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I mistery di Puka Beach ( 5° episodio )

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Un racconto giallo per ragazzi di Ellery Sinclair

Copyright 2019

 

 

 

 

Personaggi :

THOMAS  BATES            magnate americano

TONY MANNINO           socio di Thomas Bates

JOHN BROCKE                socio di Thomas Bates

JEREMY BATES                figlio di Thomas Bates

DEBORAH BATES           figlia di Thomas Bates

BERENICE FERN            segretaria di Thomas Bates

BEN FULTONY                fidanzato figlia di T.Bates

JENNY                                sigaraia dello Stork Club

PAUL TODY                      Capitano di polizia

JERRY IMPARATO           direttore dello Stork Club

JOSEPH CULLMANN     ricevente telefonata   

ELLERY SINCLAIR          entertainer e impiegato

CANDY WORLDY           moglie di Ellery    

J.LUKE ANDERS              titolare Pub The Surfers 

DINO CARDONI             proprietario del Bazar Santa Ana

MAX, PAULA E CELESTINE  staff del Pacific Fishes

NEIL GIRATO                      proprietario dell’Hotel  5 Stars

TED VALLEY                       proprietario di Puka Shell Radio 

DANIEL, GEORGIA , ELENA   gestori del Green Pine

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Quinto capitolo della collana: I Misteri di Puka Beach. Mi diverto tantissimo a scrivere questi racconti. Oramai mi sono pienamente convinto della reale esistenza di questa piccola cittadina californiana che ho creato con la mia fervida immaginazione, cercando di plasmarla su come vorrei che realmente fosse un posto dove poter vivere tranquillamente, lontano dagli stress della vita moderna e dalla delinquenza quotidiana. Mi piacerebbe avere come compaesani tutti i personaggi che appaiono nel racconto … perché no? Come già sapete io  scrivo solo per passione … per hobby. Devo essere sincero: non pagherei mai per far stampare i miei libri, perché … primo non m’interessa oltre ad una ragionevole logica e secondo … se proprio dovessi mai pubblicarne, vorrei fosse una piccola casa editrice a interessarsi ai miei lavori, che al momento pubblico solo on line su questa piattaforma che si è dimostrata seria e professionale. Così chi vuole può fruirne gratuitamente. E questo per me al momento è la cosa più importante. Il resto … viene dopo. Uno dei complimenti più belli che mi hanno fatto è che leggendo il libretto in molti pensano di trovarsi realmente a Puka Beach. Questo, grazie al mio stile molto narrativo, che ovviamente può piacere o non piacere , come tutte le cose. Il mio scopo è di farvi passare un paio di orette in totale serenità, con l’interruttore dello stress momentaneamente spento. Tuffatevi dentro questo racconto e cercate di capire il colpevole. Sono semplici e sottolineo semplici , racconti gialli per ragazzi ( la mia ispirazione e’ la serie dei Tre Investigatori , molto famosa negli anni 70 in America ) , senza grandi pretese. Ci sono le imperfezioni e ci sono gli errori … proprio come me … che non sono perfetto. Voglio augurarvi di cuore una buona lettura e … ci vediamo al sesto racconto di questa serie (o almeno lo spero).

Questo libro è dedicato a mia moglie Candida che mi supporta e mi sopporta.

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Eravamo in estate: una stagione che a Puka Beach significava tanta gente e tutta (o quasi) con l’assoluta voglia di divertirsi. Il paese oramai lo conosciamo bene, ma facciamo un piccolo ripasso. Qua eravamo lontani non anni, ma secoli e secoli dal caos presente nelle grandi metropoli californiane, ma anche nelle spiagge vicine tipo Zuma. I turisti si dividevano in due distinte categorie. C’era chi voleva solo surfare di giorno e bere birra di sera e chi invece voleva solo godersi i blandi ritmi di questa piccola ma solare cittadina. La proporzione era di un 70 % i primi e di un 30% i secondi. I rapporti andavano progressivamente a invertirsi con lo scemare della bella stagione, l’arrivo dell’autunno prima e dell’inverno poi.  Il 5 Stars di Girato stava registrando il tutto esaurito : era un resort capace di offrire al turista tutto quello che poteva desiderare e tutto … all’interno del suo ampio perimetro ( aveva anche un piccolo campo da golf ). Ma in genere anche le strutture più piccole in questo periodo avevano solo che da gioire per l’enorme afflusso di gente . Il bazar di Dino Cardoni era gettonatissimo: era l’unica struttura on the beach (si trovava su di un piccolo pontile) che offriva tutto quello che il turista poteva avere di bisogno. Anche il negozio sportivo di David Wilson andava alla grande e il noleggio di tavole da surf era uno dei must stagionali. Anche il settore ristorazione andava a mille: dal Pacific Fishes a Mario … tutti macinavano primi e secondi piatti a grande velocità. Eravamo in estate e l’economia veleggiava su acque tiepide e veloci. La zona agricola dietro il paese era alle prese con una leggera siccità, ma la vicinanza del Blue River garantiva un volume di acqua notevole per tamponare questo problema. Era un fiume che in estate viveva di una rigenerata giovinezza dopo il letargo invernale: un piccolo parco divertimenti acquatico, la possibilità’ di fare sci d’acqua e tanti piccoli punti ristoro lo rendevano vispo e pulsante. La zona industriale ancora più’ a nord, prima delle colline, invece rimaneva più o meno tale e quale  a prescindere dalle stagioni. E’ lì che lavorava Ellery, il nostro impiegato/entertainer che percorreva questa strada da anni e anni e che ultimamente abbiamo visto collaborare attivamente con il capitano Paul Tody negli ultimi casi che riguardavano la zona, l’ultimo dei quali era successo solo pochissimi mesi fa a Little Palm , un paese non distantissimo da Puka Beach. Dopo la zona industriale, si cominciava a salire verso le colline. S’incontrava dopo un miglio circa il Green Pine gestito da Daniel, Georgia and Elena … un bel localino dove facevano delle ottime pizze e focacce. In cima a una di queste colline c’era la sede di Puka Shell Radio, la locale emittente del paese, ed è proprio lì che El si stava dirigendo per il consueto appuntamento settimanale che aveva con il suo programma dedicato a tutta la musica revival. “Buon pomeriggio Ted “ esclamò varcando la sede. “ Ciao” rispose il boss dell’emittente “ Giornatina calda vero ? “.  “Si, ma fortunatamente non molto umida. Finestrini aperti e ventilatorino a ventosa e il gioco è fatto. E poi qua si sta veramente bene. Non siamo altissimi ma l’aria è già diversa. E’ arrivato quel disco che ti avevo chiesto di Suzi Quatro? “. “Certo . Sono andato al negozio di Jerry e lui me l’ha ordinato subito. Lo trovi di fianco alla postazione … nel mobile a destra!”. “Grazie boss … ora vado a vedere e a dare il cambio a Roby Bear!”. La lei in questione era un’allieva di Ellery negli anni ottanta come speaker e adesso anche lei lavorava a Puka Shell Radio ed anche lei si occupava di revival. Nello specifico si destreggiava con ottima musica pop e per questo era fraternamente da lui chiamata … pop sister (giacché si conoscevano da un trentennio). “Ciao fratellone “ lo apostrofò uscendo dalla stanza da dove trasmetteva “ La sedia è tutta tua e … buon lavoro!”. “Grazie Roby e armati di pazienza … fuori a valle c’è un bel caldino che invoglia a farsi una bella doccia ... subito !” . “ Ci sta, siamo in California, in piena estate. Qua sulle colline si sta bene ma immagino che più giù ci sia parecchio caldo. Nella serata si comincerà a respirare sicuramente. Ora vado. Ciao El !” : si abbracciarono e si salutarono. Lo speaker si posizionò ed inizio la sua programmazione , iniziando proprio da quel 33 giri che aveva chiesto di Suzi Quatro : 48 crash fu la canzone scelta, per iniziare con la giusta grinta e la signora da Detroit … ne aveva da vendere. I sessanta minuti dell’appuntamento sfilarono via velocemente e senza intoppi. Tanti i pezzi vintage che passarono in quell’ora. Era un appuntamento discretamente seguito anche per questa ragione, ossia che si poteva ascoltare un qualcosa che nelle normali programmazioni non si trovava. Erano le ore 19,10 quando dopo aver fatto due chiacchiere veloci con Ted e pianificato qualche trasmissione a spot, uscì ed entrò in macchina, che era stata opportunamente messa a riposo all’ombra di un grosso abete. Se la prese con calma e in una trentina di minuti arrivò a casa propria ed entrò.  “ Ciao Ellery “ esclamo sua moglie Candy “ come stai? “. “Tutto bene . Vengo dalla collina e si stava gran bene !”. “ Sì, ti ho sentito prima. Siete fortunati a trasmettere al fresco. Un po’ meno in inverno dove avete più freddo, ma non si può avere tutto dalla vita!” e rise “ Sto preparando un piatto che so che ti piace molto : polpette!”. “Wow. Grazie mille … le adoro. Un piatto semplice ma molto gustoso e saporito . Ne hai fatte tante? Sai che quando inizio a mangiarne poi non mi fermo più !” e sorrise . “Non preoccuparti , ne ho fatte parecchie e in qualcuna ci ho messo anche un po’ di peperoncino, che so che ti piacciono ancora di più !”. “Non vedo l’ora di assaggiarle . Vado a darmi una sciacquata ed arrivo … immantinente !”. Passarono la serata serenamente e a seguire fecero una bella dormita. Adesso si cominciava a respirare un po’ di più e la brezza serale californiana si stava lentamente facendo sentire. La brezza non sceglieva, dove andare ed era presente sia nelle strutture minori sia in quelle maggiori … nelle ville lussuose e in quelle più proletarie. In una villa notevolmente lussuosa, stava passando le sue vacanze, il magnate dell’acciaio Thomas Bates, originario di Portland nell’Oregon. L’acciaio aveva fatto la sua enorme fortuna e grazie a quello aveva aperto una miriade di altre attività parallele. Si vociferava che un personaggio così importante, per arrivare dove si trovava, avesse avuto bisogno di qualche appoggio un po’ losco. Il pensiero era legittimo, ma nessuna reale prova era mai stata depositata in tribunale. Diciamo che ufficialmente ... Bates era un personaggio pulito. Un uomo dalla corporatura esile , dal folto capello nero, imbiancato da qualche speziatura di sale, sempre più presente. Si trovava appena fuori Puka Beach con la sua famiglia, il suo socio e la sua fedele segretaria che doveva arrivare a brevissimo. La villa che aveva preso in affitto aveva dei vari echi barocchi nella sua struttura, ossia era monumentale con forme curve dove il tutto prendeva andamenti sinuosi. Disponeva di un grande numero di stanze e di una piccola piscina che la rendeva assolutamente comoda e funzionale. Non era distante dalla spiaggia, circa mezzo miglio, ma tanto bastava per renderla abbastanza defilata rispetto a tante altre ville presenti nel paese. Era sicuramente una delle più grandi … a memoria un residuo degli anni 50 quando non vi erano i tanti controlli sull’edilizia di oggi e che probabilmente avrebbero limitato certamente in meno … le misura di questo edificio, che tra le altre cose aveva anche un corposo prato di circa un quarto di miglio quadrato. Thomas lo aveva attrezzato bene: con un piccolo bar esterno che era utilissimo specialmente per chi usava la piscina, per abbeverarsi e rinfrescarsi senza ogni volta dover entrare a casa. Erano anni e anni che il magnate sceglieva Puka Beach come meta per le sue vacanze estive. Affittava la villa per tutto il mese di luglio e anche se magari un paio di volte faceva una veloce puntata nei suoi uffici a Portland, la sua presenza era quasi costante in quel mese. Da quando era diventato vedovo aveva scelto Puka Beach come dimora estiva, preferendo cambiare rispetto a dove sempre si recava con la sua defunta moglie, a Mendocino.  I ritmi erano più o meno simili e a lui questo piaceva molto. Era un assiduo frequentatore dello Stork Club, un locale sicuramente vintage che affondava le sue radici negli anni quaranta. Come il Rock up a Little Palm era uno specchio fedele degli anni 50, lo Stork Club lo era del decennio precedente. Musica jazzata, ambiente patinato: era uno dei tanti classici club tanto in voga a New York una settantina di anni fa. Pareva preso di sana pianta dalla Grande Mela e impiantato a Raisin Ville un piccolo paese a nord est di Puka beach verso l’interno che era famoso per la produzione di uvetta: quella della California era molto pregiata.  Il clima era giusto e alla fine della lavorazione era molto saporita e gustosa. Un paio di grosse fabbriche rifornivano da sole buona parte degli Stati Uniti e avevano creato intorno a loro questa piccola cittadina , tipicamente industriale. Non era molto grande: più piccola di Puka beach. Lo Stork era l’unico locale di un certo livello, presente nel paese. Gli altri erano un paio di ristoranti e una manciata di bar. La sua caratteristica peculiare era che nel club, l’ambientazione era assolutamente fedele agli anni 40: un piccolo palco per l’orchestra (la musica di Glenn Miller non mancava mai) e addirittura una bella sigaraia (si chiamava Jenny) che faceva anche della foto al pubblico.  Thomas amava questo locale e almeno un paio di volte a settimana lo frequentava. I suoi due soci erano: Tony Mannino e John Brocke.  Due soci minoritari delle sue imprese  , ma pur sempre soci. Si occupavano di consociate meno importanti dell’impero di Thomas e parallelamente avevano avviato delle piccole attività totalmente loro.  Tony era di mezza altezza: né alto, né basso, né grasso né magro. Un tipo come tanti altri , facilmente confondibile con decine di persone in quanto a fattezze e a tratti somatici. Moro di capelli. John era invece un tipo abbastanza robusto: uno e ottanta di altezza per una novantina di chili. Entrambi erano sempre in giacca e cravatta: gemelli ai polsini e fazzolettino nel taschino della giacca.  Anche ora in piena estate, non tralasciavano mai quest’abbigliamento, almeno quando si recavano fuori dalla villa per qualche pranzo o cena. I due frequentavano spesso anche il New Rose, un locale, dove si poteva degustare dell’ottimo pesce, piatto del quale erano entrambi ghiottissimi. Era gestito da Marina, una italo americana dai capelli mori  a caschetto , sempre gentile e veloce nel servizio. Qualche essenziale negozio completava la struttura del paese: uno per ogni genere … ma niente di più. Raisin Ville doveva la sua fortuna esclusivamente alla produzione di uvetta e non aveva tante altre risorse a parte una discreta zona agricola. Rimaneva all’interno e un po’ defilata rispetto le coste californiane. Era a est a metà strada tra Rocky Beach e Puka Beach. Distava circa 4 miglia dalla costa : non era una distanza impossibile ma sufficiente per essere tagliata fuori dal grande turismo di massa. Lo Stork era sicuramente un locale che attirava parecchia gente appassionata del genere jazz e delle atmosfere degli anni 40: era assolutamente unico nel suo genere e questo significava un buon afflusso di persone in generale tutto l’anno. Quattro miglia dalla costa non erano insormontabili e con la nomea che si era fatto, richiamava gente proveniente anche dalle coste della California, oltre che ovviamente dai suoi dintorni. Ellery e Candida c’erano stati qualche volta e si erano sempre trovati bene : calmo, tranquillo e rilassante. Ci voleva saltuariamente anche un ambiente così. L’arredamento era molto curato nei particolari e le serate erano veramente piacevoli. Qualche rivista specializzata si era occupata del posto e le recensioni che si trovavano on line erano per la maggior parte tutte positive. Rimaneva al lato ovest del paese … a circa mezzo miglio dal centro. Disponeva di un discreto parcheggio che era ampiamente illuminato : ciò garantiva una certa sicurezza sia per chi arrivava e che per chi partiva. Inoltre c’era sempre una persona sulla porta di entrata che dava al parcheggio e quindi la situazione almeno fuori era sempre sotto controllo. Caratteristica di questo locale è che possedeva una cabina telefonica da interni con la classica tastiera circolare e non digitale.

