forse?

 

atthis:                        Non ho detto questo, intendevo che siete un po' sbruffoni, ma simpatici. In effetti però, ora che ci penso, dopo l'ultima volta noi ragazze abbiamo a lungo dibattuto su quale fallo ci fosse piaciuto di più...

 

alceo:                        Ebbene, siete giunte a una conclusione?

 

atthis:                        I pareri erano discordanti, perciò non posso dire che ci sia stato un giudizio unanime. Poi ricordiamoci che l'altra volta hanno partecipato anche i vostri quattro schiavi, che non è cosa da poco. Comunque, facendo una media tra le varie opinioni, possiamo proclamare vincitore il fallo di... Melanippo! (applausi)

 

melanippo:                  Sono veramente lusingato di cotanto prestigioso riconoscimento. Vedete? Sono basito e non so che dire: grazie, grazie a voi e... grazie al cazzo! (alzando la coppa e proponendo un brindisi)

 

tutti in coro:             (ridendo e bevendo) Grazie al cazzo!

 

saffo:                         Alceo, dovresti scrivere un'ode per glorificare le virtù del pene di Melanippo...

 

alceo:                        Già, un peana del pene. Qualcosa del tipo:

 

Turgido come quercia, carico più di un'orcio,

eroe di mille fatiche, giocondo vaga tra culi e fiche.

Lunga e lenta è la sua marcia,

pronto ad essere ognor diletto di corpo e psiche.

Lo vede anche un guercio 'sì grande si presenta,

nerchia di Melanippo, ritta e fiera,

 per chi non s'accontenta,

di bianco sperma è senza fondo la miniera.

 

atthis:                        Ahahaha! Ci volelate voi bricconi per far tornare il sorriso a Saffo!

 

alceo:                        Non solo, la faremo anche ballare! (e prende le mani di Saffo per aiutarla ad alzarsi) Comunque Melanippo non resterà a lungo campione. C'è già chi è pronto a togliergli il primato. È la sorpresa che ho preparato per voi. Si tratta di Teseo, uno schiavo cretese che ha un cazzone così! (e fa un eloquente gesto con l'avambraccio e il pugno chiuso per dare un'idea delle dimensioni) Ho dovuto insistere molto, però alla fine mio fratello Antimenide me l'ha regalato la scorsa settimana. Indubbiamente è dotato di un fisico forte e adatto a qualunque lavoro di fatica. Ma non è certo stato questo a suscitare il mio interesse. Una volta l'ho visto nudo mentre si lavava e vi posso assicurare che ha il pisello più grande che abbia mai visto, persino quando è moscio!

 

melanippo:                  Confermo. Teseo ha davvero un pene strabiliante!

 

atthis:                        Che aspettate a presentarcelo? Non lo vedo, che fate, lo tenete nascosto?

 

alceo:                        Dev'essere rimasto sulla barca, sarà un po' intimorito da tutte queste persone nuove. Sapete, è timido come un bimbo... (e si avvia verso il resto del gruppo)

 

Un grande fuoco è stato acceso sulla spiaggia e tutti ci girano intorno danzando. È arrivato anche Eriguio che ha portato della carne di capretto messa subito a cucinare sulla pietrona piatta poggiata in cima a una montagnola di brace ammucchiata di lato. Alceo diverte gli altri con un ballo totalmente scoordinato e mimando sguaiate movenze femminili. Naturalmente gli schiavi si sono uniti alla festa in modo spontaneo, senza neppure attendere il permesso. Alcuni si tengono per mano, invece Dike tiene Argo e Demiurgo per l'uccello e se li porta a spasso come cagnolini. Drusilla indossa solo una ghirlanda d'edera e di fiori di campo sul capo, perché Acrisio ed Egisto l'hanno completamente denudata mentre suonava la tamburella.  Fuori dal circolo dissennato è rimasta solo Erato, costretta a star seduta per suonare la sua lyra, che tiene tra le gambe come un grosso fallo dedicato a Dioniso.

 

 

alceo:                        (rivolto a Teseo sulla “Donysos”) Teseo! Vieni! Vieni a divertirti! Stasera non ci sono padroni e schiavi! Viva Dioniso! Viva Afrodite!

 

Teseo è un omone alto quasi sette piedi, a prima vista può spaventare, ma ben presto ci si accorge che in realtà il suo carattere mite e la leggera balbuzie che ha nel parlare, lo rendono addirittura simpatico. Alceo si affretta a fargli bere del vino e a presentarlo a tutti come un suo trofeo. Lui si presta al gioco di buon grado, ciondolando le braccia come un gorilla e facendo grosse risate dal suono agghiacciante. Ben presto il tiaso lo circonda incuriosito.