 

Al numero uno non era associata nessuna lettera. Al due erano associate le lettere ABC, al tre le lettere DEF, al quattro le lettere GHI, al cinque le lettere JKL,al sei le lettere MNO, al sette le lettere PRS, all’otto le lettere TUV, al nove le lettere WXY e allo zero la lettera Z.  Ellery era affascinato da questo telefono assolutamente vintage: e lui adorava il retrò. Un altro oggetto che lo affascinava era all’entrata ed era un Dufono della Ducati, che era considerato l’antesignano delle moderne teleconferenze . Era funzionante, perché si vedeva una spia accesa e probabilmente era collegato all’ufficio del direttore del locale , Jerry Imparato , una persona estremamente curiosa , completamente pelato e con un papillon rosso appuntato su di una linda camicia bianca. Il Dufono serviva a dare un’aria molto retrò alle comunicazioni tra l’entrata e la direzione. Tutto il locale era una fucina di oggetti dell’epoca ed anche per questo era molto affascinante e ti conquistava immediatamente con la sua atmosfera … magica e patinata. Al momento nella villa di Bates erano presenti i figli del magnate e il fidanzato della figlia. La segretaria sarebbe arrivata durante la giornata. Deborah Bates (la figlia) era una ragazza minuta, di ventiquattro anni, elegante nel suo completo verde giada (vestiva quasi sempre con quel colore ) . Capelli biondi, occhi azzurri e un bel sorriso. Aveva indubbiamente una bella presenza e si occupava delle pubbliche relazioni nell’azienda di famiglia.  Il suo fidanzato si chiamava Ben Fultony, ed era l’esatto opposto di Deborah: alto, robusto e con una scarsa propensione al sorriso; era sempre serissimo e compassato … sembrava stesse quasi recitando una parte. Non siamo tutti uguali e la bellezza del mondo forse dipende anche da questo. Caratteri diversi tra loro che s’incrociano, si confrontano, litigano e si amano. Jeremy Bates, il figlio di Thomas, era un trentenne di belle speranze. Vicepresidente della società di suo padre non aveva mai dato eccessivi problemi: preciso e mai sopra le righe. Indossava sempre abiti abbastanza casual quando gli impegni aziendali non lo costringevano a vestire in maniera impeccabilmente elegante. Erano tutti in piscina a cercare refrigerio dalla calda giornata californiana. Oggi nessuno aveva voglia di andare in spiaggia e avevano preferito una delle tante comodità di Villa Beach (così si chiamava), ossia la piscina, che regnava sovrana nel giardino che circondava l’edificio. Eravamo in tarda mattinata e arrivò anche la segretaria di Bates. Berenice Fern era la segretaria di Thomas da almeno cinque lustri. Era sulla cinquantina, spessi occhiali neri e una pettinatura abbastanza anonima. Non particolarmente simpatica. Era quello che si dice la classica zitella un po’ acidula, perennemente incavolata col mondo. Salutò tutti i presenti che la accolsero con calore e si fece indicare la sua stanza per rimettersi un po’ in sesto dopo il viaggio. A questo punto abbiamo conosciuto tutti i personaggi che occupavano Villa Beach per questo mese di luglio. La mattinata di Ellery e Candy invece era fatta di lavoro. Lei dopo il classico giro al locale mercato in centro paese, si era recata da Mario, dove prestava servizio come cameriera. Era una presenza solare e assolutamente ben voluta sia dalla proprietà sia dalla clientela. La sua chioma folta e rossiccia metteva allegria e il suo carattere scherzoso metteva a proprio agio i clienti. Il mestiere di Ellery era diverso: era contabile in una ditta di pollame nella zona industriale di Puka Beach. Non aveva contatti con altra gente a parte una manciata di colleghi e passava il suo tempo davanti al computer a controllare dati e fare conti. Lui era partito presto dopo una velocissima colazione (solo un american coffee e basta). L’aria era più fresca a quell’ora e il tragitto verso l’azienda, dove lavorava, accompagnato da un ottimo cd di sottofondo (oggi toccava ai leggendari Beach Boys) era piacevole.  Candy invece preferiva andare a piedi al lavoro, poiché la distanza non era proibitiva. Era l’occasione per salutare Dino Cardoni, sempre presente nel suo bazar … oppure David Wilson e il suo negozio sportivo, ma anche incrociare la figlia Barbra al mercato … o il figlio Alex nella sua officina e fare comunque due piacevoli chiacchiere con chi conosceva … e qui a Puka Beach si conoscevano un po’ tutti. Direttamente dal Rock Up incrociò anche la Rosatelli che attratta dal mercatino locale che era presente una volta a settimana in paese, aveva fatto un salto per cercare una nuova camicetta prettamente estiva. Era in compagnia di Chrissy Costini e Francy Arco , due sue colleghe. Passò davanti anche al Surfers dove trovò J.Luke sulla porta : “ Ciao Candy. Tutto bene ? “. “Buongiorno, si si … tutto bene . Ellery è al lavoro ed io ci sto andando. Buona giornata e salutami tutto lo staff !”. Si fermò quindi a vedere una locandina che riepilogava gli eventi presenti in paese per proseguire poi dritta alla sua destinazione finale. Per la serata era prevista una piccola marcialonga di 6.5 miglia che si svolgeva tutto intorno al paese e poco fuori. Non era la prima del genere, ma in estate aveva tutto un altro sapore, poiché il paese viveva di giorno e viveva anche di sera con tutte le strade illuminate e i negozi che rimenavano aperti sino alle ore 23. Ogni tanto Ellery e Candy andavano a passeggiare per queste vie illuminate e si fermavano a fare due chiacchiere con i vari gestori dei negozi. Una bevanda al Surfers e poi dritti a letto.  Nello specifico della serata c’era anche la presenza di Puka Shell Radio ed Ellery doveva fare delle interviste ai vari partecipanti. Il parterre era vario: da semplici appassionati a semi professionisti, da professionisti ad alcuni campioncini californiani. La serata era ventilata e il pubblico presente era numeroso. C’era anche Thomas Bates: la gara passava appena fuori dalla villa, dove risiedeva. A dire il vero c’era anche il resto della famiglia … a fare simpaticamente tifo per tutti i partecipanti. Il centro paese era il cuore pulsante: c’era l’arrivo ….il palco per le premiazioni e la postazione radio, dove Ellery stava intervistando qualcuno dei partecipanti alla manifestazione. Vinse John Gilbert, da Zuma, con un ottimo tempo che risultò essere tra i primi dieci nazionali sulla distanza, il che diede ancora più lustro alla manifestazione. David Wilson ottenne un buon piazzamento: lui era praticante del surf, ma amava misurarsi anche con altri sport. La corsa terminò alle ore 22. Dopo le premiazioni di rito c’era ancora lo spazio per un breve spuntino. Per l’occasione i locali della zona avevano tutti e sottolineo tutti un menù a prezzo fisso per agevolare la totalità dei turisti . Per i partecipanti c’era un’ampia area ristoro per chi voleva, proprio dietro alla piazza della fontana. In tanti preferirono farsi un bel pasto completo in una delle tante strutture rimaste aperte per l’occasione (che erano tante). Ellery scelse di mangiare una focaccia con Candy al Surfers, il tutto accompagnato da un ottimo bianco frizzante. Ne beveva un po’ ovunque, ma quello di J.Luke era veramente superiore alla media. Era un appassionato di vini: diciamo … appassionato praticante … ah ah ah. Alla fine andarono a letto per le 23.30. Non c’era molto margine per una bella dormita ma riuscirono comunque a riposare in maniera decente. La sveglia mattutina fu implacabile con lo speaker che spense la prima delle due programmate con un borbottio incomprensibile. Candy si sarebbe alzata un po’ più tardi: giacché poteva dormire un po’ di più, era giusto che riuscisse a farlo. La giornata era notevolmente umida e questo non era il top. Ellery Sali sulla sua macchina rossa e si avviò al lavoro. Salutò Fabio, uno dei due meccanici del paese e si diresse verso la zona industriale. Passare sopra il Blue River era sempre un bello spettacolo, specie di mattino presto quando tutta la zona era ancora mezza addormentata e le tante attività commerciali del luogo erano ancora chiuse: era il fiume, il vero protagonista. La sua acqua fresca, azzurra, appena illuminata dal sole: scorreva lentamente in un quasi immobile movimento … impercettibile ma costante e presente, come un lento respiro. A mano a mano che ci si allontanava dalla costa, il terreno abbandonava sempre di più lo strato sabbioso che comunque era sempre discretamente presente nell’area agricola e rendeva la coltivazione particolarmente resistente anche alle alte temperature estive della California. Quest’area poi dava gradatamente spazio a quella industriale, dove lavorava Ellery. Era difficile immaginare dei così differenti paesaggi se si proseguiva oltre. Ci s’inerpicava nelle dolci colline che offrivano tanto verde e tanto fresco in estate. In cima a una di queste colline si trovava pure un piccolo laghetto veramente incantevole, attrezzato per la pesca sportiva ma anche per offrire un po’ di relax e ristoro a chi non amava praticare quello sport. E il tutto era compreso in una quindicina di miglia dalla costa … un nulla. Ellery amava questo sdoppiamento di paesaggio … lo affascinava. Gli sembrava quasi impossibile come si potesse passare dalla costa di Puka Beach alle colline interne in così poco tempo e con tanta diversità di paesaggi e realtà … che s’incontravano a mano a mano che si andava in macchina. Sembravano due mondi differenti, due cosmi così lontani uno dagli altri. Lui conosceva bene entrambe le zone: lavorava in quella industriale alle pendici delle colline. In collina andava saltuariamente al Green Pine, la sede della radio era posta in cima alla collina più alta del gruppo e in una collina vicino c’era il laghetto che amava tantissimo. Quella spina dorsale che univa le due zone la conosceva benissimo e la percorreva spesso; una parte … quasi ogni giorno per andare al lavoro. La giornata era iniziata anche a Villa Beach. Il primo che si alzò fu proprio Thomas Bates, il patriarca. Era da sempre abituato a svegliarsi presto e anche in vacanza non faceva eccezione. La sua tempra forte e resistente lo supportava alla grande: era il primo ad alzarsi e l’ultimo ad andare a letto. I figli, almeno in vacanza, preferivano stare a letto un po’ di più. Di solito era Deborah che preparava una buona colazione per tutti e tutti dimostravano di apprezzarla: ora anche Berenice la aiutava in questo. Tony e John erano in uno studio a seguire qualche loro affare. Jeremy e Ben erano a fare un po’ di footing in spiaggia. Thomas era un po’ come il capo spirituale di questa famiglia e per una ragione o per l’altra a ognuno dei membri della compagnia aveva lasciato un pezzo di eredità, in proporzione variabile. Non era giovanissimo e come sappiamo, era vedovo.  Ma negli ultimi  tempi non era più così sicuro del testamento fatto e cosa importante  dei reali meriti dei singoli beneficiari. Aveva cominciato a prendere informazioni … un po’ su tutti … senza dare nell’occhio. L’atmosfera quindi era a tratti surreale tra lui e il resto della combriccola. Si percepiva che lui cominciasse a essere un po’ insofferente verso il passato e il presente di tutta la banda. Nessuno sospettava comunque che Thomas avesse assunto un investigatore privato da qualche tempo per cercare di saperne di più sul passato di qualcuno ed avere in mano un qualcosa che gli confermasse i suoi sospetti che col tempo aveva consolidato nella sua mente. L’indomani sarebbe stato il suo compleanno e al momento non aveva voglia di discutere con qualcuno di questa faccenda. Ben altra armonia c’era da Mario, dove lavorava Candy: lì regnava il buonumore e la voglia di fare bene. La stagione stava andando alla grande: la cucina italiana era un marchio di fabbrica del ristorante, che macinava clienti a tutto spiano tra quelli abituali del paese, quelli delle varie attività in zona che usufruivano del pranzo di lavoro e i numerosi turisti che affollavano il paese. Non si pestava i piedi col Pacific Fishes che aveva tutto un altro genere di clientela: la loro cucina era espressamente rivolta alla fauna ittica dell’oceano e quindi sia i primi sia i secondi piatti erano tutti piatti di pesce. Siamo in California e ovviamente non mancava il classico negozio di hamburger, anche se verso la spiaggia sul boulevard principale c’erano un paio di banchetti mobili che ne vendevano. Poi c’era il 5 Stars che per i propri ospiti proponeva sempre due menù diversi : uno a base di carne e uno a base di pesce. Aveva anche delle formule e dei pacchetti con bevande illimitate e questo era molto apprezzato dai clienti. Il fatto di poter avere con una piccola spesa in più, dei benefit veramente interessanti era appetibile e la maggior parte dei clienti preferiva approfittarne. Si poteva avere tanto … con poco. Non male: Girato era una vecchia volpe e comunque di tutto questo giro, avrebbe avuto comunque il suo rientro economico … da una parte o dall’altra. A Raisin Ville regnava più calma. I pochi punti ristoro del paese erano occupati dagli operai delle vicine fabbriche che preferivano non mangiare nelle mense delle aziende dove lavoravano, ma spezzare un po’ i ritmi ed evadere per almeno un’oretta. All’ora di pranzo i ristoratori non avevano problemi a riempire i locali; la sera ... specie in inverno era già più dura la faccenda: ma il fatto di avere un buon incasso a mezzogiorno era sufficiente a coprire la giornata in fatto di entrate. Lo Stork Club era chiuso durante il giorno: apriva alle ore 19.30 in estate (alle diciannove in inverno). Candy finì il suo turno verso le ore 16.15. S’incamminò a casa e si riposò un pochino. Ellery la raggiunse quando alle ore 17 il suo lavoro era terminato. Dopo un quarto d’ora era in macchina … rimasta al sole tutto il giorno. La situazione non era delle più felici, anche perché il fresco delle colline, rimaneva … sulle colline e non sconfinava in pianura. Non amava particolarmente il climatizzatore. Aprì il finestrino ospite e accese il suo ventilatorino a ventosa e partì. Il viaggio di ritorno era più lento di quello inverso: c’era più traffico e le varie attività della zona avevano gradatamente preso vita. Il fiume era pieno di attività. Il parco acquatico con i suoi scivoletti era pienamente operativo e ancora con tanta gente al suo interno. I bar avevano i tavolini esterni quasi tutti pieni e anche i due motel che rimanevano in questa dorsale, sembravano avere il tutto esaurito. Erano in una posizione strategica, a metà strada tra la costa e le colline, in modo che la gente potesse di volta in volta scegliere la sua destinazione. E sinceramente, al contrario di quello che uno potrebbe pensare, la percentuale era equamente divisa tra le due mete. La gente amava il mare e su questo non cadeva neanche una goccia di pioggia, ma anche le colline avevano i loro appassionati. Diciamo che il pubblico più giovane preferiva la costa, mentre quello, chiamiamolo, diversamente giovane preferiva la fresca collina. In fondo eravamo in estate e la calura della costa non si sposava bene col desiderio di fresco di tanti turisti. Le colline erano lì … proprio dietro l’angolo, con il suo polmone verde pronto a fare tanta ombra e con il vento che s’incanalava nelle piccole vallate … a fare da padrone. Il Green Pine faceva affari d’oro in questo periodo: la sua posizione lo rendeva già capace di avere un plateatico fresco e ventilato e se unite al tutto, la grande qualità del cibo proposto, potete immaginare che sia a mezzogiorno sia la sera, i suoi tipici tavoli di legno erano sempre molto affollati. I tre ragazzi che lo gestivano, sapevano il fatto loro e con tanta professionalità mandavano avanti la struttura in maniera egregia. A Ellery piaceva quel posto: quando riusciva, andava a trovarli e come al Surfers … aveva la certezza di poter sempre mangiare un’ottima pizza. Era un ambiente informale e questo piaceva molto a entrambi. Lo speaker ci passava davanti ogni volta che aveva un programma a Puka Shell Radio, che rimaneva proprio sulla sommità della collina. Il pomeriggio di Puka Beach stava scivolando via senza intoppi: il capitano Paul Tody aveva predisposto un bel turnover di pattuglia, in modo che potesse dissuadere i più facinorosi che avevano intenzione di fare qualche bravata. Lui era dell’opinione che prevenire era sempre meglio che curare e in questo ci metteva tanta passione e tanto mestiere. Sembrava che questa cosa desse i frutti sperati. Dopo è sempre difficile prevedere quello che la mente umana può partorire … ma questa tattica del capitano, sembrava funzionare e specialmente nella zona spiaggia, di sera, tutto filava per il verso giusto. Era molto importante che i turisti avessero la sensazione della presenza della polizia un po’ ovunque al fine di stare tranquilli e rilassati e sapere che specie dopo cena, potevano fare due passi senza correre rischi. Tody lo aveva intuito e applicava queste regole con grande precisione e dedizione. La sede centrale del commissariato era Puka Beach, ma la sua giurisdizione arrivava sino a Rocky Beach, Little Palm ed anche Raisin Ville, dove aveva dei piccoli distaccamenti operativi durante il giorno. Per la notte si affidava a delle ronde che passavano dai paesini almeno due o tre volte a notte. Il segreto era una grande precisione nell’organizzare il tutto: con i non numerosissimi agenti a disposizione, Tody riusciva a ottimizzare al meglio il tutto e ad assicurare ai vari paesetti coinvolti, la migliore copertura possibile in fatto di vigilanza e sicurezza. E’ vero che erano paesi che di per sé non avevano questa gran propensione alla criminalità, ma è altrettanto vero che gli ultimi episodi che erano successi, seppure additabili al singolo e mai a qualche organizzazione, evidenziassero la necessità di una costante vigilanza. Tody lo sapeva e come sappiamo … seguiva il tutto con maestria e precisione. Per la serata era in programma una manifestazione sul principale boulevard di Puka Beach : una versione serale del mercatino … con molti più banchetti rispetto alla versione diurna. Con l’occasione anche tutti i negozi del paese sarebbero stati aperti sino a mezzanotte. Lo spettacolo era molto bello: ogni bancarella aveva la sua personale illuminazione per rendere ben visibili tutti gli oggetti esposti. E questo rendeva il vialone tutto illuminato … di tutti i colori. Ci si arrivava attraversando tramite appositi passaggi le aiuole che separavano con ampi marciapiedi , la sede stradale dal boulevard ( e andando oltre … dalla spiaggia). Il pezzo forte erano i banchetti con dei souvenir per i turisti. Ma potevamo trovare abbigliamento ( sportivo e non ), prodotti gastronomici ( locali e non ), scarpe, articoli per la casa , musica, giochi per bambini e tanto altro ancora. Era lungo un terzo di miglio circa e aveva espositori da tutti i paesi vicini. La manifestazione si svolgeva tre volte all’anno nei mesi estivi di giugno, luglio e agosto, ed era itinerante: si svolgeva anche nei paesi limitrofi. Era un’occasione per fare qualche acquisto in un momento più consono per chi lavorava tutto il giorno e tutti i sei giorni lavorativi della settimana senza sosta ( e qualcuno in questo periodo … anche sette giorni alla settimana ). Ma era anche l’occasione per fare due passi , fruendo della brezza serale e magari bere una bibita rinfrescante. Era sempre bello passeggiare sul lungomare, a prescindere. Il classico profumo dell’oceano ti penetrava nelle narici, il vento ti accarezzava i capelli (per chi ne aveva tanti ed Ellery non era tra questi) e la convivialità faceva il resto. Già, perché era bello trovarsi anche per pochi minuti a fare due chiacchiere con chi non si riusciva abitualmente a incontrare per varie ragioni (la principale era la cronica mancanza di tempo). Eri chiamato, fermato, festeggiato: era bello sentire il calore della gente di Puka Beach che ti ammantava e ti scaldava il cuore. Era come ascoltare una dolce canzone di Gilbert O’Sullivan dei tempi d’oro. Ellery a Gilbert, preferiva però David Cassidy e gli era dispiaciuto un sacco apprendere della sua morte. Aveva una voce particolare che lo emozionava e gli faceva respirare aria della California anche tramite un pentagramma, dove le note erano ampi respiri pieni di armonia e aria pura. Anche la suoneria del suo cellulare era un suo pezzo famoso. La serata del mercatino fu un grande successo: gli acquisti furono numerosi e in tanti usufruirono delle strutture ristoro per farsi una cenetta tranquilla prima di visitare le varie e colorate bancarelle. Era un momento di relax, dove ci si poteva fermare per un po’ con i ritmi settimanali e giornalieri per assaporare qualche ottima delizia . Ellery e Candy andarono al Pacific Fishes, accolti come sempre da Max e Paula.Il maitre Celestine li accompagnò al tavolo e come sempre li indottrinò sul menù e su quello che oggi poteva rappresentare un piatto alternativo da provare . Dopo la gradevole cena, uscirono e s’incamminarono verso il mercatino. Sulla destra si trovava il piccolo pontile che come un ago nella stoffa, si inseriva nell’oceano portando sopra di se qualche piccola struttura , come il bazar di Dino cardoni che in lontananza li salutò : “Ciao Ragazzi. Buona passeggiata !”. “ Grazie Dino “ rispose Candy “ Buona serata e … buone vendite!”. Anche se il negozio rimaneva fuori dal mercatino, era un’occasione anche per lui, come lo era per il negozio sportivo di David Wilson (che incrociarono e salutarono).  Sembrava che anche tanti clienti del 5 Stars avessero preferito fare un eccezione e anziché rimanere nella struttura, per una sera avevano deciso di mescolarsi col resto dei turisti in passeggiata. Il che rendeva il boulevard simile ad un fiume in piena anche se ad essere sinceri , il tutto era ancora estremamente vivibile e percorribile. Questa pacifica marea umana accompagnò il paese sino alle ore 24 circa … quando piano piano tutti fecero ritorno nelle proprie abitazioni o nei propri hotel. Solo la frangia più giovane si attardò ancora un’oretta in qualche pub che rimaneva aperto sino all’una, per bersi un’innocente birretta fresca e spumeggiante. Le ronde di Tody vigilavano e scoraggiavano colpi di testa. Ellery e Candy rientrarono a casa per le ventiquattro: un po’ stanchi, ma felici per la bella serata trascorsa. Tutto il paese piano piano si spense e in giro si poteva udire solo il getto dell’acqua della secolare fontana nella piazzetta principale. La notte trascorse senza nessun problema. Le colazioni al 5 Stars erano sempre faraoniche : di tutto e di più. D’altro canto era un posto dove pagavi un qualcosa in più ... e quindi era lecito pretendere qualcosa in più. Uova strapazzate e bacon … torte di qualsiasi genere … caffè … cappuccini … the … succhi di ogni tipo di frutta … biscotti … yoghurt … salumi … toast … muesli … latte … e tanto altro ancora. La sala era ampia e spaziosa e conteneva tranquillamente tutta la clientela dell’hotel. La colazione dei nostri due amici era molto più frugale e si basava sul caffè (american per lui ed espresso per lei) e due merendine (muffin per lui e brioche per lei). Andando al lavoro Ellery sentì brevemente sua figlia J.Jade al telefono : sapeva che doveva alzarsi presto per recarsi a fare un servizio giornalistico a San Diego ( era una freelance ) . Scambiarono due veloci chiacchiere: non si vedevano frequentemente a causa del lavoro di lei che la portava spesso in giro per gli states. Ma quando potevano … si sentivano almeno via skype o per telefono … o in mancanza di altro … via messenger. Come sappiamo a quell’ora non c’era molto traffico e lui arrivò al lavoro senza particolari intoppi. A Villa Beach era una giornata speciale: era il compleanno di Thomas Bates e tutti gli fecero gli auguri. La festa vera e propria sarebbe stata la sera stessa allo Stork Club dove il magnate aveva prenotato un bel tavolone per contenere tutti gli ospiti della Villa . Lui compreso erano in sette persone . Fecero un’abbondante colazione e si misero ai lati della piscina a prendere il sole … tranne Ben Fultony che preferì dedicarsi a un po’ di jogging, prima che l’aria si facesse più calda, afosa e umida. Thomas fece un paio di telefonate di lavoro e poi si accomodò anche lui ai bordi della piscina. Tony e John avevano intenzione di andare a mangiare un boccone al New Rose per mezzogiorno … e così, quando arrivò quell’ora … fecero. Berenice alle 11.30 fece un salto veloce in paese per un paio di commissioni.  