 

alceo:                        (parlandogli sottovoce in un orecchio) Teseo, credo che le ragazze siano impazienti di conoscere quel grosso affare che tieni sotto alle braghe. (con una mossa repentina gli afferra il pene e lo tira fuori, Teseo non fa nulla per impedirglielo)

 

La prima ad avventarsi sul fallo di Teseo per assaggiarlo è la sacerdotessa, che continua a tenere con una mano il tirso, non avendo avuto il tempo di riporlo. Pochi secondi dopo quel membro gigantesco si è già indurito e Alceo, che non l'aveva mai lasciato, comincia a sbatterlo sul viso di Dike.

 

alceo:                        Atthis, Drusilla! Che fate i complimenti? Anche tu Saffo, cosa aspetti? Unisciti al tuo tiaso...

 

saffo:                         Ma sì, non stiamo a pensarci tanto... (e si inginocchia davanti a Teseo)

 

Drusilla, Atthis, Dike e... Saffo, sono dinanzi al pene di Teseo. Lo leccano con voluttà e si eccitano al massimo quando Alceo lo usa per schiaffeggiarle, producendo un suono tipico che prova a far andare a tempo di musica.

 

alceo:                        Visto come sono bravo col mio nuovo tamburo?

 

atthis:                        Corpo di Bacco! È lungo una spanna e mezza!

 

saffo:                         Non si riesce neppure a tenere con una sola mano...

 

alceo:                        Coraggio, chi vuol'esser la prima a farsi fottere dal portentoso cazzone di Teseo?

 

tiaso (in coro):          Saffo! Saffo!

 

saffo:                         Va bene, va bene, ci proverò.

 

Accanto al fuoco viene allestito un giaciglio di fortuna con delle pelli di mucca. Saffo si mette in posizione pecorina aspettando Teseo, pronta all'amplesso. Lui non si fa attendere e aiutato da Alceo si mette subito dietro a Saffo e le ficca mezzo cazzo nella fregna.

 

alceo:                        Buon Teseo, non più dentro di così, è troppo grosso... stai pure fermo, sarà lei a muoversi avanti e indietro.

 

saffo:                         Che nerchia, mi sfonda...vieni qui Drusilla, ho voglia di succhiarti la fica.

 

drusilla:                     (strofinando la sua vagina sul viso di Saffo) Fammi godere troia!

 

melanippo:                  (rivolto a Dike e mostrandole il cazzo duro come un sasso) Te lo metto nel sedere?

 

dike (la sacerdotessa):               Oh! Meno male che ci sei tu, Melanippo, arrivi giusto in tempo, eccolo qua... (gli porge il culo)

 

Sono tutti molto eccitati ed anche Eriguio vuole farsi fare un bel pompino da Erato, che riesce persino a succhiare l'uccello continuando a suonare la sua lyra. Alceo, visto che il buco del culo di Saffo è ancora libero, pensa bene di riempirlo col suo cazzo, che è talmente gonfio che pare stia per scoppiare da un momento all'altro. Atthis, infine, si sta facendo leccare la fica da Dike, per cui ciascuno ha trovato il suo posto per fare sesso nella maniera migliore.

 

teseo:                        (balbettando)D-De-evo sborra-are...

 

alceo:                        Aspetta un momento che mi tolgo, così puoi sborrarle sulla schiena. (sfila il suo fallo dal culo di Saffo e lo mette in bocca ad una stupita Drusilla, che non se l'aspettava) Scusa, ma stavi proprio qui davanti... (e dopo due secondi molla una copiosa sborrata, che lei s'ingoia mugugnando un po')

 

Simultaneamente pure Teseo ha cominciato a spargere il suo sperma sulla schiena di Saffo. È come una potente fonte di montagna, ma non tutta la sborra cade giù, una parte se la riescono a bere Atthis e la sacerdotessa, che gli leccano la cappella da quando è uscita dalla sorca. Dike prende sempre il pene Melanippo nel sedere, ma lui sta cercando di trattenersi e tarda un po' ad eiaculare. Le allarga il buchino con il grosso glande, tirandolo fuori, per poi rificcarlo dentro con prepotenza. Ogni tanto si prende il cazzo e le dà dei colpi di piatto sulla fica, evitando di metterglielo dentro, per non sverginarla. Va avanti così per molto tempo dopo che Teseo ha sborrato. È una splendida nottata di luna piena: alcuni, dopo aver soddisfatto i loro desideri erotici, si sono già abbandonati al sonno; altri, come Saffo e Alceo, sono seduti a chiacchierare in riva al mare; altri ancora stanno godendo proprio in quella tarda ora.

 

dike (la sacerdotessa):               (rivolta a Melanippo) Ti prego, sborra; m'hai rotto il culo  e non ce la faccio più...

 

melanippo:                  Ancora un momento, ci sono quasi, sììì... (dà qualche colpo e poi le riempie il culo di sperma)

 

alceo:                        Finalmente Melanippo ha sborrato. Ci stava facendo l'alba...