Erano una banda molto diversi tra loro e suonava veramente strano che avessero deciso di passare una vacanza insieme : forse era un interesse comune di tenersi tutti quanti buoni il vecchio Bates per ricevere ognuno la propria parte di eredità. Si sa che alla fine è sempre il Dio denaro che decide e condiziona la gente. Fatto sta che stasera, scodinzolando o no, si sarebbero ritrovati tutti quanti allo Stork Club per, diciamo , festeggiare questo compleanno. Sappiamo dei sospetti di Bates verso tutti i componenti della Villa e possiamo ipotizzare che l’atmosfera non sarebbe stata delle più idilliache. Candy nel frattempo era arrivata da Mario, dove avrebbe svolto la sua impegnativa giornata lavorativa. Il lavoro di cameriera non era così facile come apparentemente si poteva immaginare: intanto si doveva camminare e tanto e poi ci voleva occhio per vedere tutto … unitamente ad una tempistica molto precisa. Una sinergia con il reparto cucina era sicuramente una dote in più, utile e necessaria direi. Una perfetta sincronizzazione … ecco il termine giusto. E ovviamente bisognava avere una naturale predisposizione al contatto col pubblico: ed anche qui la ragazzuola aveva i numeri giusti. Lavorava al ristorante da oltre dieci anni e aveva trovato in Mario un titolare educato e preciso. Da una decina di anni era aperto anche il Surfers di J.Luke : lì sia Ellery che Candy si trovavano bene come clienti . Lui anche come collaboratore, poiché vi faceva le sue serate revival. Era molto importante avere sempre di fronte a te una persona intelligente con la quale ci si potesse sempre confrontare per qualsiasi situazione, positiva o negativa che fosse. Ed Ellery era stato fortunato con J.Luke perché era una persona che aveva queste proprietà e quindi non era cosa da poco. Tutto sommato anche col suo lavoro primario di contabile era stato fortunato : un ottimo ambiente. Ma con il Surfers aveva questo rapporto cliente/collaboratore che rendeva speciale il tutto ( gli curava tra le altre cose anche la pagina ufficiale su facebook ).   A El piaceva molto collaborare con alcune strutture per la gestione delle loro pagine FB … o fargli magari un piccolo sito internet. Era una cosa che lo appassionava e gli teneva la mente occupata, sempre alla ricerca del meglio, limitatamente alle possibilità e ai mezzi che aveva a disposizione. Ma lo faceva solo dove lui si trovava bene : doveva esserci quella bilateralità secondo lui assolutamente necessaria per un rapporto collaborativo di questo genere. Lui era fatto così. Non gli importava dei soldi, ma della stima reciproca. E a essere sinceri, in quest’ambiente era una perla rara … veramente. Ci si stava avvicinando alla sera a grandi passi. Ellery tornando a casa dal lavoro si fermò velocemente da Fabio : “ Ciao. Tutto bene? Quando posso lasciarti la macchina per un cambio d’olio? “. “ Aspetta che controllo il calendario. Fammi vedere … ecco ... martedì prossimo potrebbe andare ?”. “ Direi di si . Ci vediamo presto allora. Ciaooo !” . “ Ciao e forza Ferrari !” esclamò Fabio , grande tifoso di questo storico marchio italiano. Lo speaker arrivò a casa e trovò Candy intenta a preparare la cena: si era riposata una mezz’ora dopo il lavoro e adesso era tutta impegnata a preparare un ottimo polpettone (meat loaf). Era uno dei pochissimi piatti a base di carne rossa che lui mangiava: non era un grande amante di questa tipologia di cibo, preferendo di gran lunga pollo e tacchino. Lui lavorava in un’azienda di pollame, ma a parte questo, trovava la carne bianca più digeribile e leggera. Comunque una bella grigliata mista … se la concedeva almeno una volta l’anno e se la mangiava pure di gusto. A sua moglie invece non dispiaceva ogni tanto una bella costata di manzo , media cottura. Lavorando in un ristorante italiano, aveva a che fare molto spesso con piatti a base di carne rossa. Diciamocelo francamente che comunque in California specialmente sulle highway, si trovavano parecchi posti dove si poteva mangiare della ottima carne alla brace accompagnata da ottima birra. Un’altra peculiarità di questo stato erano le verdure che spesso per la loro bontà e abbondanza si prendevano il ruolo di protagonista nei vari piatti. A Puka Beach abbiamo visto che le scelte erano tante, a parte il cibo etnico che non aveva mai funzionato in maniera importante. A Villa Beach stavano fervendo i preparativi per la serata allo Stork Club. Deborah si stava mettendo molto elegante sia per fare una bella figura col fidanzato Ben che per omaggiare il proprio padre nel giorno del suo compleanno. Berenice come sempre non era il massimo dell’eleganza: non lo era al lavoro, figuriamoci in vacanza. Tony e John erano in camicia e cravatta. Jeremy era più informale ma con un certo gusto e Ben aveva cercato di essere al pari della fidanzata, vestendosi abbastanza elegante. Abbiamo già parlato della diversità di questa tavolata e l’abbigliamento della serata avrebbe evidenziato ancora di più questa cosa. Arrivarono allo Stork Club in due macchine. Da una parte Thomas con figlio, figlia e di questa il fidanzato e nell’altra i due soci e Berenice.  Il parcheggio del locale era abbastanza ampio e comodo. Il locale era molto spazioso: per ricreare l’atmosfera di un tempo, ora che il fumo era vietato nei locali pubblici, c’erano un paio di macchine del fumo a ricreare l’atmosfera patinata degli anni quaranta. Eravamo in estate e la gente aveva voglia di divertirsi.  La piccola orchestra suonava un successo di Glenn Miller e la piccola pista del club era discretamente gremita di gente. Intanto, Jenny la sigaraia aveva fatto il suo primo giro di foto, unitamente alla vendita delle sigarette elettroniche, le uniche permesse, che tanto andavano in voga in questi anni. I tempi cambiano e si aggiornano! Intanto nella nostra tavolata la gioviale atmosfera iniziale si stava lentamente trasformando in un’accesa riunione di famiglia. Thomas era un po’ come il capo di questa comunità e per una ragione o per l’altra a ognuno dei componenti della compagnia  aveva lasciato un pezzo di eredità : non era più giovanissimo ed era vedovo.  Ma negli ultimi  tempi non era più così sicuro del testamento fatto … e dei reali meriti dei singoli beneficiari. E come sapete, aveva cominciato a prendere informazioni … un po’ su tutti. “ Cari amici e parenti, la mia pazienza ha raggiunto il limite. Sono stufo dei vostri colpi di testa. Non ho lavorato una vita e creato un impero per vederlo distrutto dai vostri comportamenti insensati!  Tony … “ disse rivolto al suo socio “ Ti conosco da una vita e niente da dire per ciò che riguarda la tua attività in azienda. Sei preciso ed encomiabile. E’ vero che sei più interessato alle donne che a seguire gli affari, ma certi affaretti con la mafia … quelli no … non te li posso perdonare. Tony … noi … la nostra azienda abbiamo un’immagine tersa e pulita … e non possiamo macchiarla in nessun modo o maniera, mi hai capito? “.   “Thomas” disse Mannino “ Ma come puoi solo pensare una cosa simile ... ” Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase . “ Tony “ disse Thomas “ Questo è un dossier dettagliato delle operazioni poco pulite che hai fatto per tuo nome e conto negli ultimi due anni ...!” Aprì una borsa che si era portato e gli buttò l’incartamento davanti , non aggiungendo altro . Non ci fu nessun tipo di reazione da parte di Mannino. Il rosso fuoco presente nel suo volto … prima diventò di color vermiglio ... per poi scemare abbastanza velocemente: evidentemente l’essersi sentito scoperto … lo aveva quasi liberato da un peso e un fardello diventato molto pesante e ingombrante. Rimaneva il profondo imbarazzo. Thomas riprese subito a parlare : “ E tu … Berenice mia fedele segretaria di una vita. Vuoi lasciare il tuo posto per andare con il tuo pseudo fidanzato in quella grossa ditta su a Nord e abbandonarmi! “. “ Ma io ...” balbettò Berenice “ Io ...non so … non e’ ancora certo,  devo ancora decidere ...”. Era evidente che stava tentando di arrampicarsi sugli specchi. Quindi cominciò a singhiozzare .   “Non me lo sarei mai aspettato da te! “ riprese Thomas “Dopo tanti anni di fedeltà sentirsi  tradito  per un passaggio alla concorrenza … e solo per soldi. Potevi parlarmene e si poteva arrivare certamente ad una soluzione che avrebbe accontentato entrambi !”. Il volto di Berenice era paonazzo: non negò più nulla. Thomas riprese, più carico che mai : “ E tu Jeremy … carne della mia carne.  Non ti bastava il ricco stipendio che percepivi? Perché ti sei messo a fare anche la cresta sui conti? Perché hai voluto farmi questo? “ .  “Ma papà … io ... non ho mai fatto niente di simile, te lo assicuro !” disse il figlio, obbiettivamente poco convinto, ben sapendo che suo padre lo aveva scoperto. “Almeno, caro Jeremy, potevi farlo con più stile!”. Il figlio non disse più una parola, richiudendosi in se stesso in un inquietante silenzio.  Le parole del padre lo avevano come lapidato e costretto suo malgrado ad un silenzio che se vogliamo , diceva tutto. Sapeva di aver sbagliato e se ne stava in cuor suo pentendo. “ Adesso basta” crepitò Ben Fultony, il fidanzato della figlia “Non siamo certo venuti qua per assistere a queste scenate e a farci insultare ”. Non lo avesse mai fatto : “ Proprio tu parli !” esclamò piccato Thomas “ Tu ... che una volta eri conosciuto come uno dei più grandi cacciatori di doti di New York . Il fidanzato ideale di decine e decine di compiacenti signore anche non più giovanissime.  Ricercatore di tesori da spremere  e da sfruttare : indefinibile … assolutamente !” . “Come osa !”ribatté piccato il giovane.  Thomas riprese: “ Fultony … mi spiace solo che mia figlia si sia innamorata di una persona falsa e inutile come te, un autentico parassita della società che vive sulle spalle degli altri “ e gli buttò davanti a lui un dossier contenente le prove che aveva pazientemente raccolto . “Ma papà “ esclamò Deborah “ Io lo amo, e ti assicuro che Ben è una bravissima persona!”. “Figliola, fai come credi ma non cambierò opinione su questo cacciatore di doti … ! Era mio dovere avvertirti circa la persona che stai frequentando. Ti stai rendendo complice di un vero e proprio furto verso le nostre finanze! ”. La figlia non replicò in nessun modo. I toni di Thomas si erano fatti un po’ accesi ma allo stesso tempo indubbiamente molto amareggiati.  “Beh, sembra che manchi solo io a questo simpatico gioco” esclamò John Brocke .  “Chiamarlo gioco e’ veramente un eufemismo, caro socio” esclamò Thomas “ Non potevo lasciarti fuori da queste roulette, come potrai e bene … immaginare. Tu stai sottraendo soldi agli investimenti dell’azienda per dirottarli nei tuoi strampalati investimenti.  Come si chiamava la tua ultima pensata? Giardini pre-fabbricati per gente comune?  Ma i soldi per comperare il terreno ... dove li prende ... la gente comune? Quanto hai perso … centomila dollari? E questo è solo uno dei tanti investimenti fallimentari che hai fatto. Ci sono gli estremi per una denuncia … lo sai? “   .  “Mi e’ sempre parsa una buona e solida idea , che però non ha dato i frutti sperati” borbottò il socio. I soldi li avrei restituiti una volta incassato quanto speravo!”.  “Sono veramente stufo di tutti voi “ esclamò Thomas “ Mi state procurando solo danni e delusioni e il mio cuore non e’ come quello di una volta : ha bisogno di tranquillità . Adesso esco a fumarmi una sigaretta e poi chiamo il mio avvocato e vi tolgo tutti dal testamento, da ora …!” . “ Ma dai “ disse Tony Mannino “ Siamo qui per passare una bella serata. E poi bene o male noi siamo le uniche persone che ti rimangono in vita , non puoi toglierci dal testamento!”.  “ Vedo “ esclamò Thomas “ Che non conoscete la differenza tra la parola bluff e una cosa vera!” e si alzò dirigendosi verso l’uscita .   “Non mi farò certo rovinare la serata da una persona maleducata ed eccentrica come lui “ esclamò Ben Fultony “ Vieni Deborah “ andiamo a ballare “ e si alzarono entrambi.  “ Beh “ disse Brocke” Se ora rischio di rimanere senza un lavoro … e’ meglio che mi dia da fare. Ho visto un paio di persone interessanti nel locale che possono darmi una mano !”.  Anche Berenice e gli altri si alzarono con varie destinazioni: chi si diresse al bar … chi a ballare ... chi alla toilette principale. Della tavolata non rimaneva al momento nessuno seduto. Il gruppo si era completamente dissolto: sciolto dalle dichiarazioni del patriarca Intanto  Thomas, era fuori a fumarsi una sigaretta per cercare di rilassarsi. La finì e si diresse all’interno verso la cabina del telefono, ma questa era occupata. Cominciò a passeggiare nervosamente all’esterno: avanti e indietro. Dentro c’era il capitano Tody, che era di pattuglia e che stava cercando chiamare la centrale: gli si era guastata la trasmittente che possedeva in macchina. Compose con calma sei numeri, passando dallo zero, il che significava che era una telefonata fuori dal distretto, e attese.  La centrale rispose celermente e prese atto del guasto: gli avrebbero preparato subito una macchina sostitutiva appena sarebbe rientrato alla base. Intanto fuori dalla cabina Thomas stava dimostrando un po’ d’immotivata impazienza e camminava nervosamente avanti e indietro.   Tody uscì dalla cabina e lasciò il posto a Thomas.  Quest’ultimo vi entrò come una furia e si apprestò a tirare fuori la sua agenda per cercare il numero interessato.  Il capitano era già lontano e la cabina del telefono era abbastanza defilata dal resto del locale. Era dalla parte opposta dell’entrata e per arrivarci bisognava percorrere un lungo corridoio.  Nel frattempo all’interno del locale la musica suonava ancora: la gente si stava divertendo e l’atmosfera era allegra e divertente. Tody era uscito un attimo per vedere se riusciva a risolvere il problema alla trasmittente: nel suo passato c’erano stati degli studi di elettronica e decise di provare a risolvere il problema autonomamente.  Si accorse che si era rotto un piccolo morsetto e decise quindi di rientrare nel locale per provare a richiamare la centrale e dirgli che se gli portavano un morsetto, il problema sarebbe stato molto probabilmente risolto. Arrivato alla cabina, la vide chiusa.  Tentò di aprirla; la porta sembrava bloccata. Insistette un paio di volte, anche pesantemente: poi l’occhio si spostò verso il terreno.  La porta era stata bloccata all’esterno da un coltello, infilato sotto la porta. Il capitano con un fazzoletto lo tolse e lo mise in un sacchetto trasparente che aveva sempre con sé proprio per questi casi di archiviazione temporanea dei vari reperti prelevati sulla scena di un qualche evento! Sempre armato dello stesso fazzoletto … girò quindi la maniglia in ottone della cabina. Con un rantolio, cascò fuori una persona che poté solo emettere qualche suono incomprensibile prima di morire. La vittima aveva la gola tagliata e l’arma del delitto avrebbe potuto essere proprio il coltello che il tenente aveva raccolto poc’anzi, che era sporco di sangue.   In quel momento apparve il direttore dello Stork, che aveva l’ufficio non distante dalla cabina.  Si chiamava, come sapete, Jerry Imparato ed esclamò? : “ Oh mio Dio … Thomas Bates” . “ Conosce quest’uomo? “ disse il capitano mostrando il suo distintivo.  Dopo aver ascoltato la sua  dichiarazione , continuò : “Mi raccomando : blocchi tutte le porte del locale. Non faccia uscire nessuno. Il colpevole potrebbe essere ancora qua dentro. Chiami la sorveglianza e faccia come le dico.”.   A questo punto prese la cornetta in mano, usando un nuovo fazzoletto e si accorse che dall’altra parte  c’era una voce che continuava a dire pronto.  Dopo essersi accreditato come ufficiale di polizia, si fece dire il nome della persona: Era Joseph Cullmann. Chiese se per caso conoscesse la persona che la aveva chiamata, ossia Thomas Bates, ma ricevette una risposta negativa. Come mai Bates aveva composto quel numero? E’ vero che quando uno sta per morire, può fare le cose più disparate senza rendersene conto. Al momento non c’era una razionale spiegazione. Si appuntò i dati di Joseph e tornò nella sala principale .  Dal telefono del direttore chiamò la centrale e si fece mandare rinforzi. Chiamò anche Ellery : “ Ciao El , fatti un giretto a Raisin Ville, ti va? Hanno ucciso un pezzo grosso allo Stork Club. Mando subito una macchina a prenderti, ok? “. “Buona sera Capitano . davanti ad un invito così galante non posso assolutamente rifiutare! “ rispose ridendo “ Indosso qualcosa di presentabile , perché sono in pigiama e scendo !” . Informò immediatamente Candy di ciò che stava succedendo e lei esclamò : “ Ci risiamo . Ti stai per buttare in una nuova avventura!” e sorrise . Il mistero non era all’apparenza semplice.  L’ispettore rientrò nel salone: la scena del delitto era stata blindata e la scientifica stava già facendo tutte le rilevazioni del caso. Arrivò anche il coroner che non poté che costatare la morte del malcapitato e confermare che il coltello ritrovato all’esterno era sicuramente l’arma del delitto. Le misure dei tagli coincidevano assolutamente col coltello .  Fu ritrovato, in zona, un bottone di camicia ma nient’altro di rilevante.  Anche le foto di rito erano state scattate e non restava solo che far spostare il cadavere dalla scena e farlo portare all’obitorio per l’identificazione ufficiale. Cercando di arrecare il minor disturbo possibile, i vari sergenti … poliziotti semplici … tutti quanti, cominciarono a setacciare la sala del locale.  Non trovarono molto. Nel frattempo arrivò anche Ellery e il capitano lo indottrinò brevemente di ciò che era successo. Intanto Tody cominciò a radunare la tavolata di Thomas e gli chiese di seguirli in una stanza privata fornitagli da Imparato. Qui informò la compagnia al completo  della morte di Thomas e tutti finsero un falso dispiacere. La più colpita però sembrò essere la figlia Deborah.  Il tenente li informò che un cameriere li aveva sentiti litigare aspramente e che Thomas aveva promesso di toglierli tutti dal testamento.  “ Smettetela “ disse l’ispettore ... ” Ognuno di voi aveva  un valido motivo per uccidere Thomas . E comunque faccio a tutti voi le più sincere condoglianze per la sua morte ”.   In coro ... ringraziarono.  Cominciarono a osservare tutti gli occupanti: lo speaker notò che a Ben Fultony mancava un bottone alla camicia.  Fu Deborah che prese le sue difese : “Ispettore, il bottone mancava già a Ben. Vero amore ? te lo avevo fatto notare prima di partire!” disse rivolto al fidanzato. “ Si è vero” rispose quest’ultimo, me lo ricordo.  “ Ah, ecco la principessa in soccorso del principe “ esclamò piccata Berenice. E di lì a poco si scatenò una discussione furibonda con un accusarsi a vicenda e dai toni molto accesi.   Intanto la gente cominciava a dare segni di nervosismo, specialmente chi voleva uscire per tornare a tutti i costi a casa. Il capitano non sapeva più come fare. Una volta passata al setaccio, la sala, gli ospiti e la scena del delitto, decise di mandare tutti a casa. Ai sei del tavolo Bates fu proibito di lasciare Puka Beach per nessun motivo. Con Ellery cercò di ricostruire gli avvenimenti : “ Penso che le cose siano andate in questo modo. Dopo una bella litigata , Thomas promette di diseredare tutti. Un cameriere l’ha sentito distintamente. Esce e va a fumarsi una sigaretta nel tentativo di calmarsi. Nel frattempo il tavolo si sparpaglia per il locale. Il magnate rientra e si dirige alla cabina del telefono che come sappiamo, rimane in un posto un pochino defilato. Qualcuno lo segue e lo vede entrare. Spalanca la porta, lo accoltella alla gola impedendogli di gridare e lo chiude dentro: quindi sparisce, forse scappato da una uscita secondaria in fondo al corridoio. A quel punto arrivo io: tento di aprire la porta ma non riesco. Noto in terra il coltello che la blocca, apro la porta e Bates mi casca tra le braccia. Muore pochi secondi dopo senza che abbia il tempo di fare o dire niente !” . “ Mi sembra come sempre una ottima ricostruzione “ disse Ellery “  “Rimane da scoprire il perché Bates abbia composto quel numero . Il perché invece non abbia potuto uscire dalla cabina, lo sappiamo !. A proposito, faccia venire qua la sigaraia che devo chiedergli una cosa” . In un paio di minuti la ragazza arrivò : “ Buona sera Jenny “ disse il Capitano “ Lui è Ellery e mi sta dando una mano nelle indagini. Voleva chiederle una cosa se possibile !”. “ Prego: ditemi pure “ esclamò la giovane ragazza.  “ Volevo chiedere se per caso aveva fatto delle foto al gruppone Bates ad inizio serata !”. La risposta fu affermativa e andò subito nella sala sviluppo per vedere se avevano già stampato quel rullino.  Ellery voleva subito verificare se a Ben il bottone mancava già a inizio serata, prima del delitto. Intanto era arrivato anche Joseph Cullmann, fatto prelevare da una macchina della polizia. Gli chiesero, tramite foto scattata con una digitale dai suoi agenti, se conoscesse qualcuno dei componenti del gruppo : la risposta fu nettamente negativa. Né lui conosceva loro né nessuno di loro , come avevano ammesso, sembrava che conoscesse lui almeno di nome e cognome . Il mistero s’infittiva sempre più. Di certo c’era solamente un cadavere. Probabile che il colpevole fosse da ricercare tra gli occupanti del tavolo di Bates, anche se non era escluso anche il movente per una rapina: in fondo Thomas era abbastanza ricco. Un balordo poteva essere entrato dalla porta posteriore, averlo affrontato e ucciso, anche se il portafoglio del malcapitato era regolarmente al suo posto in tasca e sembrava non mancasse niente. Era da escludere un suicidio … sicuramente. “ Mi pare di capire “ disse Ellery “ Che il gruppone si sia dissolto dopo la litigata col patriarca. Ognuno è andato in giro … o da solo o in compagnia … come Ben e Deborah. Che siano andati al bar, in bagno o in parcheggio non ci importa. Ci interessa invece che ognuno di loro era in grado di muoversi senza essere visto e poteva essere andato alla cabina del telefono per assassinare Bates. Ognuno di loro aveva un movente: sarebbe stato diseredato. Altri rischiavano una denuncia … una cattiva referenza … una non benedizione di nozze e così via. Questo è quanto emerso da quello che i camerieri del locale erano riusciti a carpire passando saltuariamente in zona del loro tavolo. Ma sono tutte cose verificabili. Bates aveva una borsa con sé? “ . “Sì. Era al suo tavolo assieme a dei fogli sparsi sulla tavolata. Ho fatto riunire il tutto e ho fatto portare la borsa in centrale !” . “Vorrei darci un occhio “ . “Perfetto , passa domani : è a tua disposizione “.  “La mia domanda “ riprese Ellery “ … e’ se si possa uccidere per una mancanza di eredità o peggio ancora perché il proprio padre non accetta il fidanzato. In questo caso capisco che Deborah dopo avrebbe potuto vivere la sua storia con Fultony in totale tranquillità … emotiva ed economica. Idem i due soci: avrebbero avuto una situazione in discesa. Ben avrebbe potuto finalmente sposare la sua amata e arrivare a un bel pacchetto di soldi. Berenice avrebbe potuto coronare il suo sogno di guadagnare di più ed ereditare un discreto lascito. Una situazione complicata sicuramente. Ma il ferro è ancora troppo caldo per batterlo bene : ci si scotterebbe. Intanto abbiamo una persona morta che non è mai una cosa piacevole e assieme a questa … un pacchetto di persone molto legate a lui sia dal sangue sia da rapporti di amicizia o lavoro!” . “Già” disse Tody ”Comunque al momento non vedo che altro potremmo  fare se non andarcene a casa e dormirci su. Ti riaccompagno io!