 

saffo:                         Che serata fantastica!

 

alceo:                        Ce ne ricorderemo per tutta la vita, ne sono certo.

 

saffo:                         Grazie Alceo, grazie di esistere. Sai rendere la realtà meno penosa.

 

alceo:                        Mia dolce Saffo, la nostra amicizia vale più di mille matrimoni.

 

Un addio struggente caratterizza la giornata successiva, però nulla può fermare Saffo e le ragazze del tiaso. Una nave mercantile diretta ad Atene se le porta via tutte in un lampo mentre le lacrime di Cleide bagnano la sabbia scura di Eressos. Chi resta prova a consolarla, ma è inutile, forse lei già sa, col suo istinto di madre, che Saffo non farà più ritorno.

 

 

 

 

“Tiaso”, Villa dei Misteri, Pompei, affresco del I sec d.C.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 12.

 

Venticinque anni dopo, sul vascello “Dionysos”,

nel golfo di Kalloni dinanzi a Pirra, isola di Lesbo.

 

 

Rupe di Akrotiri a Lefkada (costa della Grecia occidentale, sul Mar Adriatico),

detta “Salto di Saffo”, perché, secondo la tradizione, è il luogo del suo suicidio.

 

È sera, una strana quiete circonda la “Dionysos” che lentamente naviga sui placidi flutti al largo di Pirra. Alcune fioche lanterne si distinguono appena sull'orizzonte cancellato quasi per intero dalla nebbia sottile che sale dal mare. Alceo e Melanippo, due signori sulla cinquantina, sono seduti a poppa della barca, vicino al timoniere. Una leggera brezza gonfia la vela e produce i tipici schiocchi nel tessuto di lino bianco, che insieme al suono delle onde sui lati dello scafo, sono gli unici rumori percettibili a bordo. Improvvisamente un brivido gelido passa lungo tutta la schiena di Alceo, è come un'infame rasoiata che lo scuote nel profondo; lui si volta di scatto verso Melanippo e dice con voce strozzata:

 

alceo:                        Saffo!

 

melanippo:                  Perdincibacco, che spavento! Cos'hai visto, uno spettro?

 

alceo:                        Sì, quello di Saffo. L'ho vista, ti giuro! Si era gettata da una rupe, come Erinna. È morta, ne sono sicuro, non la rivedremo mai più.

 

melanippo:                  Per un attimo avevi il terrore dipinto in faccia. Questa visione era così orribile?

 

alceo:                        La peggiore di tutta la mia vita. Oh, Melanippo, non puoi immaginare che strazio! Il suo urlo disperato mi rimbomba ancora nella testa e posso percepire chiaramente la sua angoscia infinita, immane come se vi fossero concentrate tutte le pene del mondo.

 

melanippo:                  Abbiamo avuto il privilegio di conoscere la più grande poetessa di tutti i tempi. Tra mille anni si continuerà a parlare di lei, mentre noi saremo perduti nell'oblio. Eppure darei qualunque cosa per averla qui in carne ed ossa, come tanti anni fa, quando non si aveva ancora piena consapevolezza della sua importanza nella poesia e nella storia.

 

alceo:                        Anch'io non so cosa darei per poterla riabbracciare. Ti ricordi quante risate ci siamo fatti l'ultima volta?

 

melanippo:                  Chi se lo scorda, mi avete preso in giro tutta la sera...

 

alceo:                        Allora non dovresti aver dimenticato quanto ti abbiamo fatto godere...

 

melanippo:                  Il ricordo di quella notte riempie una vita intera. Una tale intensità fisica e mentale non l'avevo mai provata, a dire il vero neppure credevo che fosse possibile.

 

alceo:                        Abbiamo tutti goduto in modo esagerato e indescrivibile. Come potrei raccontare in una poesia il profumo o il sapore di Saffo, inebriante più del vino d'Eressos o di ogni altra droga d'Oriente? Riusciresti tu a fissarlo in un dipinto? Ovviamente no, tutta la nostra arte non può che darci una mera suggestione, quando va bene ci evoca la realtà quasi come fosse vera. Ma ecco, sta proprio in quel “quasi” la differenza...

 

melanippo:                  Accidenti che pessimo umore hai stasera. Ci vuole una bevuta, vedrai che dopo andrà meglio.

 

alceo:                        Passami una coppa con del vino, per favore, voglio dedicare un brindisi all'eterna Saffo, la nostra migliore amica... (balza in piedi, solleva la coppa e si rivolge all'oscurità del mare) FACCIAMO INVIDIA AGLI DÈI?

 

melanippo:                  SÌÌ!!

 

FINE

                                  

 

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Sappho, Ernst Stückelberg (1831 - 1903), olio su tela cm. 100 x 80, a. 1897, Kunsthaus, Zurigo.

 

 

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