“. Diede le ultime indicazioni agli agenti e s’incamminarono verso la placida Puka Beach. Ellery appena rientrò raccontò alla moglie gli sviluppi degli ultimi eventi e la storia la incupì molto: quando c’era di mezzo un morto … non era mai una situazione piacevole … per nessuno. Sapeva che le collaborazioni con Tody erano state sempre fruttuose, ma con un morto in mezzo era molto più cupa e perché no … anche più rischiosa. Ci dormirono sopra: come succedeva in questi casi Tody, aveva avvertito la ditta, dove Ellery lavorava che il ragazzo era stato precettato dalla polizia per un’amichevole collaborazione e sarebbe andato al lavoro un paio d’ore più tardi.  Come sempre: tutto a posto, senza nessun problema. La ditta di pollame dove Ellery faceva il contabile era abituata a queste situazioni e accettava di buon grado queste richieste dal capitano Tody. L’aria mattutina invogliava a rimanere a letto ancora un pochino: la giornata non era umida e si stava benissimo. Certo : avrebbe potuto cambiare , ma al momento ci si poteva godere questo status a dire il vero non troppo frequente in questa stagione. Carpe diem … cogli l’attimo: ed Ellery lo stava cogliendo. Alla fine si alzò per una bella doccia rinfrescante e tonificante. Candy stava mettendo su il suo espresso, ma anche l’american coffee per il marito. Parlarono della precedente serata : “ Cosa dice il capitano ? “ chiese Candy . “Beh “ rispose il marito “ Quando ci si trova davanti ad un cadavere e ti assicuro che vederlo non è mai piacevole, è sempre una situazione complicata. Lui al momento è fermo con le immagini. Abbiamo entrambi la convinzione che il colpevole vada cercato nella tavolate di Bates ma non sarà facile provarlo. Non abbiamo praticamente niente in mano !”. “ Niente di niente ? “ . “A dire il vero abbiamo solo una telefonata che ha fatto Bates in punto di morte a un tale John Cullmann, che abbiamo già verificato, non essere il suo avvocato, persona che come aveva detto … avrebbe chiamato. Un qualsiasi sconosciuto che abbiamo conosciuto e che sembra il classico pesce fuori dall’acqua: non si capisce il suo ruolo. Ma siamo ancora agli inizi : avremo tempo di migliorare il tutto. Stasera mi fermo da lui uscito dal lavoro ed esamineremo la borsa che si era portata con sé. Dovrebbe contenere dei dossier che riguardavano gli invitati. Un dossier per ciascuno degli ospiti che descriveva ogni reato o manchevolezza che avevano perpetuato i singoli con danni alla società o a Bates stesso. Non dovrebbe essere stata una serata piacevole per tanta gente. Penso che siano stati messi tutti alle strette e si siano sentiti come spacciati. C’è solo da capire la gravità delle rispettive posizioni , ma è un discorso che approfondiremo questo pomeriggio!”. “Non sembra un rebus di facile soluzione. Certo è … che mi sembra strano che questi personaggi così diversi tra loro e con qualche scheletro nel proprio armadio, potessero passare una vacanza insieme !” disse Candy . “Forse, il collante di tutto era l’eredita’ che era stata loro assegnata. Svanita quella, svanito il tutto. Scatta l’ira e la vendetta e si è arrivati all’omicidio di Bates! Certo è che questa situazione rattrista e molto : arrivare a uccidere una persona è una cosa brutta e che il fattore scatenante sia stato o un affare di famiglia o un affare di soldi rende il tutto ancora più tetro e ossianico. Vedremo da che punto riusciremo a partire : ma la vedo molto dura !” concluse Ellery. Finirono la colazione e lui uscì per dirigersi alla ditta dove lavorava. Entrando un po’ dopo trovo un insolito, per lui, traffico sulla dorsale che collegava armonicamente la costa con le colline. Ma fortunatamente, non aveva l’impellente e tassativo obbligo di timbrare il cartellino entro una certa ora , quindi accettò di buon grado il traffico e approfittò per godersi appieno lo stupendo paesaggio che prendendolo a braccetto , lo scortò sino alla zona industriale dove prestava servizio. Anche per Candy era arrivata l’ora di prepararsi e andare da Mario: una nuova giornata lavorativa aspettava anche lei. Si trovava bene, dove lavorava e ci andava molto volentieri: per lei era diventata una simpatica routine preparare i tavoli, prendere le ordinazioni, fare due simpatiche chiacchiere con la clientela.  E questo la rendeva apprezzata da tutti, sia dalla proprietà sia dai frequentatori del ristorante italiano, gestito per l’appunto da Mario, il moro proprietario del locale da svariati anni che aveva trovato una formula vincente che con le sue proposte di cucina tipica italica, riusciva a soddisfare tutta la voglia di buona pasta che parecchi a Puka Beach, tra locali e turisti, avevano dimostrato. E poi era tutta roba di qualità che spesso veniva direttamente dalla patria dello stivale, e questo lo rendeva ancora più particolare e ricercato tanto che spesso anche i paesi vicini attingevano alle sue cucine. Prima di uscire Ellery aveva cominciato a usufruire di una lavagna che gli aveva regalato Candy per segnarsi le cose importanti, vista la sua scarsa memoria. Ci aveva appuntato dei post it con scritto qualche appunto: così facendo, sperava ogni volta che ci passava davanti, di avere un’intuizione felice sul caso. In un bigliettino aveva scritto la parola movente seguita da un punto interrogativo.  Poi un biglietto a testa con scritti i nomi e i cognomi dei sospettati a caratteri ben chiari e forti  e infine l’immagine di un telefono dell’epoca . Quando uscì dal lavoro si recò come d’accordo, dal capitano Tody. Entrò nel suo ufficio e si trovò davanti a una miriade di fogli e foglietti : “ Ciao Ellery, accomodati. Ho fatto dividere i dossier che erano presenti nella borsa di Bates in base ai nomi dei vari indiziati. Sei dossier : uno per uno !”.  “Direi che ha fatto bene. Ha scoperto qualcosa d’interessante? “. “Non molto. O meglio: dentro ci sono le prove che ognuno del gruppo aveva combinato qualcosa e già questo non è poco. Ognuno poteva avere un movente teorico , chi più e chi meno!”. “Cominciamo a vedere “ disse Ellery “ Mi sembra che le copie siano due. Iniziamo a vedere il dossier su Fultony. Dunque … vediamo. Mi sembra che in passato abbia abitato a New York. Ha trentadue anni e si mantiene in forma facendo jogging. In effetti, sembra che se il vecchio Bates aveva dei dubbi sulla sua moralità, qui abbiamo le prove che se non era un gigolò di professione, poco ci mancava. Non esiste traccia di un lavoro continuo negli ultimi anni. Si è sempre arrangiato con qualche saltuario lavoretto, integrando le entrare facendo l’accompagnatore di donne molto più anziane di lui che ovviamente lo avranno ben ricompensato. Leggo che con un paio di queste era andato addirittura vicino al matrimonio ma probabilmente all’ultimo avranno aperto gli occhi e non se la sono sentita di sposare un cacciatore di dote. Facile che anche in questo caso la trama sia la stessa, solo che questa volta aveva individuato una sistemazione definitiva, scegliendo la giovane figlia di un grosso industriale.  E’ di bell’aspetto e sicuramente esperto nei modi di fare: non dovrebbe aver faticato molto a conquistare il cuore della bella Deborah Bates.  Qua dentro c’è materiale che scotta e sembra che tutto sia vero e che non ci sia niente d’inventato. “. “Passiamo a Tony Mannino “ disse il capitano “ Uh ..quello che si legge non è male. Operazioni con la famiglia Giancana ... favori ... cortesie ... investimenti. Guarda qua: ci sono anche della foto di Tony in qualche cena diciamo di famiglia. Questo è un discendente dei Gotti. Caspita ragazzi. Non si è fatto mancare niente e nessuno. Non ci sono prove che in queste operazioni abbia messo dei capitali della ditta di Bates, ma comunque l’immagine che ne deriva non è delle più limpide. Assomiglia più a una pozzanghera fangosa che a una goccia di rugiada. Bel personaggino sicuramente !”. “Su Berenice “ disse Ellery “ Non c’è molto. E’ stata la sua segretaria da un tempo immemore di anni e sembra che sia stata contattata da una grossa ditta al nord per essere assunta ai servizi del grande capo della stessa. Da quello che leggo l’accordo sarebbe praticamente già stato fatto a grandi tratti e entro l’anno il passaggio sarebbe stato perfezionato. Solo una questione di soldi a quanto capisco. Parecchi soldi … aggiungo. Certo che è strano che il denaro possa far passare sopra a un rapporto quasi trentennale basato non solo sul lavoro ma anche e sicuramente su affetto e stima reciproca. Comunque: era stata messa alle strette e si trovava in una brutta situazione tra l’incudine e il martello !”. “ Anche su Deborah c’è molto poco “ disse Tody “ In fondo l’unica sua colpa e’ solo quella di essersi innamorata dell’uomo sbagliato. Certo che l’amore abbaglia e appanna nello stesso tempo. Può averla accecata tanto da non capire che il padre voleva solo il suo bene e non voleva rappresentare solo un impedimento tra lei e il suo pseudo amore. Eliminato il padre significava vivere liberamente la sua storia con Fultony … ma non voglio pensare che si possa arrivare a queste soluzioni estreme !”. “ Brocke invece “ disse Ellery “ Ha un bel dossier. Sembra evidente che per finanziare i suoi investimenti, abbia sottratto dei soldi alla società di Bates. E’ evidente come della cifra destinata ai vari investimenti, arrivasse a destinazione solo una parte. Non mancavano mai grandi somme per non dare nell’occhio … ma la somma di tante piccole cifre, alla fine sono pur sempre un discreto capitale che Brocke poteva destinare ai suoi strampalati investimenti. Leggo che nessuno e sottolineo nessuno di quelli che ha fatto al di fuori della società dove lavorava , sia andato a buon fine.  Persino un brevetto per pinze da cucina auto pulenti. Sarà stato anche bravo quando aveva delle spalle a supportarlo, ma quando si è trattato di fare da solo ha collezionato insuccessi su insuccessi. Comunque il furto rimane sempre una bella accusa !”.  “Anche Jeremy, il figlio ha un discreto dossier” esclamò Tody “ Sono più che altro dei calcoli atti a dimostrare la sottrazione di soldi. Si evince che alcuni conti siano stati truccati e che le somme siano state dirottate nelle tasche del figlio. Leggo anche che comunque il suo stipendio non era niente male. Perché uno con uno stipendio così arriva a sottrarre dei soldi alle finanze del padre? Vedo che non è sposato. Sembra che stia con una ragazza un po’ dispotica e amante della bella vita. Strano non fosse presente in villa. Di lei leggo che amava farsi regalare gioielli importanti da Jeremy e forse per poter dare alla fidanzata un tenore di vita adeguato alle sue pretese, lui abbia iniziato a sottrarre dei fondi al padre. Piccole cifre, niente di spropositato: ma il furto c’è stato senza dubbio. Il padre ci aveva visto giusto sicuramente !”. “ Già “ disse Ellery “ E lui stesso avrà speso delle belle cifre per poter diciamo certificare il tutto. Investigatori privati … contabili professionisti … giornalisti … informatori. Ha fatto diciamo un bell’investimento e tutto atto per screditare coloro i quali in passato aveva inserito nel suo testamento, come beneficiari in proporzione variabile, delle sue fortune. Io penso che fosse arrivato a un punto dove si domandava se tutta la fatica fatta per accumulare una fortuna, dovesse finire nelle mani di persone che alla fine non valessero molto o che lo avessero tradito nei sentimenti. Deve essere stata una valutazione dura e dai mille dubbi. Un uomo di polso e di carattere … quel Bates. Alla fine ha prevalso il cervello sul cuore e ha deciso di andare avanti nel gioco ma tutto ciò probabilmente è stato la causa della sua morte. Una gran brutta morte: deve essersi reso conto che per lui non c’era scampo e ha cercato in tutti i  modi di lasciare una traccia … di lasciare un qualcosa sulla quale noi potevamo lavorare. Prima di tutto il dossier che ha prodotto, è molto interessante. E poi l’ultimo indizio l’ha lasciato in punto di morte !” . “ In effetti “ disse Tody “ Morente mi ha bisbigliato un qualche cosa, ma era solo il rantolio di un uomo morente con la gola tagliata , dal suono assolutamente incomprensibile! Te lo assicuro Ellery , era solo un gorgoglio privo di logica !”. “ Le credo . D’altro canto uno come può parlare con la gola tagliata ? Che brutta fine. Ma il colpevole dovrà pagare e salato ... questo conto. Va beh capitano: la saluto. Quando pensa che possano essere pronte le foto e un rapporto sui rilevamenti ? “. “ Domani avremo tutto. A proposito Ellery. Jenny la sigaraia ci ha fatto avere la foto che ha scattato al tavolone a inizio serata e abbiamo fatto eseguire un ingrandimento: a Fultony il bottone mancava effettivamente sin dall’entrata!” . “ E’ effettivamente un bottone estremamente comune e chiunque può averlo perso. Peccato, perché sarebbe stato un punto di partenza sul quale poter lavorare. Se non ci sono novità, ci vediamo domani che se non erro e’ sabato . Ciao capitano!” ed uscì per raggiungere la sua adorata Candy a casa. Come di consueto ragguagliò la moglie delle ultime novità. Lei aveva fatto tardi al lavoro: Mario aveva avuto parecchia gente che si era trattenuta sino a tardi. Ellery gli propose allora, per non stare a preparare la cena, di andare a mangiare una pizza al Green Pine. Per Candy era come domandare a un topolino se voleva un pezzo di formaggio. Lei adorava la pizza e accettò di buon grado. Era un po’ che non ci andavano ed era anche l’occasione per rivedere un po’ tutta la combriccola. Si fermarono dieci minuti al Two Lakes, un locale che rimaneva proprio alle pendici delle colline. Era così chiamato perché una volta nella zona c’erano due laghetti che rappresentavano un ottimo polmone di acqua per i dintorni: nei secoli si erano prosciugati e adesso restavano solo due piccoli accumuli … grossi come due piscine … giusto per dare il nome al locale. Salutarono Mickey la mora, ricciola ed occhialuta cameriera ed ordinarono due aperitivi : un analcolico per Candy e un Cacciavite ( questo era il nome del drink ) per Ellery . Due chiacchiere veloci e proseguirono per la loro destinazione.  “Ciao Ellery, guarda chi c’è  “ esclamò la voce squillante di Elena quando li vide entrare “ E ciao Candy ! Ben tornati. Era un po’ che non ci si vedeva !” . Ciao El “ disse Georgia “ Sei venuto a cercare un po’ di aria fresca? “ . “ Ciao ragazze “ rispose lo speaker “ In effetti un po’ di aria fresca non guasta mai anche se poi alla fine mi vedete più spesso in inverno perché come sapete a me piace molto l’aria un po’ pungente del periodo e il profumo degli stupendi alberi che avete qua fuori !”. “Però “ disse Candy “ E’ vero : qua si respira bene e l’umido della costa … è solo un ricordo . Si sta benissimo qui da voi!” . “E allora “ disse Daniel “ Accomodatevi … tra poco arrivo per le ordinazioni! “.  Ellery sapeva già cosa prendere: lui adorava la pizza Mexico. La trovava assolutamente sublime e ottimamente bilanciata nei sapori. Il tutto accompagnato come sempre dal classico mezzo litro di bianco frizzante. Candy invece come sappiamo era un’amante delle focacce e ne prese una riccamente farcita … con una Pepsi media. La serata fu piacevole e tra una chiacchiera e un boccone arrivò presto l’ora di fare ritorno a casa. A mano a mano che si scendeva verso valle, si sentiva aumentare gradatamente il tasso di umidità. Era come entrare piano piano in una vasca di acqua calda ... iniziando dai piedi. Molto lentamente il calore saliva e ti scaldava tutto il corpo … mentre le pareti del bagno si coprivano di condensa. Ovviamente ci abbiamo romanzato un po’ sopra, ma alla fine la situazione non era così tanto diversa. Prima di andare a casa si fermarono a salutare J.Luke al Surfers : “ Ciao Ellery. Qual buon vento! Entrate ragazzi “ esclamò il titolare.  “Ciao “ rispose El “ Un saluto veloce. Veniamo dalle colline e devo dire che si stava veramente ma veramente bene!” . “Immagino: qua abbiamo cercato di dare più riciclo di aria possibile tra ventilatori e finestre aperte … ma stasera è veramente una serata umida. Accomodatevi fuori. Cosa vi porto ?” . Ellery prese un amaro e Candy una cedrata, una bevanda un po’ vintage che lei amava tantissimo. La sosta fu breve: era ora di andare a riposarsi un po’. Salutarono J.Luke e si incamminarono verso casa.  Avevano lasciato il condizionatore in modalità deumidificazione e questo era stato sufficiente per rendere l’aria meno, diciamo, appiccicosa e più fresca . Eravamo di venerdì e l’indomani mattina Ellery si sarebbe dovuto recare da Tody per i vari approfondimenti del caso ed esaminare referti e foto. Dovevano serrare i tempi. Nel frattempo c’era Tody che andava avanti a spron battuto con le indagini.  Avrebbero presto fatto il punto comune delle varie impressioni e sensazioni. Un momento che di solito offriva degli spunti sicuramente interessanti e fruttuosi. Prima di andare a dormire, Ellery appuntò sulla lavagna un biglietto con scritto sopra: foto da vedere. Voleva focalizzarsi sulle foto che erano state fatte sulla scena del delitto. Un secondo biglietto recava solo un grande punto interrogativo. Dormirono tranquilli anche in virtù del fatto che avevano passato una seratina estremamente piacevole. Dormirono sino alle otto, senza lo stress della sveglia mattutina forzata e seriale. Candy entrava al lavoro verso le 11 ed Ellery il sabato non lavorava. In un certo senso avrebbe lavorato anche lui … con Tody, ma per lui questo non era un lavoro. Era solo un’amichevole collaborazione con una persona verso la quale aveva una grande stima e lo faceva molto volentieri. Dopo aver fatto colazione con la moglie, le loro strade si divisero. Lei andò al ristorante da Mario e lui al commissariato. Lei fu l’ultima a uscire e si mise a guardare la lavagnetta con gli appunti del marito. Alla fine gli lasciò un messaggio: 2426 e la sua firma.  “ Ciao Ellery “ disse Tody vedendo entrare l’amico “ Ho tutto il materiale che aspettavamo … lo hanno appena portato . Intanto posso anticiparti che non è stata trovata nessuna impronta sospetta, o meglio di nessuno dei sei sospettati, né sul coltello, né nella cabina telefonica. Essendo un luogo frequentato da più persone, le impronte presenti erano a decine, ma nessuna tra quelle analizzate, aveva portato a qualcuno in particolare. Non è che ci sperassi … ma in fondo in fondo , poteva essere un indizio. Pazienza. Probabilmente è stato usato un fazzoletto oppure il coltello è stato ripulito accuratamente una volta incastrato sotto la porta, oppure è stato ripulito prima di infilarlo ed è stato usato un fazzoletto per incastrarlo. Questo è sicuramente quello che può essere successo !”. “ Il tutto è molto plausibile “ disse lo speaker “ Ma purtroppo il ragionamento , che non fa una grinza, non ci aiuta molto. Abbiamo analizzato i dossier di Bates e abbiamo visto che bene o male, tutti avevano una ragione per ucciderlo. Il referto medico cosa dice? “.  “ Taglio della carotide con interessamento della giugulare. Non ha avuto scampo. Deve essere morto in un minuto circa per dissanguamento e mancanza di ossigeno al cervello. Indubbiamente chi l’ha colpito voleva ucciderlo !” . “In quel minuto interminabile, avrà tentato di aprire la porta, poi vistosi spacciato ha composto un numero di telefono. Ma attenzione : quel numero potrebbe averlo composto anche prima di essere accoltellato, anche se rimane altamente improbabile in quanto Cullmann ha detto di non aver sentito colluttazioni e ha negato di conoscere chi lo aveva chiamato e non abbiamo motivo di dubitare delle sue affermazioni. Abbiamo trovato altre tracce nella cabina che possano portare a un tentativo di lasciare una traccia? “ . “ Nessuna. Abbiamo rivoltato quella cabina dalla A alla Z ma non abbiamo trovato niente. Abbiamo trovato delle impronte, ma molto confuse e sovrapposte. La cabina era frequentata !” . “Già ed ho scoperto in un secondo momento il perché. Non lo sapevo, ma nel locale erano banditi i cellulari. Lo Stork Club amava quell’atmosfera patinata per il quale era famoso e ci teneva che rimanesse tale … senza l’uso smodato di cellulari e tablet. Era un locale che in tutto e per tutto era immerso negli anni quaranta e tale voleva rimanere. La cabina quindi rimaneva l’unico modo per comunicare momentaneamente con l’esterno, ed era per questo che era molto frequentata, anche se chi veniva qui lo faceva per passare una serata in totale relax senza lo stress da telefonia mobile. E qui abbiamo spiegato l’uso della cabina … !” . “ … Che non ci porta anch’esso a niente “ disse Tody “ Ecco le foto della scena del delitto. Non ci vedo niente di particolare , guarda anche te !”.  Ellery esaminò e scandagliò le foto che aveva davanti. C’era anche una manciata di foto fornite dal locale ; erano quelle scattate dalla sigaraia Jenny. Rabbrividì a vedere l’immagine di Bates morto ricoperto da tanto sangue. E’ vero che collaborava con la polizia, ma è altrettanto vero che era una persona sensibile e certe cose ancora riuscivano a scuoterlo negativamente. Nonostante ciò sezionò al millimetro anche le foto del cadavere di Thomas. Notò che in un angolo della sala c’era anche delle posate infilate in vari bicchieroni di plastica a disposizione dei vari camerieri e cameriere che ne avevano di bisogno o per apparecchiare o per portarle a chi accidentalmente ne faceva cadere una. Probabilmente è da lì che l’assassino ha preso l’arma del delitto. Era solo un’ipotesi. Pensò a voce alta : “Potrebbe averla presa anche ad un commensale del tavolo dove stava cenando . E ovviamente la mancanza di una posata in una postazione , non significherebbe assolutamente niente. Non penso abbia potuto trovare l’arma in altri posti! Ed ovviamente penso non esista neanche la premeditazione : il tutto deve essere scaturito dalle dichiarazioni di Bates !”. “Hai ragione “ disse Tody “ Escludo anche io la premeditazione. Converrai con me che le foto che abbiamo in mano e i rilevamenti ... non è che ci diano un considerevole aiuto. Forse la soluzione la abbiamo davanti agli occhi ed e’ più semplice di quello che si pensi !”.  “ Può essere “ disse Ellery “ Visto che non e’ uscito niente di interessante io andrei a casa!” . “Si, stavo per dirtelo anche io. Continuerò a scavare tra i vari sospettati e chissà che non esca qualcosa di veramente utile !” .  “ Ci aggiorniamo appena uno dei due ha qualche novità. Buona serata capitano!” e si incamminò verso l’uscita della stazione di polizia. Arrivò a casa e Candy non era presente; stava facendo un po’ di spesa nel vicino negozio di frutta e verdura per preparare una mega insalatona che tanto piaceva ad Ellery : tanta lattuga , fagioli  e un po’ di pesce ( di solito sgombro, un pesce comune della California). Gli cadde l’occhio sulla lavagnetta e vide il biglietto di Candy e non riusciva a capire il significato: 2426 e la firma della moglie. Sapeva della passione della moglie per qualche cruciverba semplice, qualche rebus, qualche crucipuzzle. Analizzò se prima di tutto non fosse una data, ma all’apparenza non lo era. Poi mise la lavagnetta sul tavolo e studiò tutto il contenuto e alla fine capì il messaggio che Candy aveva voluto dargli e gli rispose proprio mentre stava entrando : “ Grazie del saluto, Candy !” . “Vedo che hai risolto il piccolo indovinello!” “ All’inizio non capivo il nesso, poi ci sono arrivato. E … !” si fermò sbiancando in volto “ Porca miseria … fammi fare un veloce controllo !” . Staccò tutti i biglietti attaccati alla lavagnetta e li mise sul tavolo. Passò i biglietti uno ad uno e poi alla fine disse : “Penso di aver capito chi ha ucciso Bates “ e riacquistando colore nelle gote, rise di gusto “ E questo grazie anche a te e al tuo indovinello.  Ho forse capito la traccia che la vittima ha voluto lasciare. Devo cercare di vedere se ci sono alternative … ma da una prima analisi mi sembra che la traccia sia inequivocabile !”. Prese carta, penna e cominciò a incrociare dei dati e continuò per una decina di minuti.  L’operazione fu proficua : al termine fu molto soddisfatto , e confermò a Candy che aveva scoperto il nome dell’assassino . “ Adesso scommetto che chiamerai il capitano e gli dirai di organizzare un incontro per stasera !” . “ Già : non prenderti impegni Candy che stasera andiamo allo Stork Club. Chiamo subito Tody !”. Quest’ultimo non fu sorpreso della sua chiamata: sapeva che il cassettino che Ellery aveva in testa, poteva aprirsi da un momento all’altro. L’appuntamento era per le ore 20.45 a Raisin Ville. Il locale era ancora sotto sequestro e quindi avevano a disposizione ampio spazio nel salone principale. Fu come sempre avvertito il buon J.Luke di preparare il solito piccolo catering per dare un tocco di informalità al tutto. Non mancava tantissimo all’appuntamento. Ellery era uscito alle 17 dal lavoro ed era arrivato al commissariato alle 17.30. Era arrivato alla soluzione in cucina di casa propria alle 18.30. Rimanevano due ore circa  per radunare tutti i sospetti, far preparare il catering e portarlo e avvertire il direttore dello Stork Club.  Come sempre Tody si dimostrò efficientissimo in tutto e riuscì nella difficile impresa di incastrare tutti i tasselli del puzzle. Alle 20,40 Ellery, Candy e Tody arrivarono al locale a bordo della macchina del capitano. Dietro aveva un paio di suoi uomini: l’agente Canelli e l’agente Head. Alle 20.30 J.Luke aveva portato il catering al locale accolto da Jerry Imparato, il direttore. La sala centrale era tutta per loro. L’atmosfera era surreale: il locale senza il pubblico, l’orchestra e lo staff ... era abbastanza spettrale. Era anche impolverato: non erano state eseguite più le pulizie dal giorno dell’assassinio e aveva un non so che di trasandato e sciatto che mal si sposava con la vera realtà del salone quando era aperto. Il catering di J.Luke fu posizionato sopra il bancone del bar, ampio e spazioso. Tody ed Ellery si posizionarono sul palchetto dell’orchestra. Candy e J.Luke rimasero da una lato in disparte , mentre i sospettati si accomodarono davanti al palco. Arrivarono tutti insieme smistati  in due macchine. I due agenti Canelli ed Head si posizionarono rispettivamente all’entrata del locale e all’interno del salone. Fu il capitano che prese la parola : “ Prima di tutto , grazie a tutti della collaborazione e di essere riusciti a venire qui, nonostante lo stretto lasso di tempo che vi ho , per cause di forza maggiore, concesso. Con me c’è Ellery che molti di voi conosceranno per il suo programma radiofonico su Puka Shell Radio o per le sue serate al Surfers. Mi sta dando una mano a queste indagini e lascio a lui la parola !”. “Vediamo di ricostruire cosa possa essere successo la sera del delitto. Doveva essere una tranquilla serata per festeggiare il compleanno di Thomas Bates. Lui vi considerava parte della sua famiglia … indistintamente. Aveva tempo fa redatto un testamento nel quale aveva inserito ognuno di voi , a partire dai figli … sino alla segretaria. Qualcosa col tempo deve essersi rotto e questo mi pare di capire a causa di qualche vostro comportamento che Thomas non considerava meritevole, per l’eredità. In silenzio allora ha cominciato a prendere informazioni su di voi. Un lavoro lungo e certosino che ha prodotto vari dossier che erano contenuti in una valigetta che si era portata con sé, prevedendo forse il cambio di rotta di atmosfera. O forse voleva semplicemente ufficializzare il cambio testamento approfittando del momento favorevole. A un certo punto della serata Thomas inizia a elencare le varie malefatte sulle quali aveva preso informazioni. Ho letto il dossier e devo dire che posso considerarlo esaustivo e assolutamente preciso. Niente da dire: aveva messo spalle al muro tutti voi e senza tante possibilità di replica. Dopo aver minacciato di togliervi tutti dal testamento e dopo aver pensato che lo consideravate un bluff … è uscito dal locale per fumarsi una sigaretta e magari calmarsi un po’. A questo punto vi siete divisi … “ e parlò sempre verso i sospettati “ e singolarmente vi siete sparpagliati nel locale … chi a ballare … chi in bagno … chi al bar. Uno di voi, minacciato dal dossier e dal fatto che sarebbe stato tolto dal testamento ha deciso di uccidere Thomas. Si e’ procurato un coltello e lo ha aspettato alla cabina del telefono dove prima di lui stava telefonando il capitano !”.  “ Si Ellery proprio così ! Avevo problemi con la mia trasmittente in macchina e ho chiamato la centrale. Sono uscito per poi rientrare poco dopo !” disse il capitano . “ In questo breve lasso di tempo si è consumato il dramma . “ . “Esatto “ riprese Ellery “ Uno di voi si è nascosto in qualche anfratto in attesa che Thomas arrivasse alla cabina. Ha aspettato che entrasse e ancora prima che facesse, un numero l’ha pugnalato alla gola con un coltello. Dopo di che l’ha lasciato morente in cabina. Ha aperto la porta ed ha controllato che non ci fosse nessuno: ricordiamoci che la cabina rimane in un punto del locale abbastanza defilato. Una volta uscito ha incastrato il coltello sotto la porta affinché non si potesse aprire da dentro. Bates si è reso conto che la situazione era disperata e gli restava poco da vivere, e quindi ha composto un numero di telefono. Non sappiamo se è stato casuale per chiedere aiuto oppure abbia voluto lasciarci una traccia. Adesso vi chiedo cortesemente di seguirci sino alla cabina !” . Tutti si spostarono verso il luogo del delitto: c’era ancora la sagoma disegnata del cadavere fuori dalla cabina e Deborah rabbrividì.  A questo punto Ellery munito di guanti entrò e compose un numero : “ Pronto . Mi scusi se la disturbo signor Cullmann, qua è lo Stork: io sono Ellery. Le passo il capitano Tody: le può confermare per telefono che lei non conosceva il signor Bates? Prima mi può dire esattamente, dove abita? ”. Dopo questa conversazione tornarono nella sala principale : Tody prese un secondo Ellery da una parte e gli disse : “ Ma non mi sembra di averti mai detto che numero di telefono avesse Cullmann ? “ . “Esatto: non si sbaglia capitano. Ho solo immaginato come deve aver pensato Bates negli ultimi istanti della sua vita !”. Arrivarono nella sala centrale. Ellery riprese : “Scusate se vi ho fatto rivivere questi momenti sicuramente tristi per quasi tutti voi.  Ricapitolando: il povero Thomas Bates aveva in definitiva fatto l’unica cosa che potesse fare.  Non poteva aprire la cabina telefonica perché era stata bloccata dall’esterno. Non poteva gridare perché aveva la gola tagliata. E allora ha fatto l’unica cosa che poteva eseguire: ha composto il numero di telefono dell’assassino. Non ha composto la Zeta del numero zero per passare dal centralino (questo telefono funzionava proprio come quelli del passato): ma comunque nessun cognome dei sospettati iniziava con quella lettera. Avevo appositamente chiesto dove abitasse Cullmann proprio per sincerarsi che non abitasse extra distretto  : e lui abitava in un distretto che non abbisognava di chiamare il centralino.  Allora, morente, Thomas ha composto il numero: 276253 … che sulla tastiera è BROCKE che è l’unico cognome con sei lettere che inizia con la A la B o la C ( in questo caso con la lettera B )  , ossia le lettere presenti sotto il numero due ... e a seguire il resto della parola che voleva indicare . Il colpevole dell’assassinio di Thomas Bates e’ il suo socio John Brocke!”.  Quest’ultimo si alzò per tentare la fuga: Head lo teneva sotto tiro ma non voleva correre il rischio di colpire qualcuno molto vicino. Prese velocità per uscire, ignaro che lo stava attendendo Canelli con la pistola puntata verso di lui . Non ci arrivò mai alla porta di uscita: ebbe la sfortuna di passare vicino a J.Luke che furtivamente allungò la sua gamba, sgambettandolo e facendolo cadere a terra pesantemente. Head sempre con la pistola in mano, riuscì a farlo mettere a pancia in giù e ad ammanettarlo con le mani dietro la schiena. Arrivò anche Canelli . “Ragazzi “ disse Tody “ Portatelo alla centrale e sbattetelo dentro !”.  “ Con piacere “ risposero in perfetta sincronia.  Rientrò dentro al salone e trovò Ellery e J.Luke con Candy , che ridevano di gusto e disse : “ Certo che oramai caro J.Luke tra una bottigliata del passato e uno sgambetto di oggi , mi stai risparmiando di usare un po’ di piombo. Mi toccherà assumerti !” . “Va bene capitano accetto! Non mi è parso vero passasse vicino. Ho preferito non muovermi perché mi avrebbe travolto, visto la stazza, ma essendo discretamente alto, mi è bastato allungare un po’ la gamba … e il dado è stato tratto !”.  “Grazie ancora per l’aiuto. Avevo Canelli fuori pronto ad intervenire , ma tutto sommato … meglio così !”.  Fu Ellery che parlò agli increduli presenti : “ Non esiste felicità in questi momenti. La perdita di una vita umana è una cosa che non ha prezzo e non si può sicuramente rimpiazzare con qualcosa o con qualcuno.  Abbiamo assicurato il colpevole alla giustizia e non è poco. Questo non ridarà un genitore a Deborah e Jeremy che ora si dovranno rimboccare le maniche per portare avanti la società con Mannino. Penso che una segretaria esperta come Berenice potrebbe essere un grande aiuto per loro. Brocke era stato scoperto: poteva essere denunciato per furto e avrebbe subito un processo. Sarebbe stata la fine per lui: niente più un buono stipendio, niente camice firmate e niente più lusso … che sarebbe stato il minimo. Lo spauracchio sarebbe stato la patria galera che lo avrebbe accolto per un periodo tra le sue braccia. Questo l’ha spaventato a morte e la prima cosa che ha pensato è stata quella di eliminare il pericolo, e il pericolo in questione si chiamava Thomas. Ha preso la prima arma che ha trovato ed ha affrontato il suo nemico che secondo me non ha fatto neanche in tempo ad opporre resistenza , sicuramente sorpreso di chi si era trovato davanti. Si conoscevano da anni e anni : impensabile un epilogo simile. La vita ci insegna che non bisogna mai fidarci di nessuno ed anche in questo caso è stato così. E purtroppo ancora una volta il Dio denaro è stato l’incipit di tutto. Una cosa triste … ma mai così triste come la morte di un uomo. Cari ragazzi e ragazze, che questo vi sia di monito per il futuro e vi serva per un comportamento atto a onorare la perdita di Bates. Avrei voluto conoscervi in altre circostanze, ma sappiamo ben come sia andata! “ . “ Ovviamente siete liberi di andare “ concluse Tody “ Tornate pure alla villa e naturalmente potete fare ritorno alla vostra città di origine. Il caso è chiuso !”. Ringraziarono, gli strinsero la mano e uscirono lentamente.  “ Ellery.. Candy : non avete neanche toccato il mio buffet . Vi aspetto al locale per mangiare qualcosa. Ed anche lei capitano è il benvenuto !” disse J.Luke .  “Volentieri “ rispose l’ufficiale “ Sono le 23 e ho appena finito di essere in servizio” e rise.  “ Certo che veniamo “ disse Candy, che amava fino alla follia il cibo del Surfers. “Grazie mille J.Luke “ disse El … vai pure avanti che arriviamo. Rimasero col capitano che disse : “ Caro Ellery, come sempre , grazie di cuore. Stavo lavorando anch’io su una pista simile ma tu ci sei arrivato prima di me. La squadra ha ancora una volta funzionato !”. “ Se devo essere sincero un notevole aiuto involontario me lo ha dato Candy che con un suo indovinello mi ha messo sulla buona strada. Ho avuto un’ottima deduzione: qualche volta succede e altre volte no. Questa volta è andata bene e quindi non posso lamentarmi. L'importante è aver assicurato alla legge un assassino, che è quello per il quale ci siamo battuti con vigore. Mi spiace che ancora una volta il denaro sia stato alla base per un così brutto fatto. Ne prendo tristemente atto. La collaborazione come sempre ha funzionato e di questo la ringrazio capitano, come ringrazio mia moglie che mi supporta in questi excursus che esulano dalla normale vita quotidiana. Andiamo a mangiare un boccone che J.Luke ci aspetta!”. Arrivarono al locale: c’era ancora un po’ di gente. Marty e Dany si erano occupate egregiamente di mandare avanti la baracca durante l’assenza del loro superiore.  Arrivarono delle ottime pizze fumanti . “ Buon appetito Candy “ disse Ellery . “Grazie, altrettanto “ rispose lei.

 

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